Il Papa contro l’Onu
"Relativismo morale" *
ROMA - Papa Benedetto XVI ha denunciato oggi la logica del "relativismo morale" che domina ormai l’Onu e gli altri organismi internazionali. C’è un rifiuto, ha detto, a riconoscere la centralità della "legge morale naturale" e della difesa della "dignità dell’uomo". Le regole internazionali - si è lamentato - si basano solo su una ragione politica e non etica, e ciò porta ad "amari risultati".
Ricevendo nel Palazzo Apostolico, un centinaio di rappresentanti dell’Ong cattoliche più importanti del mondo e accreditate presso le istituzioni delle Nazioni Unite, Ratzinger ha detto che la cooperazione internazionale non può "imporre stili di vita" che calpestano il valore della vita.
Il forum delle organizzazioni non governative di ispirazione cattolica inaugurato questa mattina a Villa Aurelia, costituisce il primo passo del Vaticano per costituire una sorta di task force per sostenere l’azione della Santa Sede sulla scena internazionale a difesa della dignità umana.
Dopo le polemiche con l’Unicef e Amnesty International sul tema dell’aborto, Benedetto XVI mette in guardia le Organizzazioni non governative dal rischio di perdere di vista nella loro azione assistenzialeil riferimento ai valori etici. "Le discussioni internazionali - denuncia nel discorso alle Ong cattoliche riunite in Vaticano - sembrano caratterizzate da una logica relativistica che vorrebbe considerare come sola garanzia di una pacifica coesistenza tra i popoli un rifiuto di ammettere la verità sull’uomo e la sua dignità".
Papa Ratzinger ricorda invece la necessità di "un’etica fondata sul riconoscimento di una legge morale naturale". Ignorarla, afferma, "ha condotto, in realtà, all’imposizione di una nozione della legge e della politica che alla fine genera sì un consenso tra gli Stati, ma condizionato da interessi di breve termine o manipolato dalla pressione ideologica, l’unica vera base delle norme internazionali".
Secondo il Papa, "i frutti amari di questa logica relativistica sono purtroppo evidenti: pensiamo, ad esempio, al tentativo di considerare come diritti umani le conseguenze di certi stili di vita auto-centrati; la mancanza di preoccupazione per i bisogni economici e sociali delle nazioni più povere; il disprezzo per la legge umanitaria e la difesa selettiva dei diritti umani".
"Vi incoraggio - conclude il Pontefice rivolto alle Ong cattoliche - a combattere il relativismo in modo creativo, presentando la grande verità sull’innata dignità dell’uomo e i diritti derivati da questa dignità come un insieme di principi etici che, per la loro natura e il loro ruolo di fondamento della vita sociale, rimangono non negoziabili".
* la Repubblica, 1 dicembre 2007.