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Gli "Ibridi", le "chimere", e la mitologia. Un omaggio a Giambattista Vico.

SCIENZA E FEDE VATICANA: LA CATTEDRA DELL’EMBRIONE. DOPO LE TRACCE DEL DNA, TROVATE LE IMPRONTE DIGITALI DI DIO!!! IL DISEGNO "INTELLIGENTE" DEGLI SCIENZIATI "CATTOLICI" E LA LORO VECCHIA E "DIABOLICA" ALLEANZA. Una nota del prof. Federico La Sala su alcuni resoconti di dibattiti in corso sulla bioetica, sull’evoluzionismo, e sul creazionismo.

A seguire, i "documenti" di riferimento
martedì 6 novembre 2007 di Maria Paola Falchinelli
"Duemila anni fa, un ovulo fu miracolosamente fecondato dall’azione soprannaturale di Dio, da questa meravigliosa unione risultò uno zigote con un patrimonio cromosomico proprio. Però in quello zigote stava il Verbo di Dio"(dichiarazione del Cardinale Darío Castrillón Hoyos alla XV conferenza internazionale del Pontificio consiglio, La Repubblica del 17 novembre 2000, p. 35)
FREUD, KANT, E L’IDEOLOGIA DEL SUPERUOMO. ALLA RADICE DEI SOGNI DELLA TEOLOGIA POLITICA EUROPEA ATEA E DEVOTA. (...)

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> SCIENZA E FEDE VATICANA: DOPO LE TRACCE DEL DNA, TROVATE LE IMPRONTE DIGITALI DI DIO!!! IL DISEGNO "INTELLIGENTE" DEGLI SCIENZIATI "CATTOLICI" E LA LORO VECCHIA E "DIABOLICA" ALLEANZA. .... PROVA D’ORCHESTRA. "Se l’embrione sale in cattedra", "più che un essere passivo, in realtà rivela doti di direttore d’orchestra"!!!

mercoledì 7 novembre 2007

convegno

Se l’embrione sale in cattedra

Nonostante i progressi scientifici è un pianeta con molte zone ignote. Più che un essere passivo, in realtà rivela doti da direttore d’orchestra, a cominciare dal «dialogo» con la madre.

La prossima settimana se ne parlerà a Roma

DA ROMA LUIGI DELL’AGLIO (Avvenire, 07.11.2007).

« Il tuo destino comincia dal giorno uno» («Your destiny from day one»), ha fatto il giro del mondo questa frase da quando Helen Pearson l’ha scritta su Nature nel 2002. E il concetto è stato ripreso,con qual­che variazione,in altre riviste scientifiche. Tra cui il British Medi­cal Journal, che afferma: «l’em­brione non è passivo:è un attivo direttore d’orchestra che traccia il nostro futuro», perché non solo si prepara ad impiantarsi nel grembo della madre ma avvia con lei un dialogo intensissimo. «Da embrio­ni eravamo, all’inizio, privi di ossi­geno ma ci siamo fatti subito rico­noscere da nostra madre. Allora l’em­brione ha diretto la sinfonia della no­stra vita, dall’infan­zia all’adolescen­za » spiega il profes­sor Giuseppe Noia,docente di Medicina dell’età prenatale all’Uni­versità Cattolica. Dal ’protagonismo biologico’ del­l’embrione e dalla sua precoce rela­zione con la madre (messaggi ormonali, immunologi­ci, biochimici) si deduce che lo svi­luppo di un organismo è una se­quenza ordinata di cambiamenti progressivi che fanno crescere l’in­dividuo. Ma della genesi di un or­ganismo umano si parla poco an­che negli ambienti scientifici; «ep­pure genesi è un concetto-radice, un concetto-gemma anche se ap­pare un concetto dormiente» os­serva il professor Pietro Ramellini, docente del master di Scienza e Fede ,al Pontificio Ateneo ’Regina Apostolorum’. E quando avviene esattamente la genesi? È un pro­cesso ininterrotto oppure disconti­nuo? Si può dire che avvenga i- stantaneamente, che sia un evento da collocare «in qualche punto tra il contatto dei gameti umani e l’in­corporazione dello spermatozoo all’interno dell’ovocita» afferma Ramellini. Così è entrata subito «in medias res la conferenza stampa di presentazione del congresso inter­nazionale ’Ontogenesi e vita uma­na’ che si terrà a Roma dal 15 al 17 novembre presso il Pontificio Ate­neo ’Regina Apostolorum’, nel quadro del Progetto STOQ (Scien­ce, Theology and the Ontological Quest). Interverranno scienziati, fi­losofi e teologi proveniente da uni­versità di tutto il mondo, per lan­ciare un ponte,un dialogo fruttuo­so, senza stereotipi, sottolinea il Presidente del Pontificio Consiglio della Cultura, mon­signor Gianfranco Ravasi, nel suo in­tervento introdutti­vo. Rispondendo alle domande dei giornalisti, Ravasi ha affermato che rispettando le pro­prie frontiere, ogni parte deve sentire le ragioni degli al­tri. Il senso di que­sta presentazione è apparso chiaro: nel congresso gli uo­mini di scienza non potranno ignorare le ragioni altrui.

Che cos’è l’ontogenesi? L’etimolo­gia è greca e la parola significa la serie progressiva di stati di svilup­po attraverso i quali l’organismo individuale da ovocellula diventa organismo completo. I genetisti, ha sottolineato Ramellini, distin­gono l’ontogenesi dalla filogenesi che invece è l’evoluzione della spe­cie. Il concetto di genesi è come un fiume carsico che scorre sotto tutte le discipline. Il congresso esami­nerà le varie letture che sono state date del termine ’genesi’. Per Ra­mellini, genesi biologica è uno ’scoppio di luce’, il primo appari- re di una entità biologica. Un even­to che mette in moto nella madre reazioni biologiche a catena. Il professor Noia dice che se è la ma­dre che dà vita al feto è anche il fe­to che dà vita alla madre. Per e­sempio, se questa ha una malattia alla tiroide, le cellule staminali del feto intervengono subito per cu­rarla, trasformandosi in cellule nuove di quell’organo. Quando il legame biologico madre-figlio si spezza, per un aborto, spontaneo o procurato, la donna subisce un forte trauma, soprattutto psicolo­gico. «Soffro come se avessi perso una persona cara adulta» confes­sano pazienti che dopo l’aborto sono cadute nella depressione. E qui Giuseppe Noia fa sapere che «l’aborto è la prima causa di morte nel mondo occidentale» e aggiun­ge: «Perchè non estendere ai milio­ni di aborti la moratoria mondiale sulla pena di morte?».

Che cos’è la vita? Come ha potuto evolversi? Studiare l’ontogenesi sarà una prova di grande utilità per tutti,scienziati in testa, interviene padre Rafael Pascual, che insegna filosofia alla ’Regina Apostolo­rum’, il quale annuncia che il suc­cessivo mega-congresso si terrà al­la Gregoriana,nel marzo 2009 su ’Evoluzione e teorie evolutive’ per i 150anni dalla pubblicazione dell’Origine della specie di Charles Darwin.

Il Progetto Stoq (650 studenti di 56 paesi, in cinque anni, tremila par­tecipanti) è uno strumento che cambierà il rapporto tra scienza e fede, fa rilevare monsignor Ravasi perché punterà sul rigore dell’inse­gnamento e della ricerca, e anche su un modo aggiornato e più effi­cace di comunicare. «Una società senza ricerca decade. Ma dobbia­mo anche riuscire a rappresentare in modo diretto, con poche parole, realtà molto complesse. Occorre un nuovo lessico. L’italiano conta 150mila parole, l’inglese 500mila lemmi. Oggi ci si esprime con 800­1000 vocaboli».

Dietro una parola difficile come «ontogenesi» c’è il grande mistero di uno «scoppio di luce» che genera una nuova entità vivente.


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