Il quotidiano dei vescovi dopo le nuove critiche di Parigi a Ratzinger
"Parlano da Occidentali, con la supponenza di chi in Africa è andato da padrone"
Preservativi, Avvenire all’attacco
"Francia non dia lezioni al Papa"
E per le donne in gravidanza i vescovi chiedono la "social card" *
ROMA - I vescovi italiani tornano a difendere le posizioni del Papa su Aids e preservativi dalle pagine di Avvenire, quotidiano della Cei, dopo le critiche ribadite ieri da Francia e Germania.
"A Parigi si continua a coltivare l’ambizione - si legge in un editoriale della direzione dal titolo ’Aids, interessate supponenze di Francia (e d’Occidente) - di dare lezioni al Papa, a questo Papa", che ha "osato" invitare i popoli africani ad "alzare testa e voce" e "riconoscere appieno" il ruolo delle donne. Critiche che - secondo Avvenire - giungono da "occhi occidentali, teste occidentali" con "un pò della irrefrenabile supponenza di chi in Africa, come in tutto il sud del mondo, è sempre andato da padrone".
Le parole del Papa su Aids e preservativi - prosegue il giornale dei vescovi - sono suonate scandalose, "in particolare, in terra di Francia, agli orecchi di reattivi ministri e portavoce governativi, pensosi intellettuali, di solerti professoroni", convinti, insieme ai "soloni" del resto d’Occidente, incluso quello Oltreoceano, che il profilattico sia "liberatorio e salvifico". Forse un alibi - conclude il giornale - "per le coscienze di un Occidente ricco e sentenzioso, più che mai chino a contemplare l’ombelico delle proprie convinzioni e a dissimulare i propri egoismi".
Social card contro l’aborto. La proposta appare anch’essa su Avvenire di oggi. Nell’editoriale di prima pagina si scrive che "l’impoverimento e la precarizzazione dei rapporti di lavoro si combattono con gli strumenti di politica economica. Occorre però - anche decidersi a incrementare anche gli aiuti alla famiglia e i sussidi alla maternità". Un primo passo, "dal costo molto limitato" - sostiene il giornale - sarebbe l’anticipo di 6-8 mesi della concessione della social card, oggi prevista per i nuclei familiari meno abbienti con bambini da 0 a 3 anni".
* la Repubblica, 25 marzo 2009
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