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Gli "Ibridi", le "chimere", e la mitologia. Un omaggio a Giambattista Vico.

SCIENZA E FEDE VATICANA: LA CATTEDRA DELL’EMBRIONE. DOPO LE TRACCE DEL DNA, TROVATE LE IMPRONTE DIGITALI DI DIO!!! IL DISEGNO "INTELLIGENTE" DEGLI SCIENZIATI "CATTOLICI" E LA LORO VECCHIA E "DIABOLICA" ALLEANZA. Una nota del prof. Federico La Sala su alcuni resoconti di dibattiti in corso sulla bioetica, sull’evoluzionismo, e sul creazionismo.

A seguire, i "documenti" di riferimento
martedì 6 novembre 2007 di Maria Paola Falchinelli
"Duemila anni fa, un ovulo fu miracolosamente fecondato dall’azione soprannaturale di Dio, da questa meravigliosa unione risultò uno zigote con un patrimonio cromosomico proprio. Però in quello zigote stava il Verbo di Dio"(dichiarazione del Cardinale Darío Castrillón Hoyos alla XV conferenza internazionale del Pontificio consiglio, La Repubblica del 17 novembre 2000, p. 35)
FREUD, KANT, E L’IDEOLOGIA DEL SUPERUOMO. ALLA RADICE DEI SOGNI DELLA TEOLOGIA POLITICA EUROPEA ATEA E DEVOTA. (...)

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> DOPO LE TRACCE DEL DNA, TROVATE LE IMPRONTE DIGITALI DI DIO. IL DISEGNO "INTELLIGENTE" DEGLI SCIENZIATI "CATTOLICI" E LA LORO VECCHIA E "DIABOLICA" ALLEANZA. .... Legge 40 e diagnosi pre-impianto: la Chiesa contro i giudici di Cagliari.

martedì 25 settembre 2007


-  La Chiesa condanna la decisione della magistratura sulla diagnosi pre-impianto dell’embrione
-  Monsignor Betori: "La scelta dei giudici contraria alla Costituzione e alla legge 40"
-  Procreazione, lo sdegno della Cei

-  "Illegittima la sentenza di Cagliari"
-  "Non vogliamo cavalcare l’antipolitica"
*

CITTA’ DEL VATICANO - Come era prevedibile, non è piaciuta alla Chiesa cattolica la sentenza del Tribunale di Cagliari sul diritto per le coppie di far effettuare prima dell’impianto la diagnosi dell’embrione congelato in caso di ricorso alla fecondazione assistita. "La sentenza - ha commentato il segretario generale della Cei, monsignor Giuseppe Betori - appare in netto contrasto con la legge 40 e l’interpretazione della Corte Costituzionale: un giudice non può emettere un giudizio che smentisce la legge e la Consulta". Il segretario della Conferenza episcopale italiana, ha poi rincarato: "Pensavo che i tribunali applicassero le leggi e giudicassero in coerenza con esse".

A scandalizzarsi per la decisione della magistratura sarda è anche l’Udc, che per bocca del capogruppo alla Camera, Luca Volonté, ha chiesto l’intervento del ministro della Giustizia. ’’Il Guardasigilli verifichi le cause che hanno indotto il Tribunale di Cagliari ad accogliere una richiesta di selezione degli embrioni ignorando il fatto che in Italia l’eugenetica è vietata", ha affermato l’esponente dell’Udc. "Mastella - ha aggiunto - ci faccia sapere domani al ’Question Time’ in Aula se per caso il sistema giurisprudenziale italiano sia stato sostituito con il Common Law, con cui si giudica caso per caso e senza codice’’.

Difende invece la scelta del Tribunale di Cagliari il ministro per il Commercio Internazionale Emma Bonino. "Per fortuna, un elemento di buon senso", ha commentato l’esponente radicale. "Questa sentenza - ha precisato - apre però la porta ad altre domande: in particolare, quando la tecnologia mette a disposizione o dei medicinali o delle soluzioni per problemi che il cittadino può avere, è possibile impedire a questo cittadino l’accesso alle tecnologie, con motivazioni religiose o di qualunque tipo? Io credo che la libertà del cittadino, in questo caso, vada salvaguardata". "Quindi - ha concluso Emma Bonino - spero che questa sentenza riapra questo tipo di discussione".

Antipolitica. Betori, pur dicendosi preoccupato per la "fragilità del Paese" dovuta alla perdita di un "ethos collettivo", afferma che i vescovi non intendono "cavalcare l’antipolitica". Ricordano, invece, che per la dottrina sociale della Chiesa la partecipazione alla vita pubblica è un fatto positivo. "Abbiamo ribadito - riferisce Betori - la percezione della esistenza di una malattia sociale dell’ethos condiviso, riteniamo che sia un problema soprattutto culturale, che la Chiesa e la tradizione cattolica vadano valorizzate e non demonizzate nel dibattito pubblico per rispondere a questo problema".

(25 settembre 2007)


Fecondazione, la Cei contro i giudici: malati in nome della legge

di Paola Zanca *

«Pensavo che i tribunali applicassero le leggi». È un vero e proprio attacco alla magistratura, quello lanciato dal segretario generale della Cei, monsignor Giuseppe Betori contro il giudice di Cagliari che ha convalidato la diagnosi pre-impianto sugli ovuli di una donna sarda portatrice di talassemia. «Un giudice non può emettere un giudizio che smentisce la legge e la Consulta», ha ribadito Betori, mentre Avvenire, il quotidiano episcopale ha tuonato: «Il tribunale di Cagliari ha ordinato alla Asl e al primario di ginecologia dell’ospedale microcitemico del capoluogo di violare la legge 40».

La sentenza del tribunale di Cagliari crea un precedente importante perché mette in discussione uno dei capisaldi della legge 40 che vieta esplicitamente la diagnosi pre-impianto: la donna sarda coinvolta nell’inchiesta ha chiesto di poter eseguire la diagnosi pre-impianto prima di procedere con le tecniche di fecondazione in vitro perché portatrice di talassemia. I medici, grazie alla sentenza, potranno così verificare lo stato dell’embrione per accertarsi della possibilità che abbia ereditato la talassemia: solo nell’ipotesi che l’embrione sia sano si procederà quindi all’impianto e alla gravidanza.

La decisione del giudice ha scatenato un coro di reazioni. Il capogruppo Udc alla Camera, Luca Volontà, tira in ballo il ministro della Giustizia Mastella. Vuole sapere «se per caso il sistema giurisprudenziale italiano sia stato sostituito con il Common Law, con cui si giudica caso per caso e senza codice». Una scelta di «buon senso», invece, per il ministro per il Commercio Internazionale, Emma Bonino che ha spiegato che «quando esiste una tecnologia al servizio di una coppia, è impensabile impedirne l’accesso ai cittadini». Ottima notizia anche la senatrice Vittoria Franco, coordinatrice nazionale delle Donne Ds, secondo la quale la sentenza «apre la strada ad una modifica della legge 40 per consentire anche alle coppie portatrici di malattie ereditarie di ricorrere alla procreazione assistita».

Nel frattempo, per non veder infrangere il suo desiderio di maternità, la coppia sarda è andata a Istanbul. Lì, in quella Turchia che non riesce a entrare in Europa, la diagnosi pre-impianto l’hanno fatta. Ora, forse, la famiglia potrà allargarsi restando in Italia.

* l’Unità, Pubblicato il: 25.09.07, Modificato il: 25.09.07 alle ore 15.36


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