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EVANGELO ED EUROPA. "NOSTRA AETATE": MEMORIA DELLA LIBERTA’ E STORIA DELLA LIBERAZIONE. SALVATI DALLA SPERANZA DEL DIO-AMORE ("CHARITAS") NON DAL DIO-MAMMONA ("CARITAS")!!!

IL PAPA HA DECISO DI DARE IL VIA AD UN NUOVO CONCILIO, AL CONCILIO ECUMENICO VATICANO II. PACE E DIALOGO SU TUTTA LA TERRA, TRA TUTTI GLI ESSERI UMANI, TUTTE LE RELIGIONI, TUTTI I CREDENTI E I NON CREDENTI. QUESTA LA DICHIARAZIONE DI APERTURA - a cura di Federico La Sala

A Noi sembra di dover risolutamente dissentire da codesti profeti di sventura, che annunziano sempre il peggio, quasi incombesse la fine del mondo
lunedì 22 ottobre 2012 di Maria Paola Falchinelli
DISCORSO DI PAPA GIOVANNI XXIII PER L’APERTURA DEL CONCILIO VATICANO II *
"Spesso infatti avviene, come abbiamo sperimentato nell’adempiere il quotidiano ministero apostolico, che, non senza offesa per le Nostre orecchie, ci vengano riferite le voci di alcuni che, sebbene accesi di zelo per la religione, valutano però i fatti senza sufficiente obiettività né prudente giudizio. Nelle attuali condizioni della società umana essi non sono capaci di vedere altro che rovine e guai; vanno dicendo (...)

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> IL PAPA HA DECISO DI DARE IL VIA AD UN NUOVO CONCILIO, AL CONCILIO ECUMENICO VATICANO II! PACE E E DIALOGO SU TUTTA LA TERRA, TRA TUTTI GLI ESSERI UMANI, TUTTE LE RELIGIONI, TUTTI I CREDENTI E I NON CREDENTI. QUESTA LA DICHIARAZIONE DI APERTURA ---- NON C’E’ PIU’ SPERANZA? (di don Aldo Antonelli).

lunedì 3 dicembre 2007

NON C’E’ PIU’ SPERANZA? *

Non ancora riesco a leggere l’enciclica di Benedetto XVI° sulla speranza, ma ho il sentore di andare verso una grande delusione. Ho l’impressione che la chiesa si ritrovi un papa "cortocircuitato": tutto preso dalla stretta delle sue ossessioni, prigioniero della sua "razionalità filosofica" scambiata per "Ragione di fede"!

Nel capitolo 21, versetto 11, di Isaia c’è una domanda alla quale, purtroppo, nemmeno più la Chiesa, questa chiesa, sa dare una risposta: “Sentinella, quando finisce la notte? Dimmi, quanto manca all’alba?” .

Don Giorgio Morlin, parroco di Mogliano Veneto (Treviso) fa una descrizione del cattolicesimo italiano da far cader le braccia! Eppure tale è! E di fronte a questa realtà, il papa e i nostri vescovi continuano a tener chiusi gli occhi e sordo il cuore.

Scrive don Giorgio:

Si registra un cattolicesimo italiano mediaticamente e politicamente imponente ma profeticamente fragilissimo. E’ un cattolicesimo, ad esempio, che, il 12 maggio 2007, riesce a radu­nare un milione d’italiani per il «Family day» a Roma ad affermare con forza: “No ai DICO!” ma che non riesce a mobilitare nemmeno qualche migliaio di cittadini credenti, nelle piazze di Palermo o di Napoli o di Milano o di Venezia, per procla­mare, con altrettanta forza, “No alla mafia!”.

Un cattolicesimo nazionale che è richiamato dall’autorità ecclesiastica, giustamente ma anche ossessivamente, all’osservanza del VI° comandamento (non commettere adulterio: quindi, no alle coppie di fatto!) ma che, allo stesso tempo, in merito ai due comandamenti contigui nell’elenco del decalogo, brilla per il suo grande silen­zio: ad esempio sul V° (non uccidere”: quindi, no alla guerra, no alla mafia, no alla camorra...) e sul VII° (non rubare: quindi, no all’evasione fiscale, no alla cultura dell’illegalità...). Si verificano situazioni, paradossali e ridicole allo stesso tempo, in cui, ad esempio, i quattro principali leaders politici del centrodestra (Berlusconi, Bossi, Casini, Fini) che si dichiarano pubblicamente cattolici molto ossequienti al papa e strenui difensori della sacralità del matrimonio monogamico, in realtà risul­tano tutti e quattro divorziati.

Una cultura cattolica come questa, chiaramente strumentale e schizofrenica, spegne la speranza e la profezia. E’ una schizofrenia, comunque, che si registra in molti ambiti della vita civile e religiosa. Da un punto di vista strettamente religioso e popolare, il mondo cattolico, mentre riesce ogni anno a portare da ogni parte d’Italia circa 6 milioni di pellegrini alla tomba di Padre Pio a San Giovanni Rotondo, non solo è incapace a mobilitarsi ma anche incapace ad esprimere un minimo di ribellione morale quando, ad esempio, i servitori della giustizia (come i giudici Costa, Chinnici, Livatino, Falcone, Borsellino, ecc...) sono ammazzati dalla mafia o dalla camorra o dalla ’ndrangheta. E’ uno strazio devastante che si abbatte con furia non solo sulla vita dei cittadini ma anche sulla vita della natura stessa attraverso gli incendi dolosi a ripetizione, mirati masochisticamente all’autodistruzione ecologica, economica e urbana delle meravigliose terre del sud.

Tutto questo, tra l’altro, accade con l’omertà colpevole di quelle popolazioni locali, che magari poi sono anche molto devote nel recitare il rosario davanti alle statue di Padre Pio disseminate a migliaia nelle piazze e contrade di città e paesi del meridione, e non solo. Una religiosità come questa è fuori dalla storia e dal vangelo. Anzi, sarà proprio alla storia e al vangelo che, non so come e quando, saremo tutti chiamati come Chiesa a renderne conto...

Fin qui la bella citazione di don Giorgio.

Come non dargli retta?

A tutti un abbraccio e buona resistenza.

*

Aldo [ don Antonelli]


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