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Piani di Zervo...

ITALIA. ABUSI SESSUALI: UN SACERDOTE NELLA BUFERA. Don Gelmini, il fondatore della Comunità Incontro, indagato dalla procura di Terni. Lo accusano diversi ex ospiti della sua comunità. AN e "Forza Italia" lo difendono: il 15 agosto in Aspromonte il "Don Gelmini day" - a cura di pfls

lunedì 6 agosto 2007 di Maria Paola Falchinelli
[...] Sembra che le dichiarazioni di accusa siano molte e abbastanza concordanti. I racconti, alla fin fine, sono sempre gli stessi. Ruotano attorno a una comunità chiusa dove c’è una figura di enorme carisma che non si limiterebbe a prendersi cura delle anime. Così sarebbe successo in alcuni casi, almeno, a giudicare dai verbali che si sono accumulati nei fascicoli della procura. Su questo aspetto segreto della vita comunitaria al Mulino Silla sono stati interrogati anche molti volontari (...)

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> ITALIA. ABUSI SESSUALI: UN SACERDOTE NELLA BUFERA. Don Gelmini, il fondatore della Comunità Incontro, indagato dalla procura di Terni. Lo accusano diversi ex ospiti della sua comunità. ... don Antonio Mazzi conferma le confidenze di un ragazzo. - a cura di pfls

martedì 7 agosto 2007

La replica: «La Chiesa è con me, mi sento un leone»

Don Mazzi dal pm contro don Gelmini

Il fondatore di Exodus interrogato su un episodio del ’93 conferma le confidenze di un ragazzo: «Mi disse di aver subito violenze»

ROMA - Torna indietro nel tempo fino al ’93 l’inchiesta sulle presunte violenze sessuali commesse da don Pierino Gelmini su alcuni tossicodipendenti all’interno della Comunità incontro. La novità è emersa dall’interrogatorio come «persona informata sui fatti» di don Antonio Mazzi, il padre di Exodus: è stato sentito dai magistrati di Terni all’inizio della scorsa settimana e ha confermato il contenuto di una lettera da lui inviata a un ragazzo che aveva assistito nel suo centro per un paio d’anni.

Il giovane ha denunciato di aver appunto subito gli abusi 14 anni fa, quando ha trascorso un periodo di sei mesi ad Amelia. Poi si è trasferito in una struttura di don Mazzi, con il quale si è confidato e ha continuato a mantenere rapporti epistolari. Il procuratore Carlo Maria Scipio e il pm Barbara Mazzullo volevano sapere dal fondatore di Exodus se confermava quello che aveva scritto all’ex drogato nel 2003. Il sacerdote, nel corso dell’interrogatorio, ha ribadito punto per punto quello che aveva sottolineato nella missiva, in cui c’è un chiaro riferimento alle violenze sessuali.

Le parole del fondatore di Exodus avrebbero aggravato la posizione di don Gelmini: per gli inquirenti sono una conferma, seppure indiretta, delle accuse nei suoi confronti. Almeno da parte di uno dei sei ragazzi, cinque dei quali si sono rivolti agli investigatori dopo essere stati allontanati dalla Comunità per aver commesso dei furti. «Faremo presto, non perché c’è qualcuno che ce lo chiede, ma perché abbiamo tutti gli strumenti per farlo» ha annunciato la Mazzullo, lasciando capire che la conclusione dell’indagine è vicina. Più cauto l’avvocato Lanfranco Frezza, che difende don Gelmini insieme con Franco Coppi: «Non ci aspettiamo novità prima della fine di settembre ». Don Gelmini ieri era a Pompei. E il sindaco Claudio D’Alessio ha riportato le sue parole: «La Chiesa mi è vicina: io non mollo, mi sento un leone. L’albero più alto è quello che rischia di più di essere abbattuto dal vento», ha aggiunto con una metafora il capo della Comunità incontro. «L’unico vero giudice è la coscienza e io sono in pace con la mia...».

Dal mondo politico, altre manifestazioni di solidarietà per don Gelmini. «Devono finire le aggressioni che continuano nei suoi confronti», ha chiesto l’esponente di Forza Italia ed ex ministro Stefania Prestigiacomo. E Don Luigi Ciotti: «Continuo a essere vicino a don Gelmini come persona. Però per andare avanti - ha ribadito - le strutture devono essere garantite solo dagli enti locali, dalle istituzioni preposte e dai cittadini. Non dalla politica».

Flavio Haver

* Corriere dellla Sera, 07 agosto 2007


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