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La Costituzione - le "regole del gioco" e il dialogo, quello vero ...

ALL’ITALIA NEL MONDO. IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA OFFESO E RIDOTTO AL SILENZIO. A TUTTI I CITTADINI E A TUTTE LE CITTADINE TOLTA "LA PAROLA": ITALIA. CHE SCEMPIO!!! IL LENTO E SOTTILE "AVVELENAMENTO DEI POZZI" DELLA DEMOCRAZIA E IL SONNO DI TUTTE LE SUE ISTITUZIONI CULTURALI, DELL’UNIVERSITA’ E DELLA SCUOLA PUBBLICA!!! Una nota (2003) di Federico La Sala

lunedì 4 febbraio 2008 di Maria Paola Falchinelli
[...] Il trucco del
NOME ("Forza ITALIA") è da manualetto del ... piccolo
ipnotizzatore e da gioco da baraccone ... politico! E penso
che aver lasciato fare questa operazione, io ritengo,
sia stata la cosa più incredibile e pazzesca che mai un popolo (e
soprattutto le sue Istituzioni e partiti) abbia potuto fare
con se stesso e con i propri cittadini e le proprie cittadine: è vero che stiamo diventando tutti vecchi e vecchie, ma questa è roba da suicidio collettivo! [...] (...)

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> ALL’ITALIA NEL MONDO. ---- La lettera di Celli apre il dibattito: "Figlio mio, devi lasciare l’Italia". La risposta: papà ci voglio pensare

lunedì 30 novembre 2009

Il futuro della ’meglio gioventù’: rimanere o andare all’estero?

La lettera di Celli apre il dibattito: "Figlio mio, devi lasciare l’Italia". La risposta: papà ci voglio pensare

ultimo aggiornamento: 30 novembre, ore 22:08

Roma - (Adnkronos/Ign) - Critiche e approvazioni sul testo del direttore generale della Luiss, pubblicato da ’Repubblica’, che invita i giovani ad abbandonare il Paese. Dì la tua nel FORUM. Meloni: ’’Dichiarazioni molto snob’’. Casini: "Preoccupazioni condivise". Mons. Sigalini: "No a fuga ma tentare tutte le strade". ’Ffwebmagazine’: "Ragazzi restate, aiutateci a cambiare l’Italia". (VIDEO). AAA cercasi lavoratori laureati o diplomati. La disoccupazione sale al 7,4%

Roma, 30 nov. (Adnkronos/Ign) - "Avremmo voluto che l’Italia fosse diversa e abbiamo fallito". Così scrive al figlio Pierluigi Celli, ex direttore generale della Rai e attualmente direttore generale della Luiss, in uno dei passi più rilevanti della lettera che ’La Repubblica’ mette in prima pagina. Una lettera in cui Celli incoraggia il suo ragazzo a lasciare l’Italia perché "non è più un posto in cui si possa stare con orgoglio". Si scatenano i commenti tra critiche e approvazioni.

E non manca la replica del figlio. ’’Condivido le riflessioni di mio padre, ma al momento non ho ancora deciso se andare a vivere all’estero. Deciderò dopo aver preso la laurea’’, dice all’ADNKRONOS Mattia Celli, 23 anni maturità scientifica, al secondo anno di specialistica in ingegneria meccanica alla Sapienza di Roma. Si tratta di una scelta difficile, "l’Italia è sempre l’Italia", sottolinea il giovane anche se d’accordo con l’analisi del padre. "L’idea di andare comunque all’estero per un paio di anni e dopo decidere se restare o meno dipenderà anche dall’argomento della tesi di laurea. Mi piacerebbe -spiega- fare qualcosa nell’ambito della ricerca. Un settore dove in Italia ci sono enormi difficoltà e quindi sarebbe inevitabile andare all’estero’’. Mattia Celli, comunque, ’’esclude scelte definitive’’. ’’Nel nostro paese gli ingegneri -osserva- hanno spazi e possibilità per sfondare se possiedono un’adeguata base di conoscenza, anche se spesso la loro professionalità non è adeguatamente considerata, soprattutto da un punto di vista economico’’.

A bollare come ’’snob’’ le dichiarazioni Pierluigi Celli è il ministro della Gioventù, Giorgia Meloni. ’’Mi sembrano dichiarazioni molto snob da parte di chi avrebbe avuto tempo e modo per offrire un futuro migliore alle nuove generazioni - sottolinea Meloni - ma evidentemente aveva ben altro a cui pensare. Ed ora piuttosto che porsi il problema di rimediare ai propri errori, invita i giovani italiani a disertare dalla speranza di potersi realizzare nella terra in cui si è nati’’. ’’A costoro - avverte Meloni - rispondo che la realtà di tutti i giorni fuori dai consigli di amministrazione delle grandi aziende è durissima, e questo la mia generazione lo sa bene, ma non smetterà mai di lottare né di respingere al mittente i consigli dei cattivi maestri’’.

Il messaggio di Celli è condiviso invece dal leader dell’Udc, Pier Ferdinando Casini che si dice altrettanto preoccupato per il futuro dei giovani. La questione posta "non è una casa banale -spiega -, è una preoccupazione che tutti avvertono per i loro figli, io lo sento per le mie figlie’’. ’’Noi 50enni -aggiunge il leader dell’Udc- abbiamo avuto la fortuna di nascere dalla parte giusta, siamo cresciuti in un sistema che ci ha garantito libertà, democrazia e sviluppo economico. Ciascun genitore sogna che i suoi figli stiano meglio di lui e realizzino culturalmente e socialmente uno stadio e uno stato migliore di quello che li ha preceduti. Oggi tutti gli indicatori ci dicono che difficilmente i nostri figli riusciranno a garantirsi livelli sociali migliori di quelli che noi avevamo garantito’’.

Per Pino Sgobio (PdCI) "la lettera di Celli mette il dito nella piaga e svela la drammatica realtà che attraversa l’Italia. Nel nostro Paese, soprattutto per quanto riguarda il Sud, c’è un vuoto impressionante, una vera e propria mancanza di futuro e di prospettiva per i giovani"

Non la pensa così FareFuturo che sul sito ’Ffwebmagazine’ lancia un messaggio di speranza per il futuro dei giovani. Se ne fa portavoce il direttore stesso, Filippo Rossi che scrive: "Un quadro fosco, quello di Celli, di un pessimismo forse esagerato". Ma senza entrare nel merito e dare consigli alternativi, "ci sentiamo" solo di fare una richiesta e dare una speranza. "La speranza che l’Italia non venga privata di una generazione che, oggettivamente, è stata abbandonata a se stessa, prigioniera del presente, senza prospettive, senza un sogno collettivo, senza un’idea di futuro". Per questo è necessario aggrapparsi ad "un ottimismo della volontà, a un ’boia chi molla’ che non significa nulla se non questo: ti prego, vi prego -è l’appello di Rossi- non ci abbandonate, aiutateci a cambiare un Paese che non si merita questo presente... aiutateci a non mollare".

Chi conosce da vicino i ragazzi è Monsignor Domenico Sigalini, secondo il quale "un giovane non va mai invitato a fuggire". L’assistente ecclesiastico generale di Azione Cattolica, organizzatore di diverse Giornate mondiali della gioventù nonché vescovo di Palestrina ritiene che sia "sbagliata" l’esortazione di Celli. "I giovani - dice all’ADNKRONOS- devono avere coraggio, rimboccarsi le maniche e tentare tutte le strade, mai fuggire. Del resto, quanti giovani, pur nelle immense difficoltà, tirano la cinghia".

Proprio nei giorni scorsi il vescovo di Azione Cattolica si è recato in Sicilia per incontrare i giovani. "Certamente si lamentavano tutti -spiega monsignor Sigalini-. In tanti lamentavano di non avere un lavoro e un guadagno certo ma è troppo facile espatriare o invitarli a farlo. Bisogna rimboccarsi le maniche. Proprio perché gli adulti hanno fallito, bisogna tenere alto il livello dei loro ideali e lasciare che i giovani abbiano uno slancio senza tarpare loro le ali".


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