L’INTERVISTA.
Parla Graziano Cecchini: "Non hanno prove, quell’uomo è solo uno che mi somiglia"
"Stavo per pubblicare delle cose che faranno rumore sul generale Dalla Chiesa". E’ stata un’intimazione a tacere
Ma il pittore accusato nega tutto
"Mi hanno voluto incastrare"
ROMA - Graziano Cecchini, perché l’ha fatto? "Mica l’ho fatto io".
Non è credibile: lei è stato ripreso da telecamere. "Guardi che se fossi stato io non avrei alcun problema a dirlo. Anzi, domani (oggi, ndr) alle 10 di mattina darò la mia versione dei fatti assieme al mio avvocato in una conferenza stampa davanti alla questura di Roma".
Che cosa vuole spiegare? "Che hanno voluto mettermi in mezzo; e sono pronto a denunciare funzionari e istituzioni che vogliono colpevolizzarmi. Non hanno prove nei miei confronti".
La sta buttando in complotto, ma i fatti dicono altro: la Digos le ha perquisito casa, lei è stato denunciato a piede libero per danneggiamento di edifici pubblici e altri reati. "Sì, la Digos mi ha svegliato e mi ha rovinato il compleanno. Perché proprio oggi compio 54 anni, portati splendidamente. Mi hanno guastato la festa. Mi hanno portato un atto del magistrato molto cervellotico e scritto addirittura a mano. Con articoli del codice che fanno ridere".
Perché qualcuno ce l’avrebbe con lei? "Perché forse do fastidio. Stavo per pubblicare delle notizie che ancora non sono uscite. È stata un’intimazione a tacere".
Quali notizie? "Delle cose riguardanti una recente fiction sul generale Dalla Chiesa".
Lasci stare i morti e parliamo del presente. Ripeto: perché qualcuno ce l’avrebbe con lei? "Perché io ce l’ho col sindaco Veltroni, lui non può permettersi di parlare di democrazia, di libertà in un Paese in cui non si possono scrivere le proprie opinioni".
Ci sono le immagini che la ritraggono accanto alla fontana mentre versa il liquido rosso. "Insisto: quello non sono io. È qualcuno che mi somiglia molto. Tempo fa, mentre stavo mangiando al ristorante Pomodorino, dei poliziotti mi hanno fissato come se fossi chissà chi, mi avevano scambiato per un’altra persona. Aspetto che mi diano le prove".
Se questa è la linea difensiva, faccia pure. Lei, comunque, approva o no quello che è stato fatto alla Fontana di Trevi? "Come artista quale io sono da quarant’anni, come pittore che dipinge, è legato a un certo mondo e apprezza il futurismo, approvo. Innanzitutto perché è stato un gesto non violento, che non ha provocato danni. Se si vuole è stata un’azione di hackeraggio del tutto innocua. Ma capisco che possa aver disturbato la Festa del Cinema. Ma dall’approvazione a individuare me come capro espiatorio ce ne passa".
Cecchini, lei fa il pittore, è vicino ad ambienti di destra, condivide quel che è stato fatto alla fontana. Non neghi più: è stato lei. "L’eterosessuale che condivide le problematiche dei gay non è detto che sia gay. La stessa cosa dicasi per me. Io sono uno che a Roma si dà del tu con molte persone, con Veltroni stesso, e con molti esponenti del centrodestra: Alemanno, Storace, Gramazio. Ma questo non significa che io condivida le posizioni del centrodestra italiano". (m. ans.)
* la Repubblica, 22 ottobre 2007.