"Cara Veronica, restiamo lontani"
Flavia Prodi risponde alla moglie del Cavaliere: "Non si può dire che i due poli siano uguali"
di MARIA CORBI (La Stampa, 10/10/2007 - 7:39)
MERCATALE VAL DI PESA.«Cosa ci fate qui ad ascoltare due maestrine?». Flavia Prodi si stupisce che tra la platea di 30 anime nel paesino di Mercatale ci siano anche giornalisti. E’ arrivata insieme alla sua amica Valeria Fargion, capolista per Rosy Bindi in Toscana, senza autoblu e con il look «detesto fare la first lady» che la contraddistingue: polacchine allacciate, tailleur chiaro, golf girocollo. E’ qui per «sostenere Rosy» dice. «Ma quale è la novità? «Credo che la Bindi sia la traghettatrice del contenuti che mi stanno a cuore nel Partito democratico». Stasera si parla di welfare alla Casa del Popolo. Lei, sorride e tra molti «non fatemi dire cose che non ho detto» e molti « di questo non parlo», alla fine si lascia andare. Difficile tirarle fuori qualcosa del dibattito nato dalla «proposta» di Veltroni a Veronica Lario (declinata) che non è piaciuta per niente proprio alla Bindi.
Signora Prodi, ci dica almeno cosa pensa delle dichiarazioni della signora Berlusconi che legge nella proposta di Veltroni l’inizio della fine del muro tra i due schieramenti...
«Una cosa è il rapporto costruttivo tra maggioranza e opposizione, una cosa è dire che non ci siano più contenuti propri nei due schieramenti. E visto che siamo qui a parlarne, basti pensare all’idea di welfare dell’opposizione, molto diversa dalla nostra».
Qualcuno può vedere nel suo appoggio dichiarato a Rosy Bindi una volontà di fare politica?
«Si può fare politica a vari livelli e spero che il Pd al suo interno li consenta tutti. Io sono entrata in questa partita solo per quel che mi interessava, ben attenta a non pestare i piedi a nessuno. In famiglia di politico ne basta uno... ma poi non è nemmeno questo il problema».
Allora in futuro c’è una possibilità...
«Non ho nessuna intenzione di fare politica, a me piace insegnare, studiare non prendere decisioni. Per quanto riguarda il Partito democratico i candidati sono tutti rispettabili, ma ritengo che ciascuno debba scegliere quello che porta nel partito democratico le istanze che più lo rappresentano. Io e Rosy lavoriamo da anni insieme e mi sembra a scelta più naturale appoggiarla, oltre al fatto che è una donna».
Quanto conta il fatto che sia una donna nella sua scelta?
«Conta certo, anche perché le donne in politica fanno spesso una palestra importante in settori considerati “femminili” come la Sanità, la Solidarietà sociale, dove si devono gestire situazioni difficili e articolate e che fanno maturare una capacità di governo molto consistente».
Parlando di welfare entra nell’argomento anche la polemica sui «bamboccioni» di Padoa-Schioppa. Cosa ne pensa?
«Ormai qualsiasi pretesto è buono per inasprire la dialettica polemica, ma credo che sui giovani che fanno fatica a lasciare le case hanno ragione un po’ tutti. In questo fenomeno contano certamente le difficoltà che i ragazzi hanno confrontandosi con il precariato, la difficoltà economica che ostacola la loro indipendenza, ma è anche vero che oggi le famiglie sono cambiate, ci si sta bene, non sono più un luogo di conflitto, di genitori che impartiscono regole e figli che devono seguirle. E anche questo fa si che si stia più volentieri a casa».
Le tasse sono bellissime?
«Cerchiamo di non far diventare le tasse una parolaccia», per questo spiega Flavia Prodi, bisogna iniziare dalle politiche sociali.