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"Se sbaglio, mi coriggerete"(Giovanni Paolo II). Verità e riconciliazione...

A ROMA: URBI ET ORBI. CHE IL "GELMINI DAY" SI FACCIA IN PIAZZA SAN PIETRO!!! Per chiedere perdono alla vittime dei preti pedofili!!! Una sollecitazione e un appello a don Gelmini e a papa Benedetto XVI di p. Fausto Marinetti - a cura di pfls

martedì 4 settembre 2007 di Maria Paola Falchinelli
[...] Solo tu, con il papa, i cardinali, i vescovi e noi, le vittime dei vizietti clericali, con i nostri parenti ed amici. Voi, sommi sacerdoti, vestiti di sacco, la testa coperta di cenere, vi inginocchierete davanti a noi (tutti gli abusati del mondo, compresi quei dieci, che ti hanno denunciato), ci laverete i piedi, li bacerete (quelli sì) e direte, urbi et orbi: "Vi chiediamo perdono in nome dei nostri confratelli preti e vescovi, che hanno calpestato anime fragili, le quali hanno (...)

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> A ROMA: URBI ET ORBI. CHE IL "GELMINI DAY" SI FACCIA IN PIAZZA SAN PIETRO!!! Per chiedere perdono alla vittime dei preti pedofili!!! Una sollecitazione e un appello a don Gelmini e a papa Benedetto XVI di p. Fausto Marinetti - a cura di pfls

martedì 11 settembre 2007

DON GELMINI, 50 LE DENUNCE PER ABUSI

di Fiorenza Sarzanini

-  In 2 hanno raccontato che all’epoca delle presunte molestie erano minori
-  Le accuse da ex ospiti della sua comunità. Sospetti su pressioni per ritrattare. Si allunga la lista delle testimonianze

Tratto da Corriere.it

ROMA, 11 settembre 2007 - È come se avessero preso coraggio all’improvviso, trovando la forza di rivelare segreti fino ad allora apparsi inconfessabili. Sono una cinquantina le persone che durante l’estate hanno presentato formale denuncia contro don Pierino Gelmini. Si sono unite al coro di chi lo accusa di averli molestati, insidiati, a volte violentati.

La maggior parte si è presentata spontaneamente davanti al pubblico ministero di Terni. Ha ripercorso episodi di tanti anni fa che, hanno detto in molti, «mi hanno cambiato la vita». Due di loro hanno raccontato di aver subito abusi dal fondatore della comunità «Incontro» - che assiste i tossicodipendenti in programmi di recupero - quando erano minorenni. Non c’è ancora una nuova contestazione formale, ma se queste dichiarazioni trovassero conferma, la posizione del prete già indagato per violenza sessuale, potrebbe aggravarsi. Perché si tratterebbe di episodi di pedofilia e dunque un reato diverso da quello finora ipotizzato nei suoi confronti.

LE INDAGINI - I magistrati procedono con cautela, sanno bene che in casi del genere ci può essere una sorta di suggestione, talvolta anche un desiderio di rivalsa. Ma sanno anche che i collaboratori più stretti di don Gelmini si sono attivati per convincere alcuni giovani a ritrattare. In almeno due casi avrebbero cercato di incontrare chi aveva presentato la denuncia, avrebbero offerto soldi e favori per tentare di mettere tutto a tacere. E questo ha naturalmente contribuito a confermare il quadro accusatorio già delineato dai pubblici ministeri. Al fascicolo gli investigatori della squadra mobile di Terni hanno allegato decine e decine di intercettazioni telefoniche che mostrerebbero questa volontà di alcuni operatori della comunità di favorire don Gelmini. La voce del prete si sente raramente nei colloqui. Ad ascoltare le registrazioni sembra che ad occuparsi della vicenda siano i responsabili della sua segreteria. Sono loro a tenere i contatti con chi accusa, a tentare di far cambiare idea a chi ha fatto riaffiorare i ricordi. I magistrati hanno già verificato una trasferta a Torino di uno di loro che sarebbe stata organizzata per incontrare in carcere due giovani detenuti che erano stati tra i primi a presentare denuncia. Ora si va avanti. Il primo accertamento da svolgere per verificare i nuovi verbali riempiti nelle ultime settimane riguarda il periodo di permanenza di ogni giovane all’interno della comunità. Poi bisogna verificare che tipo di legami avessero con il fondatore, se ci siano stati problemi, quali siano stati i rapporti successivi. Sembra che in alcuni casi gli episodi raccontati siano molto circostanziati, che alcuni abbiano anche indicato testimoni in grado di confermare le proprie dichiarazioni. Soltanto al termine dei nuovi controlli, il magistrato deciderà eventuali provvedimenti. A metà agosto era circolata voce che potesse essere richiesta al giudice per le indagini preliminari una misura interdettiva per impedire un eventuale inquinamento delle prove. In realtà erano in corso altri riscontri e proprio in questi giorni si starebbe rivalutando la possibilità di sollecitare un pronunciamento del gip.

LA DIFESA - Inizialmente erano sei le persone che avevano raccontato le violenze. Uno ha narrato fatti risalenti al 1993, ha detto di essersi anche confidato con don Mazzi quando si è trasferito nella sua comunità. Il sacerdote ha confermato di aver ricevuto quelle confidenze, di aver consigliato al giovane di rivolgersi ad uno psicologo, di aver continuato ad aiutarlo prima di perdere le sue tracce. «Mi accusano - si era difeso don Gelmini - perché li ho allontanati dalla comunità. Alcuni di loro erano stati scoperti a compiere reati e sono stati cacciati. È la loro vendetta. Sono innocente e dunque resto assolutamente tranquillo. Porto la croce e prego per loro». Aveva anche attaccato la lobby ebraica e la massoneria come ispiratrici «di questa campagna diffamatoria contro di me» e ciò aveva spinto il suo avvocato Franco Coppi ad abbandonare la difesa. Ma poi la lista si è allungata, altri tre ragazzi sono usciti allo scoperto dopo aver saputo che era stata avviata un’inchiesta. E con il trascorrere delle settimane le denunce sono diventate decine. Adesso è possibile che don Gelmini decida di farsi nuovamente interrogare per continuare a respingere quelle che ha sempre definito «fantasie».

[DATA: 11/09/2007]

* il dialogo, Martedì, 11 settembre 2007


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