Ansa» 2008-04-25 21:06
V2-DAY: BEPPE GRILLO CHIAMA, 450 PIAZZE RISPONDONO
"No a un’informazione degna di Ceausescu e di Pol Pot": Beppe Grillo chiama e decine di migliaia, ancora una volta, hanno risposto in 450 piazze italiane, e in 15 città all’estero, per il secondo ’Vaffa day’. L’iniziativa del "re dei blog" ha preso il via stamani in tutta Italia con i banchetti che hanno raccolto decine di migliaia di firme per l’abolizione dell’ordine dei giornalisti, della legge Gasparri e del finanziamento pubblico all’editoria. Il "cuore" della festa è stata TORINO, una delle città simbolo della Resistenza, che il comico genovese ha scelto per portare sul palco le sue provocazioni e le sue invettive (attacca Berlusconi, Gasparri e polemizza con Napolitano e i giornalisti camerieri). Nel capoluogo piemontese sono accorsi in 50mila, per lo più giovani e giovanissimi. "Dedichiamo questa manifestazione - ha esordito Grillo sul palco - a coloro che stanno manifestando nell’altra piazza, noi siamo la naturale continuazione dei nostri nonni, di quei valori di quella gente che ha combattuto, ha perso la vita per lasciarci una nazione più libera o quasi".
A GENOVA banchetti divisi, tra le due "anime" dei sostenitori di Beppe Grillo. In piazza della Vittoria, in centro, sono riuniti i cosidetti MeetUp2, che rivendicano l’indipendenza da ogni partito; in piazzale Kennedy, sul lungomare, si sono invece sistemati i MeetUp1, accusati dai primi di essere vicini all’Italia dei Valori. Tra i tanti a firmare stamani in Largo Cairoli, a MILANO, per il referendum sull’informazione, c’era proprio il leader dell’Italia dei Valori Antonio Di Pietro. A BOLOGNA sono state raccolte duemila firme, con gente in coda lungo i due lati di piazza Verdi e un clima da happening pre-estivo con bottiglie di Vaffancola e le vignette satiriche di Zap&Ida.
A FIRENZE, intorno alle 19 erano 6.500 le firme raccolte in piazza Santa Croce. Gli organizzatori hanno riferito che nelle file che si sono formate in piazza c’erano anche rappresentanti dei partigiani. Animato da cantanti e comici, sul palco allestito a Parco Schuster davanti al basilica di San Paolo, l’appuntamento dei sostenitori di Grillo a ROMA. Prima dell’avvio della no stop, fino a mezzanotte, è stato presentato il film reportage sull’11 settembre, ’Zero’. Oltre all’informazione, a NAPOLI non si poteva non affrontare il tema dell’emergenza rifiuti. Nel corso della giornata i simpatizzanti di Beppe Grillo si sono ritrovati in piazza Dante dove, accanto alla raccolta delle firme per una ’libera informazione’’, sono stati proiettati anche brevi filmati sulla questione rifiuti in Campania. Hanno lavorato oltre un mese i Grillini di VENEZIA per preparare il V2-Day di oggi, con banchi per la raccolta firme a Santa Margherita, nel centro storico veneziano, e a Mestre, in Piazza Ferretto. In Veneto, sono state più di trenta le postazioni, mentre a TRIESTE sono state più di 700 le firme raccolte ieri e oggi; 500 quelle a UDINE. Molte lamentele, tra gli animatori dei meet up nelle MARCHE, per la carenza di autenticatori delle firme ai tre referendum. Nella regione banchetti in 16 città. Più di 600 le firme raccolte al gazebo, allestito davanti all’Arco di Augusto, nel cuore di AOSTA. Molte quelle dei turisti. A CAGLIARI oltre un migliaio di firme raccolte fino al primo pomeriggio; il meet-up ha sistemato i banchetti sulla terrazza del Bastione, ma anche in riva al mare. Raccolte di firme anche in 11 città dell’ABRUZZO; dieci iniziative in CALABRIA e punti di racoclta anche a POTENZA e a MATERA.
TORINO,50 MILA IN PIAZZA PER LO SHOW DI GRILLO Un bagno di folla per Beppe Grillo nel V2-Day dedicato alla "libera informazione". Cinquantamila persone sotto un sole estivo (e 150 fra giornalisti e fotografi accreditati), hanno gremito piazza San Carlo a Torino, come nelle più riuscite manifestazioni sindacali.
Molti meno i presenti nella vicina piazza Castello, dove si sono tenuti concerti e letture per la festa della Liberazione promossa dal Comitato per l’affermazione dei valori della Resistenza. Salendo sul palco, il comico genovese ha voluto unire con un filo le due piazze e i due periodi storici: "Abbracciamo e ringraziamo - ha detto Grillo - coloro che ci hanno permesso di essere oggi qui su questo palco. Grazie ai partigiani di 63 anni fa, oggi siamo noi i nuovi partigiani della libera informazione. Siamo la naturale continuazione dei nostri nonni". Nel mirino del comico genovese, l’informazione, ma nei primi minuti del suo monologo i bersagli sono stati il presidente della Repubblica e Silvio Berlusconi. "Napolitano - ha detto - dovrebbe essere il presidente degli italiani e non il presidente dei partiti. Morfeo Napolitano dorme, fa il pisolino, poi esce e monita. Il referendum elettorale andava fatto prima, non dopo le elezioni". E, riferendosi al nuovo presidente del consiglio, ha urlato: "Pensate se Obama da presidente fosse anche il proprietario della Fox, della Abc e di altre televisioni".
Ogni affondo di Grillo è stato sottolineato da un’ovazione, che rimbombava anche nelle vie adiacenti la piazza. "Siamo tanti, 100 mila, se ...la questura ci aiuta". Il comico ha salutato con entusiasmo solo quelle che lui definisce le ’televisioni libere’: Al Jazeera, Cnn, Bbc, la tivù australiana". E’ di nuovo ritornato sulla presenza degli inquisiti in Parlamento ("Sono 70 pregiudicati senza che nessuno abbia saputo niente" ha detto mentre scorrevano i loro nomi su uno schermo) e sul dramma delle morti bianche. Ha attaccato Confindustria, la legge 30 e con una battuta ha detto che mentre gli operai muoiono "i politici campano cento anni". A interrompere Grillo solo un messaggio registrato di Adriano Celentano: "Sono d’accordo Beppe. Non è un antipolitico. Bisogna fare qualcosa prima che sia troppo tardi per controbattere le falsità che ogni giorno ci propinano". Un saluto al mattatore del V2-Day è stato portato anche, di persona, dal magistrato di Catanzaro, Luigi de Magistris mentre non si è visto il gip di Milano Clementina Forleo. "Quella gran donna - ha spiegato il comico genovese - non è potuta venire a Torino". La chiusura è stata affidata ad un giornalista doc, Marco Travaglio: "Continuate a cercare i buoni giornalisti, continuate a volere bene all’informazione, fate amicizia con i giornali e proteggeteli perché proteggendo loro proteggete anche voi stessi". Tra gli ospiti sul palco anche Maria Fida Moro. "Il nostro Paese è diventato privo - ha detto - di memoria e compassione".
DEL BOCA, ORDINE DEI GIORNALISTI VA RAFFORZATO L’Ordine dei giornalisti va rafforzato, non abolito: lo ha detto oggi, replicando al V2-Day di Beppe Grillo, il presidente nazionale dell’Ordine, Lorenzo Del Boca."Il giornalismo e i giornalisti hanno tante cose da farsi perdonare - ha detto del Boca - ma che cosa c’entra l’Ordine professionale? Anzi dovrebbe avere maggiori poteri per essere più incisivo nel far rispettare la deontologia". Senza Ordine - sostiene il suo presidente - non ci sarebbe modo di richiamare i giornalisti al rispetto della deontologia, delle regole di un giornalismo corretto, vincolato al principio della verità dei fatti. Anche sulle sovvenzioni va fatta chiarezza: "Alcune testate le ricevono senza meritarle, ma se non ci fossero finanziamenti, sarebbero ridotte al silenzio alcune voci libere, che non ce le farebbero a camminare da sole. Chi resterebbe in edicola? Gli editori che non avrebbero difficoltà a mettere mani al portafoglio per pagarsi una quantità di notizie cucite su misura".
SIDDI,SU ORDINE GIORNALISTI DI PIETRO NON CI AZZECCA Abolire l’Ordine dei giornalisti "con un colpo di spugna, senza un’idea di libertà garantita da un sistema di chiara legalità, significherebbe consegnarsi a poteri assoluti". E’ la replica di Franco Siddi, segretario della Federazione nazionale della stampa, all’auspicio del leader Idv Antonio Di Pietro, intervenuto a Milano alla raccolta firme per il referendum sull’informazione che prevede la cancellazione dell’Ordine, nel mirino del V2-Day di Grillo. "Diciamolo chiaro: sfidiamo lui e tutta la politica alla riforma - aggiunge Siddi in una nota - ma Di Pietro stavolta con il suo urlo, mediatico, non ci ha proprio azzeccato". Il segretario della Fnsi ’smonta’ il riferimento a Einaudi, citato da Di Pietro (insieme a Berlinguer) come personaggio che aveva criticato il ricorso all’Ordine "per poter scrivere e manifestare il proprio pensiero". Prima "di spararle grosse", dice Siddi, "occorre conoscere bene la storia e i fatti". Poi il segretario generale del sindacato dei giornalisti spiega che Einaudi quando si dichiarò contrario alla riedizione dell’Ordine professinionale dei giornalisti "pensava certamente all’Ordine di Mussolini. Quell’Ordine - sottolinea Siddi - non appartiene alla cultura centenaria dei giornalisti della Fnsi. Era l’Ordine di un regime basato sulla propaganda e non sull’informazione", quello "che si macchiò dell’orrenda colpa di collaborazionismo nell’applicazione delle leggi razziali". Per il segretario della Fnsi, l’attuale Odg "ha tanti difetti di funzionamento, causati da una politica capace solo di fare antipolitica sull’argomento anziché di fare le indispensabili riforme. Ma c’é un ordinamento della professione del giornalista che, nella parte fondamentale dei principi, è e deve restare intangibile".
DI PIETRO, LIBERI DI INFORMARE ANCHE SENZA ORDINE "Prima di me persone di ben altro valore come Einaudi e Berlinguer avevano criticato il ricorso all’Ordine dei giornalisti per poter scrivere e manifestare il proprio pensiero". Lo ha detto il leader dell’Italia dei Valori, Antonio Di Pietro, che stamani a Milano è intervenuto ai banchetti per la raccolte di firme per il referendum sull’informazione, che prevede l’abolizione dell’Ordine dei giornalisti. "Fu un atto di inciviltà - ha spiegato di Pietro - che nel ventennio Mussolini realizzò l’Albo per controllare l’informazione. Ora solo chi è iscritto all’Ordine è libero di informare mentre noi riteniamo che in uno Stato libero e civile tutti possiamo farlo. il giornalismo è una professione che non può essere soggetta a limiti in uno stato liberale".
"La maggior parte dei fondi dello Stato non vanno all’informazione vera ma a finanziare testate che nessuno legge e che nessuno ha visto se non nelle segreterie di partito". Lo ha affermato il leader dell’Italia dei Valori, Antonio Di Pietro, che stamani è intervenuto a Milano ai banchetti per la raccolte di firme per i referendum sull’informazione. "Ciò che chiediamo - ha spiegato Di Pietro - è una rivisitazione profonda della legge sul finanziamento dei giornali di partito e questo vuol dire che bisogna fare la legge. Nessuno però la vuole fare ecco perché il referendum è un grande istituto che mette con le spalle al muro la politica del doppio gioco, del lassismo e del rinvio". "Solo con un referendum - ha aggiunto - possiamo mettere sul tappeto la questione, come quando raccogliemmo le firme contro il finanziamento di partiti o per la legge elettorale. Tutti ci dicevano che facevamo antipolitica salvo il fatto che hanno dovuto provvedere a fare delle leggi. Ci auguriamo che non facciano anche in questo caso una legge truffa, però con il referendum vogliamo porre all’attenzione dell’opinione pubblica un problema da affrontare".
GASPARRI, DI PIETRO SI RASSEGNI MIA LEGGE RESTA "Di Pietro, la cui scarsa conoscenza di lingua e leggi è nota, si rassegni. La legge Gasparri resta in vigore e sarà applicata. Serve solo una piccola e secondaria modifica. Quando imparerà a leggere, scoprirà che le firme raccolte oggi per eventuali referendum, sono nulle perché le norme non consentono ora iniziative simili". Lo sottolinea Maurizio Gasparri, esponente di An e autore della legge nel mirino oggi del V-Day di Grillo. "Quando e se si terrà poi tra molti anni il referendum - spiega ancora Gasparri a Di Pietro che oggi ha firmato per l’iniziativa -, non si raggiungerà il quorum e vincerà la legge Gasparri. Per il resto faccia festa a spese dei cittadini con i soldi che lucra costituendo costosi gruppi parlamentari che negava di fare dicendo evidentemente bugie in campagna elettorale. Del resto non sempre si trovano regali sotto l’albero di Natale, manna dal cielo o soldi nelle scatole di scarpe".