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Linee di politica e antropo-teologia cattolica del Terzo Millennio dopo Cristo...

PEGAH EMAMBAKHSH. LE DUE RAGIONI PER CUI L’"AVVENIRE" NON HA DATO FINORA RISALTO ALLA VICENDA DELLA CITTADINA IRANIANA: IL CATECHISMO DELLA CHIESA CATTOLICA E IL SILENZIO DEI MEDIA INGLESI. La risposta del direttore a una lettera di Fabrizio Spano - a cura di pfls

mercoledì 29 agosto 2007 di Maria Paola Falchinelli
[...] Sono con lei, con una cautela - che spiega perché non abbiamo finora dato risalto alla notizia -: sui media inglesi (Times, Independent, Guardian, Bbc...), solitamente molto solerti nel dare eco alle battaglie in favore dei gay, non risulta traccia della vicenda, che ha trovato spazio solo su testate italiane. Con ciò, resto dell’avviso che sia giusto fare tutto il possibile per impedire che in una qualsiasi parte del mondo una persona sia messa a morte o finisca in prigione solo (...)

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> PEGAH EMAMBAKHSH. LE DUE RAGIONI PER CUI L’"AVVENIRE" NON HA DATO FINORA RISALTO ALLA VICENDA DELLA CITTADINA IRANIANA: IL CATECHISMO DELLA CHIESA CATTOLICA E IL SILENZIO DEI MEDIA INGLESI. .... Messaggio di Pegah Emambakhsh a tutti i gruppi e le persone che la stanno aiutando.

domenica 9 settembre 2007

Messaggio di Pegah Emambakhsh a tutti i gruppi e le persone che la stanno aiutando *

Grazie a una persona meravigliosa, una donna iraniana che vive in Italia ed è impegnata da molti anni nel campo dei Diritti Umani, un’amica che siamo orgogliosi di annoverare fra i membri del Gruppo EveryOne, siamo in contatto quasi quotidiano con Pegah, detenuta nel carcere di Yarl’s Wood. Oggi, 8 settembre 2007, Pegah Emambakhsh ha affidato alla nostra comune amica un messaggio rivolto a tutti i gruppi, gli attivisti, le personalità politiche, le persone comuni che si stanno occupando del suo caso:

"Cari amici, care amiche,

come sapete, sto vivendo giorni molto difficili, senza sicurezze per il mio futuro e con tanto dolore nell’anima. Non posso nascondere che ho ancora paura e che il distacco dai miei amati figli mi dà un dolore che a volte sembra insopportabile. Non immaginate neanche quanto mi sia di conforto sapere che ci siete voi. Non mi conoscete neanche eppure vi impegnate per me, vi esponete per me, lottate per me, mi scrivete e mi mandate fiori meravigliosi. Non mi aspettavo nulla di simile, ormai. Persino molti degli iraniani con cui ero in contatto qui nel Regno Unito, mi hanno abbandonata, quando hanno saputo il motivo per cui ho presentato domanda di asilo. Non li sento più, non hanno più intenzione di frequentarmi.

Non immaginavo che esistessero gruppi ed esseri umani come voi. Spero che il futuro mi conceda di conoscere una per una le persone che mi hanno dimostrato tanta amicizia. Sono rasserenata, sono felice di tutta questa protezione, di tutto questo amore che mi infonde energia e volontà di continuare a vivere. Cari amici miei, mantengo freschi i fiori che mi avete inviato. Ne sono così orgogliosa! Qui al centro di Yarl’s Wood hanno suscitato un po’ di gelosia da parte delle altre donne.

Leggo e rileggo le lettere e le cartoline che mi avete spedito. Ho tanto tempo per pensare a quello che mi sta succedendo e, nonostante non mi senta ancora pronta per parlare in pubblico, una volta fuori di qui voglio fare qualcosa per l’umanità. Grazie a tutti voi e a presto.

Pegah Emambakhsh".

* Anne’s Door. La cultura a difesa della vita


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