Rwanda: Vince il "Si" al referendum per il terzo mandato di Kagame
La popolazione rwandese ha votato in massa per le modifiche alla Costituzione che permetterebbero al presidente Paul Kagame la possibilità di correre per altri tre mandati, restando al potere fino al 2034. È quanto emerge dai risultati provvisori del referendum costituzionale di venerdì scorso, annunciati sabato dal presidente della Commissione elettorale nazionale Kalisa Mbanda in una conferenza stampa..
Si tratta, come era previsto, di una netta affermazione dei voti favorevoli a una candidatura di Kagame nel 2017. Erano chiamate al voto 6,4 milioni di persone. Secondo i dati forniti con il 70% circa degli scrutini completati, i “sì” hanno ottenuto il 98,13% dei voti contro l’1,71% dei “no”.
Il referendum è l’ultimo passaggio di un processo di riforma partito con una petizione popolare firmata - secondo il governo - da 3,7 milioni di cittadini e proseguito con il voto favorevole delle due Camere.
L’unico partito d’opposizione mobilitato contro il referendum, quello Verde, ha rinunciato a fare campagna elettorale. Troppo pochi i dieci giorni trascorsi tra l’annuncio della consultazione e il voto: appena 10 giorni, ricordano i responsabili di questa forza politica.
Immediata la reazione degli Stati Uniti. La Casa Bianca ha rinnovato il suo appello al presidente rwandese Kagame affinché rinunci a correre per un terzo mandato in vista delle elezioni presidenziali del 2017, nonostante la vittoria schiacciante dei “sì” al referendum. In una dichiarazione diffusa ieri, il governo di Washington si è inoltre detto “deluso” dal dall’esito del referendum. "Congratulandoci con il popolo del Rwanda per il pacifico esercizio dei suoi diritti civili, ci rammarichiamo circa le modalità con cui si è svolto il referendum, che non hanno dato tempo e modo sufficienti a favorire un dibattito politico serio", si legge nella dichiarazione.
Secondo la Casa Bianca, “il presidente Kagame, che per molti versi ha contribuito a consolidare e sviluppare il Ruanda, ha ora l’opportunità storica di onorare il proprio impegno a rispettare i limiti dei mandati presidenziali". (Reuters / Agenzia Nova)