Suoni e danze sufi per abbattere i muri fra le religioni
Uno spettacolo centrato sui versi di Rumi, il «Dante islamico»
Dopo Roma un tour che toccherà le maggiori capitali europee
di Roberto Monteforte (l’Unità, 14.03.2012)
La scommessa è alta. Soprattutto di questi tempi. L’arte, la musica, la danza e il teatro possono arrivare dove non riesce a giungere la diplomazia? Possono toccare il cuore dell’uomo e favorire il dialogo tra le culture e le religioni? Possono far riscoprire fraternità malgrado le differenze in una società secolarizzata e poco aperta al sacro? Questa è la scommessa lanciata con Suoni, danze e versi per un viaggio nel mondo di Rumi, lo spettacolo prodotto da Shariar Alemi con il sostegno di Alessandra Riccardi Infascelli per la «Mirabiliartis» e realizzato da Sandro Giupponi che è andato in scena ieri sera all’Auditorium del Parco della Musica a Roma e che sarà replicato questa sera.
Ha qualcosa da dire all’uomo di oggi il pensiero del poeta e mistico turco Jalal al-Din Rumi (1207-1273) , considerato il «Dante islamico» e tra i più grandi maestri del Sufismo, il filone spirituale islamico che vede nella spiritualità la radice autentica delle forme religiose e il percorso di avvicinamento alla scoperta del Dio unico che affratella tutti i credenti. Un percorso di ricerca mistica e spirituale, considerato eretico e ancora oggi motivo di persecuzione nel mondo islamico fondamentalista, proprio perché favorisce il dialogo interreligioso e interculturale, che ha trovato nuovo vigore nella stagione della «primavera araba» e che viene riproposto attraverso la musica, le danze e i versi di Rumi recitati da Virginio Gazzolo e dalla piccola Bianca Brussani.
UN DONO
L’appuntamento al Parco della Musica rappresenta quindi non solo uno spettacolo, ma anche un coraggioso atto culturale e politico, compiuto soprattutto dagli artisti, musicisti, danzatori, attori, scrittori, residenti in Italia e di nazionalità iraniana, egiziana, indiana e italiana che hanno deciso di offrire gratuitamente i propri compensi professionali al fine di diffondere il messaggio di questo grandissimo e sconosciuto poeta medievale: un personaggio che sfidò i pregiudizi e le convenzioni religiosi della sua epoca. Il suo pensiero viene riproposto come contributo all’incontro tra le religioni, in particolare tra quelle del Libro, che coinvolge quegli islamici, cristiani ed ebrei che credono nella scommessa del dialogo tra le culture e le religioni per la fraternità, la pace e la giustizia. Obiettivi tragicamente attualissimi come testimonia la cronaca di questi giorni. Una sana provocazione che viene sottolineata dalla Coreis italiana, l’associazione dell’Islam italiano fondata da Pallavici particolarmente impegnata in questo percorso di dialogo interreligioso e interculturale. Un impegno condiviso. Lo testimonia la presenza alla rappresentazione del presidente dell’Unione delle Comunità ebraiche, Renzo Gattegna e di una delegazione del Pontificio consiglio per la Cultura, presieduto dal cardinale Gianfranco Ravasani ed anche dei rappresentanti diplomatici dei Paesi islamici all’Auditorium della Musica.
Ma quella di Roma sarà solo la prima tappa di un tour tra le maggiori capitali europee per far conoscere attraverso l’arte, la musica, la danza e la poesia, il pensiero di Rumi, il grande maestro del sufismo e quanto possa essere attuale il suo originale contributo alla causa della pace.