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"ITALIA". AMARE L’ITALIA: RIPRENDIAMOCI LA PAROLA. VAFFA-DAY?! ONORE A BEPPE GRILLO. Contro la vergognosa confusione dell’ "antipolitica" in Parlamento e della "politica" in Piazza, l’invito ad uscire dalla "logica" del "mentitore". Una lettera (2002), con un intervento di Beppe Grillo (la Repubblica, 2004), di Federico La Sala.

domenica 16 settembre 2007 di Maria Paola Falchinelli
[...] Economia allora non vuol più dire studiare, ricercare, inventare, produrre, ma ridere, ingannare e vendere. Conducendo gli affari di Stato come quelli pubblicitari e televisivi, i nostri mastrolindi sono riusciti in pochi anni a indebolire l’Italia più di quanto avessero fatto in decenni i loro protettori socialisti e democristiani. Adeguando diversi ministri e parlamentari alla volgarità e al turpiloquio delle loro televisioni, hanno ribaltato il significato della parola "volgare". (...)

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> "ITALIA". AMARE L’ITALIA: RIPRENDIAMOCI LA PAROLA. VAFFA-DAY: ONORE A BEPPE GRILLO. Una lettera (2002), con un intervento di Beppe Grillo (2004), di Federico La Sala.

mercoledì 12 settembre 2007


-  Il sondaggio di Ipr Marketing per Repubblica.it: largo appoggio ai princìpi generali
-  adesione all’elezione diretta dei parlamentari. Ma il comico non deve scendere in politica

-  Bravo Grillo, ma non scenda in politica
-  "Abolire i partiti? Non esageriamo"

di ALESSANDRA VITALI *

ROMA - Sulle proposte generali il consenso è alto, molto alto in alcuni casi, come l’elezione diretta dei parlamentari da parte dei cittadini, o il fatto che nessun cittadino italiano possa candidarsi in Parlamento se condannato in via definitiva o in primo o secondo grado. Ma quando si tratta di essere o meno d’accordo sull’abolizione dei partiti, le cose cambiano. E’ questo uno degli aspetti che emergono dal sondaggio sul V-Day di Beppe Grillo, realizzato dalla Ipr Marketing per conto di Repubblica.it, un’indagine condotta su un campione di 1000 cittadini disaggregati per sesso, età e area di residenza, che prende in considerazione anche le intenzioni di voto e quindi l’area politica di riferimento degli intervistati.

Elezione diretta. Il dato più massiccio che salta agli occhi è l’adesione dell’86% degli interpellati alla proposta di elezione diretta dei parlamentari da parte dei cittadini. Solo un 8% del totale del campione dice di non condividere l’indicazione, mentre ad associarsi è il 90% degli intervistati di area centro-sinistra e il 90% di area centro-destra; 76% di "sì" fra gli appartenenti ad altri orientamenti politici(o indecisi o astenuti).

No a condannati candidati. Uno dei punti della proposta di legge di Grillo prevede che nessun cittadino italiano possa candidarsi in Parlamento se condannato, in via definitiva o in primo o in secondo grado. Anche il questo caso i "sì" rappresentano la maggior parte: il 73% del totale del campione, diviso in un 75% dell’area di centro-sinistra e in un 69% dell’area di centro-destra. Anche gli indecisi, o astenuti, sono favorevoli nella misura del 75%.

Non più di due legislature. Le percentuali cambiano di fronte alla proposta di non poter essere eletti per più di due legislature. Il 50% del totale del campione condivide, con una leggera flessione fra gli elettori di centro-sinistra (51%) rispetto a quelli di centro-destra (54%), e a un 43% di adesioni fra gli intervistati di diverso o nessun orientamento. A non condividere la proposta è il 45% del campione totale: 43% nell’area centro-sinistra, 42% nell’area centro-destra, più alta (51%) la percentuale dei "no" fra gli "altri".

Eliminare i partiti. Situazione quasi paritaria fra i "sì" e i "no" di fronte al punto che prevede l’eliminazione dei partiti, "cancro della democrazia" come Grillo li ha definiti. Il 46% del campione approva, il 48% non condivide. Stessa percentuale (50%) di consenso fra centro-sinistra e centro-destra, mentre solo il 36% degli "altri" (contro il 56% di "no") condivide la proposta di abolire le formazioni politiche. In percentuale quasi eguale i no da parte di centro-sinistra e centro-destra, rispettivamente 44% e 45%.

L’iniziativa e i suoi princìpi. Nato e promosso sul Web, del V-Day era a conoscenza il 60% del campione, nonostante aderenti e organizzatori abbiano lamentato lo scarso rilievo dato dai media all’iniziativa. Ad esserne a conoscenza era il 60% degli elettori di centro-sinistra, il 57% di quelli del centro-destra e il 63% degli "altri". E sui princìpi che hanno ispirato la manifestazione, in linea generale, si dice "completamente d’accordo" il 47% del campione (54% centro-sinistra, 43% centro-destra, 44% altri). D’accordo "solo in parte" il 28% (24% centro-sinistra, 32% centro-destra, 28% altri). Sul totale del campione, i "non d’accordo" rappresentano il 23% (21% centro-sinistra, 23% centro-destra, 25% altri).

Il futuro di Grillo. Cosa fare del consenso: su una eventuale scelta di Grillo, il 64% del campione crede che il comico dovrebbe non scendere in politica ma influenzarla dall’esterno, con manifestazioni e altre inziaitive. Un auspicio più sentito dagli elettori di centro-sinistra (74%) che da quelli di centro-destra (63%), condiviso anche da un 57% degli "altri". Scarso il consenso alla sua eventuale discesa in campo con formazione di un partito nuovo, ipotesi condivisa solo dall’8% degli elettori di centro-sinistra e da un 25% degli elettori di centro-destra (31% altri). Più favorevoli gli interpellati di area centro-sinistra all’ingresso in politica del comico ma in un partito già esistente (11%), ipotesi non condivisa da quelli di area centro-destra (5%) e dagli altri (4%). Quale partito? Forse l’Italia dei valori: a questo il 12% degli intervistati, la percentuale più elevata, si sente di accomunare le tesi e le proposte lanciate dal V-Day. ma per il 41% degli italiani, le proposte di Grillo non sono vicine a nessun partito.

* la Repubblica, 12 settembre 2007.


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