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La Costituzione - le "regole del gioco" e il dialogo, quello vero ...

ALL’ITALIA NEL MONDO. IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA OFFESO E RIDOTTO AL SILENZIO. A TUTTI I CITTADINI E A TUTTE LE CITTADINE TOLTA "LA PAROLA": ITALIA. CHE SCEMPIO!!! IL LENTO E SOTTILE "AVVELENAMENTO DEI POZZI" DELLA DEMOCRAZIA E IL SONNO DI TUTTE LE SUE ISTITUZIONI CULTURALI, DELL’UNIVERSITA’ E DELLA SCUOLA PUBBLICA!!! Una nota (2003) di Federico La Sala

lunedì 4 febbraio 2008 di Maria Paola Falchinelli
[...] Il trucco del
NOME ("Forza ITALIA") è da manualetto del ... piccolo
ipnotizzatore e da gioco da baraccone ... politico! E penso
che aver lasciato fare questa operazione, io ritengo,
sia stata la cosa più incredibile e pazzesca che mai un popolo (e
soprattutto le sue Istituzioni e partiti) abbia potuto fare
con se stesso e con i propri cittadini e le proprie cittadine: è vero che stiamo diventando tutti vecchi e vecchie, ma questa è roba da suicidio collettivo! [...] (...)

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> ALL’ITALIA NEL MONDO. IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA OFFESO E RIDOTTO AL SILENZIO. A TUTTI I CITTADINI E A TUTTE LE CITTADINE TOLTA "LA PAROLA" E LA STESSA POSSIBILITA’ DI GRIDARE: FORZA ... ITALIA!!! CHE SCEMPIO!!! ...... Mafia, chiesta condanna 8 anni per Cuffaro. Berlusconi: "Sono solidale con lui".

lunedì 15 ottobre 2007


-  La richiesta avanzata dal procuratore nei confronti del governatore della Sicilia
-  Gli avvocati chiedono il trasferimento del processo "per grave situazione ambientale"

-  Mafia, chiesta condanna a 8 anni per Cuffaro
-  Berlusconi: "Sono solidale con lui"
*

PALERMO - Otto anni di reclusione: questa la richiesta avanzata dal procuratore aggiunto Giuseppe Pignatone, al termine della requisitoria nel processo alle cosiddette "talpe della Dda", nei confronti del presidente della Regione Sicilia, Salvatore Cuffaro, imputato di favoreggiamento a Cosa nostra e rivelazione di notizie riservate. I pm hanno poi chiesto la condanna a 18 anni per il manager della sanità privata Michele Aiello, che deve rispondere di associazione mafiosa; nove anni per il maresciallo del Ros Giorgio Riolo, accusato di concorso in associazione mafiosa; cinque anni per il radiologo Aldo Carcione, imputato di concorso in rivelazioni di segreto d’ufficio. Pene pecuniarie sono state invocate per le società Atm (1 milione e 549 mila euro) e per la Diagnostica per immagini (un milione di euro).

Al fianco del Governatore si schiera Silvio Berlusconi che conferma "la solidarietà" a Cuffaro. "La stima che nutro nella sua intelligenza mi fa escludere in maniera assoluta che egli possa essere coinvolto in quelle vicende in cui si pretende di coinvolgerlo" dichiara il presidente di Forza Italia.

"Questo è stato definito il processo alle ’talpe’ - ha detto il procuratore Pignatone, alla fine della requisitoria, prima di formulare le richieste di pena - ma questa definizione è riduttiva. Questo processo ha svelato alcuni aspetti strategici e vitali per Cosa nostra, facendo emergere il coacervo di interessi illeciti che hanno accomunato mafiosi, imprenditori, professionisti ed esponenti delle istituzioni, compresi rappresentanti politici. Mai, come in questo processo è stato ricostruito, in un’aula giudiziaria, il fenomeno delle fughe di notizie, rivelando un panorama desolante di sistematico tradimento anche da parte di esponenti degli apparati investigativi".

In riferimento alla fuga di notizie, attribuita al governatore della Sicilia, sull’esistenza di intercettazioni a casa del boss Guttadauro, che nel 2001 portò alla rimozione della microspia e alla neutralizzazone dell’indagine, Pignatone ha sottolineato la "gravità della condotta di Cuffaro, che in quei giorni veniva eletto presidente della Regione siciliana". L’ultima considerazione, Pignatone l’ha dedicata al "comportamento processuale degli imputati" perché "non è stato possibile ricostruire l’intera catena delle rivelazioni delle notizie riservate, e dunque accertare se vi era una fonte interna alla Procura, e chi era quella persona in diretto collegamento con Roma, con cui Cuffaro commentava l’esito delle indagini".

"A questo punto ci aspettavamo una richiesta pesante, peraltro anticipata anche in questi giorni da qualcuno. Certo, non ci attendavamo il massimo previsto dalla legge. Comunque da noi, anche la richiesta di un solo giorno di carcere, sarebbe stata ritenuta eccessiva". Questo il commento dei legali di Cuffaro, Nino Caleca e Nino Mormino, che proprio questa mattina hanno depositato, nella terza sezione del Tribunale di Palermo, l’istanza in cui chiedono la "remissione" del processo in altra sede giudiziaria per "la grave situazione ambientale". A decidere sarà la Cassazione.

* la Repubblica, 15 ottobre 2007.


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