Ansa» 2007-10-29 18:34
ABORTO E EUTANASIA: IL PAPA, OBIEZIONE DI COSCIENZA DEI FARMACISTI
CITTA’ DEL VATICANO - L’obiezione di coscienza è un "diritto riconosciuto" anche per i farmacisti in caso di medicine "con scopi immorali", come aborto ed eutanasia. C’é poi da ribadire un diritto alle cure che è di tutti, e va garantito soprattutto agli indigenti e ai Paesi più poveri. Lo afferma il Papa, chiedendo inoltre che scienza e ricerca siano per il "benessere" delle persone, prima che per il progresso scientifico. Benedetto XVI ha trattato ad ampio raggio questi temi nell’udienza che ha concesso ai partecipanti al congresso internazionale dei farmacisti cattolici, nel giorno in cui in Cile il ministero della Salute ha imposto una multa di 33 milioni di pesos a tre catene farmaceutiche che non vendono la pillola abortiva.
L’obiezione di coscienza del farmacista, ha dunque rimarcato il Papa, è diritto riconosciuto quando si tratti di fornire medicine "che abbiano scopi chiaramente immorali, come per esempio l’aborto e l’eutanasia". E i farmacisti, importanti "intermediari tra i medici e i pazienti", "facciano conoscere le implicazioni etiche di alcuni farmaci".
"In questo campo - afferma il Papa - non è possibile anestetizzare le coscienze, per esempio circa gli effetti di molecole che hanno lo scopo di evitare l’annidamento di un embrione o di cancellare la vita di una persona". "Il farmacista - sostiene Benedetto XVI - deve invitare ciascuno a un sussulto di umanità, perché ogni essere sia protetto dalla concepimento fino alla morte naturale e perché i farmaci svolgano davvero il proprio ruolo terapeutico".
Le parole del Papa sono giudicate "apprezzabilissime" dal presidente della Federazione degli ordini dei farmacisti italiani (Fofi), Giacomo Leopardi, che si augura che il ddl in merito, fermo alla Camera, "venga approvato al più presto". Secondo Leopardi, infatti, in Italia "molti farmacisti ritengono di essere equiparabili ai medici quanto a diritto all’obiezione di coscienza, ma nei fatti le cose vanno diversamente" perché se c’é una prescrizione del medico il farmacista deve consegnare il farmaco.
Il perseguimento di un bene per l’umanità non può essere fatto a detrimento del bene delle persone trattate", ha detto papa Ratzinger a proposito dei motivi della ricerca. "Le differenti strutture farmaceutiche, dai laboratori ai centri ospedalieri alle industrie, così come l’insieme dei nostri contemporanei" per il Papa dovrebbero avere "la preoccupazione della solidarietà nel campo terapeutico, per permettere un accesso alle cure e ai medicinali di prima necessità a tutti gli strati della popolazione e in tutti i Paesi, soprattutto alle persone più povere".
A questo proposito il presidente di Farminundustria, Sergio Dompé, commenta che i brevetti non sono un ostacolo alla solidarietà: obiettivo deve essere risolvere "una difficile equazione; far convergere il valore sociale e scientifico del farmaco, traducendo questo in un valore economico per la collettività". A suo avviso si può arrivare alla "solidarietà in campo terapeutico", ma allo stesso tempo occorre "creare le condizioni per rafforzare la possibilità di sviluppo e di ricerca".
Viste le "implicazioni etiche" di questi temi il Papa ha auspicato una mobilitazione di quanti lavorano in tutte le professioni della sanità, cattolici e "persone di buona volontà", perché si approfondisca "la formazione non solo sul piano etico, ma anche in ciò che concerne le questioni bioetiche". "L’essere umano - ha ribadito papa Ratzinger - deve essere sempre al centro delle scelte biomediche" e "le scienze biomediche sono al servizio dell’uomo; se ciò non fosse, sarebbero fredde e inumane".
FEDERFARMA, E’ OBBLIGO GARANTIRE QUELLI PRESCRITTI - "E’ un obbligo per i farmacisti, così come previsto dalla legge, garantire ai cittadini di trovare in farmacia i medicinali prescritti dal medico": è il segretario di Federfarma, Franco Caprino, a spiegarlo commentando l’appello del Papa a favore dell’obiezione di coscienza per i farmacisti nella vendita di medicinali come la pillola del giorno dopo. Caprino sottolinea così il ruolo delle farmacie che per altro non possono fare obiezione così come previsto dalla legge.