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Pianeta Terra e UmaNITA’ ...

CINA. PECHINO. L’8.08.2008 inizio dei giochi olimpici, ma molti i problemi ancora non risolti. A partire dai diritti umani!!! - a cura di pfls

mercoledì 8 agosto 2007 di Maria Paola Falchinelli
[...] se l’apparato prepara lo storico evento con toni trionfalistici, i problemi - guardando al di là dello sfarzo dei preparativi - esistono, eccome. Sul fronte dei diritti umani, oggi, quaranta dissidenti cinesi, tra cui la fondatrice dell’associazione delle Madri di Piazza Tienanmen, Ding Zilin hanno diffuso una lettera aperta alle autorità cinesi affinché vengano liberati di tutti i detenuti per reati d’opinione [...]
LUNGA VITA ALL’ITALIA: "RESTITUITEMI IL MIO URLO"!!!Dalla Cina, la (...)

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> CINA. PECHINO. L’8.08.2008 inizio dei giochi olimpici... PRIMA MEDAGLIA ITALIANA, ARGENTO REBELLIN... GINNATICA. CASSINA E’ TORNATO: SBARRA DA FINALE.

sabato 9 agosto 2008

Ansa» 2008-08-09 19:23

PRIMA MEDAGLIA ITALIANA, ARGENTO REBELLIN

PECHINO - C’é ancora una volta la Spagna sulla strada dell’ Italia, e questa volta il sorpasso non è una metafora, né Pil né società, ma semplicemente quel che dice la parola: uno scatto sul traguardo e Sanchez che brucia Rebellin piazzato per la vittoria. L’argento dell’azzurro é la prima medaglia italiana ai Giochi, eppure brucia sulla pelle della nazionale di Ballerini Samuel Sanchez strappa dal petto del favorito Paolo Bettini l’ oro olimpico conquistato dal ’Grillo’ ad Atene e, soprattutto, beffa Davide Rebellin sul traguardo di Ju Yongguan concedendogli solo la possibilità del secondo gradino del podio. Una medaglia alle Olimpiadi è sempre una gioia, eppure nel clan azzurro c’é poca voglia di fare festa. L’Italia correva per l’ oro e l’ obiettivo è sfumato. Nell’ anno magico della Spagna, sportiva e non, c’era da aspettarselo, come avevano anticipato le previsioni degli azzurri alla vigilia.

"La Spagna ha uno squadrone, ha cinque talenti", la parola d’ordine. Si temevano, le due squadre, e alla fine ha vinto quella che si è trovata con il corridore più fresco, quel Sanchez che forse era il meno accreditato tra gli iberici e infatti sul podio ha impianto per la sua impresa ai piedi della Grande Muraglia. Quella di Davide Rebellin è la prima medaglia azzurra alle olimpiadi di Pechino, ma è amara come il fiele. E’ una medaglia che forse l’ Italbici non avrebbe proprio voluto commentare, perché, come dice Franco Ballerini, il ct del ciclismo, "noi corriamo sempre per l’ oro. Sono felice per Davide, ma questa è una medaglia piena di amarezza". Neppure Rebellin riesce a fare festa, anche se la medaglia arriva nel giorno del suo 37/mo compleanno. Un bel regalo, ma la sua faccia non è sorridente. Lui, veneto, rispettoso, educato e generoso, sapeva che l’Italia doveva vincere, anche se tutto alla vigilia diceva Bettini; e almeno per ora sa che per questo risultato non sarà festa piena. Accanto ad una medaglia ’triste’, dato inusuale per una Olimpiade, c’é la festa spagnola. Gioia e lacrime per Sanchez che si mette l’ oro al collo e aggiunge un’ altra perla alla collezione di successi: Nadal numero uno nel mondo, il calcio padrone d’ Europa, e poi i successi al Giro, al Tour e ora all’ olimpiade. Una faccia felice e commossa, quella di Sanchez; una avvilita, quella di Rebellin. "Una medaglia d’argento alle olimpiadi è una bella cosa - dice il veneto - che si ferma a parlare mentre la nebbia avvolge i boschi intorno alla Grande Muraglia, dove i cinesi hanno piazzato l’ arrivo della corsa - ma un oro è un’ altra cosa". Eccola la dichiarazione di resa alla Spagna che festeggia. "Diciamo che mi sono fatto un bel regalo di compleanno, ma io di secondi posti ne ho fatti tanti: questo è speciale, ma resta sempre un secondo posto. Purtroppo Sanchez è stato il più forte".

E’ stato così forte, lo spagnolo, che quasi non crede ha cosa ha fatto. "Questo è un sogno. Non posso credere di aver vinto la medaglia d’oro. E’ la cosa più bella che ti può accadere. Anche se le condizioni di corsa, con tanta umidità, erano estreme, mi sono risparmiato per attaccare negli ultimi chilometri e nel finale la gamba è stata quella giusta. Questa vittoria è di tutta la Spagna". Rebellin si ricorderà di Sanchez per tutta la vita e questa beffa non sarà facile da digerire, perché non capita tutti gli anni di correre per un oro olimpico. E allora perderlo per pochi centimetri....A esprimere l’ amarezza per una medaglia olimpica c’é anche il ct Ballerini. "Sono contento per Davide, l’ argento conta, ma noi siamo l’ Italia e l’ Italia cerca sempre il massimo. Insomma, noi corriamo per l’ oro. L’ argento è una medaglia amara perché quella medaglia significa che per vincere é mancato veramente poco". Possibile che non si trovi di che sorridere, da questo podio? E’ il dubbio che l’amarezza di Rebellin suscita. "Questa è la medaglia del ciclismo pulito e deve essere d’esempio per i giovani. A 37 anni, per ottenere risultati faccio sacrifici continui, durante l’ anno mi concedo solo tre giorni di festa. Poi c’é solo la bicicletta", dice. "Questa medaglia è per il ciclismo, che non passa un bel momento, e per i miei tifosi. Un ricordo va a Fabio Casartelli, che da lassù avrà fatto il tifo per me". I due erano compagni di squadra alle olimpiadi di Barcellona 92, tutti marcavano Rebellin come oggi Bettini, e vinse Fabio che poi morì cadendo al Tour del 95. Oggi l’amico Davide non è riuscito a bissare quella ripetere quella vittoria del ’92, ’’ma Fabio una mano me l’ha data". Peccato non sia bastata a Rebellin.

NUOTO

400 SL, ROSOLINO FUORI DALLA FINALE

Avvio amaro per Massimiliano Rosolino ai giochi di Pechino. Il campione azzurro del nuoto non é infatti riuscito a qualificarsi per la finale dei 400 stile libero: l’olimpionico di Sidney ha chiuso con il tempo di 3’45"57, che non gli è bastato per entrare tra i primi otto della gara di domani. Primo tempo per l’americano Jensen (3’43"10). In finale anche il campione del mondo, il sudcoreano Park e l’australiano Hackett. Non entra in finale nemmeno l’altro azzurro in gara, Federico Colbertaldo.

400 MISTI DONNE, FILIPPI IN FINALE

Alessia Filippi si è qualificata per la finale olimpica dei 400 misti nelle gare di nuoto dei Giochi di Pechino. L’azzurra ha chiuso con il terzo tempo di 4’35"11, che è anche il nuovo record italiano. Il precedente di 4’35"80 lo aveva stabilito sempre lei ex-equo con l’australiana Stephanie Rice. La più veloce nelle qualificazioni è stata l’americana Elizabeth Beisel (4’34"55) davanti all’altra statunitense Katie Hoff, secondo in 4’34"63.

4x100 SL DONNE: RECORD ITALIA MA FINALE SFUMA

La staffetta 4 per 100 stile libero donne azzurra non è riuscita a qualificarsi per la finale olimpica in programma domani. Le azzurre Ferraioli, Pellegrini, Simonetto e Chiuso si sono dovute accontentare del record italiano di 3’40"42 che migliora il precedente crono nazionale di 3’41"06 che era valso all’Italia l’argento di Eindhoven. Le azzurre hanno chiuso con il decimo posto prima la Cina in 3’36"78, davanti alla Germania 3’37"52. Terzo tempo per le ragazze statunitensi in 3’37"53

GINNASTICA

CASSINA E’ TORNATO: SBARRA DA FINALE

Igor Cassina è tornato. Il campione della ginnastica di Atene è uscito dal tunnel dopo un anno critico, perché nel giorno dell’esordio dell’artistica a Pechino, l’atleta lombardo alla sbarra ha mostrato la grinta dei vecchi tempi. Ha chiuso il suo esercizio con il secondo punteggio che gli vale la finale, alle spalle del campione del mondo Fabian Hambuechen, con cui si è già dato appuntamento il 19 agosto, quando si assegneranno le medaglie. L’olimpionico azzurro conta di rosicchiare in finale qualcosa: questo perché oggi nei tre minuti di prova prima di salire sull’attrezzo è andato lungo, mettendo in agitazione tutto lo staff azzurro. Nella gara iniziale è stato un po’ contratto per paura di non afferrare l’attrezzo, e ha eseguito l’esercizio non con la consueta scioltezza. Intanto ha tolto una difficoltà, un endo con un giro prima dell’uscita, optando per una esecuzione meno difficile, ma più pulita. La giornata sorride anche agli specialisti degli anelli: nell’Olimpiade orfana di Jury Chechi, Matteo Morandi e Andrea Coppolino si sono distinti sull’attrezzo che ha regalato al’Italia l’oro ad Atlanta, proprio con il campione di Prato. I due azzurri si sono qualificati per la finale del 18 agosto, con rispettivamente il quinto e sesto parziale. Negli altri attrezzi finali proibite per Enrico Pozzo che alla sbarra ha perso il ritmo in avvio e nel corpo libero è andati lungo nell’ultima diagonale, così come Angioletti al volteggio ha buttato via la finale, sbagliando, dopo un primo salto eccellente, il secondo, chiuso con il sedere per terra. Centra però l’All-around, al competizione riservata ai migliori 24 nei sei attrezzi con il penultimo posto utile. Busnari al cavallo con maniglie ha sporcato l’esercizio. La squadra invece rimane fuori dalla finale, chiudendo al 12/o posto (passano le prime otto) con 355.500 punti. In casa Italia comunque il sorriso all’esordio è d’obbligo. "Le sensazioni sono buone - ha detto Cassina, che adesso punta al podio - ci tenevo a fare bene il mio esercizio. Qui è tutto diverso rispetto a quattro anni fa: ad Atene andavo a coronare un sogno, qui devo rilanciarmi dopo un periodo decisamente buio. Insomma a Pechino cerco il riscatto". Alla sbarra ha fallito anche il suo amico, ma rivale acerrimo quanto a punteggio, il greco Vlasios Maras, che è addirittura caduto. Domani è la volta delle ragazze.

PESI

AMAREZZA PAGLIARO, PER PANICO HO PERSO MEDAGLIA

dell’inviato Francesco Grant

PECHINO - L’emozione della prima volta. Doveva sollevare il mondo, Genny Pagliaro, e invece non è riuscita mai neanche a smuoverlo. Anzi, si è fatta prendere dal panico. Si é impuntata nel suo gesto preferito, lo strappo, ed è rimastra inchiodata a quel bilanciere da 82 chili, la prima misura della sua prova stavolta mai alzata oltre il petto. Eppure di solito é poca roba per lei che a 19 anni ha bruciato tutte le tappe del sollevamento pesi. "Abbiamo perso una medaglia", sbuffa deluso a fine gara della categoria 48 chili il presidente federale, Antonio Urso. Lo conferma a mezza bocca qualche ora dopo lei stessa, quando la botta della delusione non è ancora svanita. "Sì, al bronzo ci pensavo eccome - spiega la piccola atleta siciliana, prima azzurra in gara a Pechino con una speranza di podio - anche se quando sono salita in pedana il mio unico pensiero era ad alzare il bilanciere. Ma era la mia prima Olimpiade, sono stata presa dal panico". E’ rimasta in silenzio subito dopo quell’eliminazione bruciante, senza neanche parlare al suo allenatore Giovanni Scarantino, mentre le altre gareggiavano per il podio e lei aspettava nella sala riscaldamento l’arrivo del responsabile antidoping, senza il quale neanche una eliminata per prima nel lotto di 14 concorenti poteva lasciare il Ginnasio dell’Università di Pechino per l’Areonautica e l’Astronautica. Sognava di volare nello spazio olimpico, Genny, anche se mantenendo i piedi per terra. "Il mio obiettivo è Londra 2012", diceva alla vigilia della gara alla quale si è presentata stamattina di buon ora da outsider: doveva rimontare tutte le asiatiche e le due turche, però c’era. E invece prima delle tre prove senza neanche alzar da terra quel peso diventato all’improvviso un macigno, seconda con presa perduta, e terza anche. "Ha fatto mezza gara di mezza gara", l’amaro commento dello staff, che ha capito dal primo errore, questa era la giornata sbagliata. Quando poi il tabellone finale che assegnava a Chen Xiaxia il primo oro della Cina ha mostrato posizioni e risultati, si è davvero mangiata le mani: il bronzo è andato alla rivale di Taiwan, Chen Wei-Ling,con 196 chili alzati, due in più della misura che era valsa a Genny la qualificazione olimpica con il titolo europeo di Lignano Sabbiadoro. "E’ una disdetta, e poi quella misura: ma quel che perso non lo ritrovo più. Penso a Londra, certo, però quel che è perso...". Poi Pagliaro è risalita in camera per isolarsi, ha riposato, giura di non aver sentito nessuno. E chi l’ha vista l’ha descritta distrutta. Era comunque ancora troppo presto per capire, con il suo tecnico, se si è trattato di un errore tecnico o di un approccio sbagliato. Genny ne parlerà anche con il tutor dei 12 pesisti del college dell’Acqua Acetosa, Francesco Riccardo, uno psicologo dell’età evolutiva che li segue. Perché il sollevamento, spiega Russo, non è solo forza bruta ma tattica, strategia, nervi. E allora non è difficile capire perché un bilanciere al solito leggero possa diventare pesante come un’Olimpiade.


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