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Eu-ropa, Eu-angelo, ed UmaNITA’ .... contro l’omofobia e la cultura della morte!!!

SALVARE PEGAH. CARA "LONDRA" ... L’estradizione di Pegah Emambakhsh non sarebbe semplicemente un’ingiustizia, PER L’INGHILTERRA E L’EUROPA SAREBBE SOLO UN’IMMANE CECITA’ E UNA VERGOGNA PLANETARIA. Un articolo-appello di JOHN LLOYD, un’intervista a Pegah, e (a seguire) una proposta di SALVATORE CONTE - a cura di pfls

mercoledì 5 settembre 2007 di Maria Paola Falchinelli
[...] Pegah Emambakhsh ha trovato rifugio nel Regno Unito nel 2005, in seguito all’arresto, alla tortura e alla condanna a morte per lapidazione della sua partner sessuale (non è chiaro, ad ogni buon conto, se la sentenza è stata eseguita o lo sarà in futuro). La sua domanda di asilo però è stata respinta: secondo l’Asylum Seeker Support Initiative di Sheffield, dove Pegah si trova rinchiusa in un centro di detenzione, quando le è stato chiesto di fornire le prove della sua omosessualità e (...)

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> SALVARE PEGAH. CARA "LONDRA" ... L’estradizione di Pegah Emambakhsh non sarebbe semplicemente un’ingiustizia ... VERSO RINVIO RIMPATRIO!!!

lunedì 27 agosto 2007


-  ASILO A LESBICA IRANIANA, VERSO RINVIO RIMPATRIO
-  FRATTINI: LONDRA TENGA CONTO DEI RISCHI DEL RIMPATRIO
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La Gran Bretagna dovrebbe tenere conto del fatto che per Pegah Emamabakhsh "il rimpatrio in Iran potrebbe comportare non solo l’imprigionamento, ma anche la tortura e forse la morte". E’ quanto auspica, parlando con l’ANSA, il vice presidente della Commissione Ue Franco Frattini, che invita le autorità britanniche ad andare oltre "la questione tecnico-giuridica" che impedisce alla Gran Bretagna di riconoscere alla lesbica iraniana di 40 anni lo status di rifugiata politica. Frattini accoglie con favore la disponibilità manifestata dal governo italiano ad accogliere Pegah ("se serve a salvare una vita umana, ben venga questa iniziativa"), ma sottolinea che c’é un problema di "rispetto delle regole", che richiede da parte della Gran Bretagna "un approfondimento dell’ istruttoria".

BUTTIGLIONE: SI DEVE ACCETTARE ASILO

"L’Italia può e deve accettare la domanda di asilo politico di Pegah Embabkashsh, la donna iraniana condannata a morte nel suo paese perché lesbica". Lo afferma Rocco Buttiglione (Udc). "In sede di trasposizione di una direttiva europea sulla non discriminazione - spiega Buttiglione - il Senato ha approvato un emendamento, riformulato in Aula su mio suggerimento, che amplia in modo molto generoso il dettato della direttiva e mette l’Italia all’avanguardia nel mondo civile. Il Senato ha deciso che sia possibile accogliere le domande di asilo di chiunque sia perseguito nel suo paese per comportamenti che in Italia non costituiscono reato. Vi rientra il caso di Pegah come quello dei cristiani perseguitati nel mondo. L’emendamento è stato approvato praticamente all’unanimità". "E’ ovvio - aggiunge - che esso non implica nessuna valutazione moralmente positiva della omosessualità ma semplicemente una corretta distinzione fra la sfera della morale e quella del diritto ed il riconoscimento della trascendente dignità della persona umana che va sempre rispettata, anche quando compia delle scelte che possiamo non condividere. La distinzione fra morale e diritto è (dovrebbe essere) un cardine di una società liberale ed è proprio questa distinzione a non essere recepita dagli integralisti islamici".

POLLASTRINI: RIMPATRIO FORZATO SEMBRA RINVIATO

Sulla vicenda di Pegah "giungono primi segni di schiarita. Il rimpatrio forzato sembra, per il momento rinviato". Lo afferma il ministro dei Diritti e delle Pari Opportunità Barbara Pollastrini in una lettera inviata al gruppo Everyone in occasione del sit-in a sostegno della donna lesbica iraniana. Il ministro ha sottolineato che "l’impegno del governo Prodi per i diritti umani continuerà in questa come in altre vicende drammatiche".

IL POPOLO DELLA RETE FA APPELLO AL GOVERNO

Si moltiplicano i consensi e le iniziative di solidarietà sui siti internet irlandesi e britannici nei confronti di Pegah Emambakhsh, la lesbica iraniana, detenuta dal 13 agosto scorso nel centro detentivo di Yarls Wood (Sheffield), che dovrebbe essere rimpatriata domani in Iran e rischia la morte per lapidazione una volta messo piede nel suo Paese. Mentre il ministero degli Interni britannico mantiene il riserbo sulla questione, in Rete sempre più persone chiedono infatti al governo di cambiare idea e concedere l’asilo alla donna, che in patria ha avuto due figli in seguito ad un matrimonio combinato e ha perso la compagna, condannata a morte per lapidazione. Il portale di informazione britannico ’UK gay news’, che nei giorni scorsi aveva pubblicato articoli al vetriolo come quello intitolato ’Ashamed to be british’ (’Che vergogna essere britannicì), ha riportato oggi con risalto la notizia secondo la quale l’Italia è pronta a offrire asilo politico a Pegah. Il dibattito italiano ha avuto risalto anche sui media tradizionali: il quotidiano ’Guardian’ ha intervistato alcuni membri del Gruppo EveryOne, che che ha manifestato a Roma in sostegno della 38enne iraniana. Il caso di Pegah, che da giorni tiene anche l’Italia col fiato sospeso, è vissuto insomma con trepidazione da migliaia di persone anche nel Regno Unito. "Pegah must stay", Pegah deve rimanere, dice Queera, una utente del forum irlandese ’Sapphic Ireland’ e cita l’Islamic Punishment Act in vigore in Iran, che dagli articoli 127 a 134 regolamenta il reato dell’omossessualità, prevedendo pene che vanno dalle 100 frustate alla lapidazione. Crabapple, un’altra utente di Sapphic Ireland, suggerisce di fare quello che molti in Gran Bretagna hanno già fatto, cioé scrivere un appello a Jacqui Smith, il ministro degli Interni britannico. La Iranian Queer Organization (l’organizzazione dei gay e delle lesbiche iraniani) ha creato, su petitiononline.com, una pagina per Pegah, dove chiunque può sottoscrivere la petizione contro la sua deportazione.

* ANSA» 2007-08-27 17:31


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