Inviare un messaggio

In risposta a:
"Il disagio della civiltà" e "l’interpretazione dei sogni" della realtà di "Edipo" - A Freud, gloria eterna!!!.

HALLOWEEN, LA TREDICESIMA PORTA E IL NICHILISMO DELLE GENERAZIONI DEI "BAMBOCCIONI" (ALLEVATI DAL PLATONISMO CATTOLICO-COSTANTINIANO). . Riflessioni di Umberto Galimberti - a cura di pfls

"Halloween è solo una festa, che però richiama il sentimento del nostro tempo che fatica sempre più a dar senso alla vita e alla morte".
giovedì 1 novembre 2007 di Maria Paola Falchinelli
[...] nella notte di Halloween, ciò che si celebra è il sole spento, quella luce nera e così poco rassicurante che presagisce il buio dell’oltretomba. I bambini, che ancora non percepiscono la propria morte, in quella notte, travestiti da streghe, zombie, fantasmi e vampiri, bussano a 13 porte gridando con tono minaccioso "Dolcetto o scherzetto" (Trick or treat, nella versione inglese), richiamo alla tradizione celtica che voleva si lasciassero dei dolci sulla tavola in segno di (...)

In risposta a:

> HALLOWEEN, LA TREDICESIMA PORTA E IL NICHILISMO --- In attesa di Halloween, benvenuti all’inferno. Dall’antro della Sibilla Cumana al cuore voodoo di New Orleans (di Vittorio Sabadin)

giovedì 20 ottobre 2016


In attesa di Halloween, benvenuti all’inferno

Il mondo è pieno di luoghi ritenuti ingresso del regno delle ombre

Dall’antro della Sibilla Cumana al cuore voodoo di New Orleans

di Vittorio Sabadin (La Stampa, 20.10.2016)

Tra poco sarà di nuovo Halloween, e i negozi già espongono i costumi da fantasma che indosseranno i ragazzi. Ma il mondo è pieno di luoghi dove si possono incontrare fantasmi autentici. Ogni religione colloca il proprio inferno nelle viscere della Terra, in un sottosuolo spaventoso pieno di tormenti, bruciato da fiamme eterne. Poiché ognuno di questi inferni ha un’entrata, le agenzie turistiche potrebbero benissimo organizzare visite agli inferi: nel mondo ci sono almeno dieci ingressi conosciuti al regno delle ombre, al quale bisogna però avvicinarsi con grande prudenza, perché il viaggio non sia di sola andata.

Darmon Richter, un giornalista e fotografo che si appassiona a cose strane (sta studiando i monumenti sovietici nei paesi dell’Europa dell’Est) e lavora anche per Daily Telegraph e The Guardian, ha compilato il primo elenco delle porte degli inferi, che da giorni rimbalza online da un sito all’altro. Finire all’inferno è sempre una sciagura, ma almeno si ha il vantaggio che praticamente ogni paese ha il suo ingresso. Quelli con il maggior numero di peccatori ne hanno anche più di uno.

In Italia

In Italia, ad esempio, ce ne sono almeno tre. Il più noto è al lago d’Averno, vicino a Pozzuoli, sotto il quale Enea ha incontrato prima Didone nei campi del pianto, e poi i compagni troiani caduti in battaglia. Poco lontano, c’è un altro ingresso celebrato da Virgilio, l’antro della Sibilla cumana, che ancora oggi riverbera l’eco delle sue profezie. Nessuno può negare che sotto a questi luoghi si trovi un vero inferno, i Campi Flegrei, una caldera vulcanica assopita da secoli, ma non per questo meno minacciosa, piena com’è di ribollenti solfatare vicino alle quali venne girato persino il film Totò all’inferno.

Un’altra porta dell’Ade si trova nel centro di Roma, tra le rovine del Foro, nei pressi della Curia. Secondo Tito Livio, qui si era aperta una voragine che nessuno riusciva a riempire. Un oracolo suggerì di gettarvi la cosa più preziosa della città e un centurione, Marco Curzio, affermando che questa cosa era il coraggio dei suoi soldati, vi si gettò dentro con il suo cavallo. Oggi di quella voragine resta nel Lacus Curtius un piccolo pozzo, buono solo per lanciarvi augurali monetine.

In Europa

In Grecia le porte degli inferi si trovano a Capo Matapan, nel Peloponneso. L’ingresso è comodo, ci si arriva in barca attraverso grotte sul mare e infatti molti ne hanno approfittato: ci sono passati Orfeo, che ha percorso mille gradini in discesa cercando Euridice, e poi Ercole per la sua dodicesima fatica, catturare Cerbero. Non molto lontano, a Ierapoli, nei pressi della città turca di Denizli, c’è l’ingresso all’inferno più pericoloso. E’ stato scoperto solo nel 2014, ma Strabone già ne parlava nel I secolo a.C. come della dimora del dio Plutone dalla quale uscivano vapori velenosi che uccidevano gli uccelli e inducevano allucinazioni e stati di trance negli esseri umani.

Nel corso del Medioevo la porta degli inferi più popolare si trovava in Islanda, sotto il vulcano Ecla. Ne scrivevano con terrore i monaci cistercensi che avevano assistito alle sue spaventose eruzioni, una ventina in successione a partire dal 1100. Sulla sommità del vulcano volteggiavano le anime dei dannati e la caldera era considerata l’eterna prigione di Giuda. Il vulcano da qualche anno è calmo, ma a ogni Pasqua tutti giurano di vedere streghe danzanti sul ciglio.

Nel mondo

Ovviamente, uno dei posti migliori dove cercare una porta dell’inferno è New Orleans, regno dei riti voodoo. Ma il percorso è complicato: qui le anime dei defunti non vanno direttamente agli inferi, ma passano prima attraverso un purgatorio. Se si vuole incontrare Baron Samedi, bisogna poi aprire sette porte nell’ordine giusto e nessuno sa dove si trovino. Si dice che la prima sia nella tomba della veggente e sacerdotessa Marie Lavau al cimitero Saint Louis, ma c’è chi consiglia invece di andare all’incrocio tra Canal Street e Basin Street e chiedere informazioni al primo tipo strano che passa.

Altri ingressi al mondo delle ombre si trovano in Giappone, nella città di Beppu, famosa per le sue sorgenti calde e colorate. Quella di Chinoike Jigoku, rossa a causa dell’ossido di ferro, sviluppa 78 gradi di temperatura ed è stata un luogo prediletto per la tortura dei prigionieri. In Cina c’è una intera città dedicata ai fantasmi, Fengdu, il luogo dove passano tutte le anime nel loro viaggio verso Naraka, il mondo sotterraneo del buddhismo. Nel Belize c’è la Grotta del sepolcro di cristallo, l’Actun Tunichil Muknal dei Maya, piena di scheletri lasciati lì perché sono inutili nel regno dello ombre.

Insomma, non c’è che l’imbarazzo della scelta: romani e greci pensavano che ci fosse una sola virtuosa via per accedere ai Campi Elisi, ma di porte per l’inferno è pieno il mondo.


Questo forum è moderato a priori: il tuo contributo apparirà solo dopo essere stato approvato da un amministratore del sito.

Titolo:

Testo del messaggio:
(Per creare dei paragrafi separati, lascia semplicemente delle linee vuote)

Link ipertestuale (opzionale)
(Se il tuo messaggio si riferisce ad un articolo pubblicato sul Web o ad una pagina contenente maggiori informazioni, indica di seguito il titolo della pagina ed il suo indirizzo URL.)
Titolo:

URL:

Chi sei? (opzionale)
Nome (o pseudonimo):

Indirizzo email: