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Per la Costituzione, contro la logica e la politica dell’antinomia del mentitore ...

IL COMPLOTTONE, IL CAPPOTTONE, LA FURBIZIA E LA PRIMAVERA CHE ARRIVA. PRODI: "CE LA POSSIAMO FARE"!!! Ma dobbiamo rimuovere la trappola, l’inganno, e la confusione!!! Dopo il Vaffa-Day, la Voce di Fiore lancia la proposta e chiede a tutti i cittadini-sovrani e a tutte le cittadine-sovrane, al Presidente della Repubblica e al Presidente del Consiglio, alle Università e a tutte le Scuole, di promuovere l’"ITALIA-DAY"!!!

PRODI: IO GETTARE LA SPUGNA? TUTTO INVENTATO.
venerdì 26 ottobre 2007 di Maria Paola Falchinelli
[...] Cosa sta succedendo in Italia? Cosa è successo all’Italia? Niente, non è successo niente?! Semplicemente, il nome Italia è stato ingabbiato dentro il nome di un solo PARTITO e noi, cittadini e cittadine d’ITALIA, siamo diventati tutti e tutte cret... ini e cret..ine. Epimenide il cretese dice: "Tutti i cretesi mentono". E, tutti i cretini e tutte le cretine di ’Creta’, sono caduti e cadute nella trappola del Mentitore.... e, imbambolati e imbambolate come sono, si divertono persino. (...)

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> L’ITALIA E "LA SOCIETA’ SPARENTE" (E. Morrone e F.S. Alessio). "CE LA POSSIAMO FARE" (Prodi)!!! .... Ridisegnare la mappa del bene comune (Pierpaolo Donati).

venerdì 28 settembre 2007

Lo Stato, oltre i particolarismi

Occorre riscrivere la mappa del bene comune *

di Pierpaolo Donati (Avvenire, 28.09.2007)

La profonda crisi che l’Italia sta attraversando è sotto gli occhi di tutti. La cosa pubblica è in mano a una miriade di partiti, gruppi di pressione e di interesse, migliaia di piccole e grandi lobby che si comportano come vere e proprie bande armate le une contro le altre. È la crisi del bene comune, che sta portando il Paese alla deriva.

La 45ª Settimana Sociale dei cattolici italiani, in programma per il prossimo mese di ottobre, dovrà affrontare questa sfida. Come possiamo porre rimedio ad un sistema societario che funziona in modo perverso, cioè premiando i particolarismi? Il mondo cattolico ha molto da dire al riguardo. Ma dovrà fare un grande sforzo per articolare in concreto i suoi principi fondamentali. Non si esagera se si afferma che si tratta di rifondare uno Stato sociale che, nelle pratiche quotidiane, si comporta come se il bene comune fosse solo un intreccio di interessi economici e politici, una forma di utilitarismo collettivo, volto a svincolare le persone dalle loro responsabilità relazionali. I frutti ci saranno se si penserà in grande, cioè nei termini di un processo costituzionale simile a quello che prese le mosse dal Codice di Camaldoli. Come farlo?

Ridefinendo il bene comune e tracciandone una nuova mappa. Richiamarsi alla Costituzione repubblicana, per quanto certamente valida nei suoi principi fondamentali, non sarà sufficiente per affrontare questo passaggio.

Si tratta, infatti, di comprendere che, al di là delle singole cause, molte e complesse, l’incapacità di perseguire il bene comune oggi deriva dal fatto che tutti gli attori, volenti o nolenti, sono forzati a condividere una concezione di Stato sociale - quella hobbesiana - secondo la quale il bene comune risiede in un contratto fra individui proprietari che in comune hanno solo la regola di non pestarsi i piedi a vicenda nel perseguire i propri interessi e conferiscono al Leviatano (lo Stato) il monopolio del potere politico affinché garantisca la competizione fra attori che sono, basicamente, lupi che lottano contro altri lupi. Questa configurazione si presenta oggi nella forma lib-lab, che combina le libertà individuali di competizione (lib) con il controllo statale delle uguali opportunità (lab). Per quanto ancora dominante (con politiche di welfare mix), questo assetto ha esaurito la sua spinta e diventa patogeno.

Per tracciare una nuova mappa del bene comune, occorre prendere atto che l’assetto lib-lab, per quanto democratico, alimenta solo la lotta fra interessi egoistici. La società odierna esprime l’esigenza di nuovi beni comuni nel senso che solo comunità di persone aventi orientamenti prosociali possono esprimerli e tutelarli. La mappa del bene comune deve essere riscritta come mappa di quei beni relazionali, primari e secondari, che sono oggi richiesti al di là dei beni strettamente statuali (imposti con la forza della legge) e di quelli strettamente privati (in quanto fruiti individualmente, senza che richiedano relazioni ad altri). Ciò vale in tutti i campi: politiche familiari, scuola, mercato del lavoro, imprese, università e ricerca, sanità e organizzazioni di cura, fino ai sistemi previdenziali e assicurativi.

Dobbiamo lasciarci alle spalle una concezione del bene comune inteso come somma dei beni individuali acquisiti attraverso opportunità individuali, per mettere in luce il fatto che il bene comune è invece costituito dalla relazione di scambio fra i soggetti sociali quando essi operano in base ai principi del primato della persona umana (la personalizzazione del welfare), della sussidiarietà (aiutare l’altro a fare quello che l’altro deve fare) e della solidarietà (la responsabilità è comune).


Sul tema, per non ripetere vecchi errori e per non equivocare, si cfr.:

La costruzione del "presepe" ... e la risata di "Giuseppe".

SALVIAMO LA COSTITUZIONE

La Fenomenologia dello Spirito .... dei "Due Soli". Un’ipotesi di rilettura della "Divina Commedia".


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