Cosmologia, antropologia, e disagio della civiltà
Tracce per una seconda rivoluzione copernicana e necessità dello "spaccio della bestia trionfante".
In memoria di Giordano Bruno (17 febbraio 1600).
"SPACCIO DELLA BESTIA TRIONFANTE. Opera (1584) di G. Bruno. Il testo, come tutti i dialoghi in volgare italiano pubblicati da Bruno a #Londra tra il 1584 e il 1585, è stampato nell’officina tipografica di John Charlewood, pur recando sul frontespizio la falsa indicazione di #Parigi come luogo di stampa.
[...] Lo «spaccio» (l’espulsione) dal cielo delle figure mitologiche che sin dall’antichità erano divenute simboli di specifici tratti caratteriali svela come la conquista di una rinnovata umanità comporti lo «spaccio» dei vizi/bestie che devastano l’animo umano.
Al posto delle costellazioni vanno collocate le personificazioni delle virtù, che Bruno indica come portatrici di valori positivi (Verità, Bontà, Prudenza, Fortezza, Filantropia, Magnanimità: «Nessuna legge che non è ordinata alla prattica del convitto umano deve essere accettata») nel cielo allegorico e nell’orizzonte etico dell’umanità.
In questo contesto si inserisce una dura condanna per la perdita della dimensione sapienziale originaria, in cui l’uomo aveva un contatto diretto con la sfera del divino attraverso la Natura; tale perdita è causata dall’affermarsi della religione giudaico-cristiana, la cui forma deteriore è rappresentata dagli esiti recenti della Riforma (in partic. la dottrina della salvezza sola fide).
Nella linea di filiazione giudaico-paolino-luterana, Bruno individua la ragione del rovesciamento delle leggi di natura, la dolenda secessio che ha portato alla frattura tra uomo e divinità; così nello S. Bruno rimpiange attraverso una traduzione rivisitata del celebre Lamento ermetico dell’Asclepius quel rapporto tra umano e divino che passa attraverso il #riconoscimento della Natura come «diva madre», umiliata e vilipesa dalla posizione secondaria in cui la relegano le religioni rivelate. Il compito della «nova filosofia» è quindi il recupero delle radici della storia dell’umanità, il capovolgimento del rapporto tra cristianesimo e sapienza antica, riaffermando finalmente la perduta unità fra uomo, Natura e Dio. [...]". ( cit. da: Dizionario di Filosofia - Treccani).
FLS