Signora Elisa, quindi per Lei la scoperta di Dio è solamente il risultato di un cammino puramente intelettuale !
Mi perdoni, ma quella che ha frainteso tutto è Lei (e il suo caro ex professore di religione).
Non penso di essere più giovane di Lei. E penso pure di aver capito alla perfezione la lettera del Prof. Probabilmente è Lei che non ha capito quanto ho scritto io (e come può se usa solamente il cervello ?)
La vostra contestazione non è nuova. Per voi l’atteggiamento sacrificale, così frequente nelle religioni primitive e nall’antica alleanza è contrario all’insegnamento di Cristo.
Che senso ha allora per Lei e il suo ex Prof. la morte sul Calvario ? Il Padre aveva veramente bisogno di questo sacrificio di Cristo per riconciliare il mondo con Lui ?
Come precisava già Sant’Ireneo (Contro le eresie): "se Dio sollecita un’offerta dagli uomini, lo fa per quello stesso per cui la offre, cioè per l’uomo. Dio non ha bisogno del nostro sacrificio, ma colui che offre è, a sua volta, glorificato per il fatto stesso di offrire, se il suo dono viene accettato". In altre parole, Dio non è paternalista; non ci ama "senza che lo vogliamo", apprezza veramente la nostra offerta, i nostri gesti di riparazione e di espiazione. Ciò non contraddice la gratuità assoluta della salvezza che Dio ci offre, ma prova che Dio ci ama al punto di darci la possibilità di offrirgli una riparazione che piace a Lui.
Naturalmente questa offerta di noi stessi possiamo compierla solo partecipando all’offerta di se stesso fatta da Cristo "una volta per sempre" durante la sua vita terrena. Questo nesso tra il sacrificio di Cristo e il nostro, lo possiamo capire meglio riflettendo a ciò che Paolo scrive ai Romani, cioè che siamo salvati dall’obbedienza di Cristo, il "nuovo Adamo".
Sereno e prospero 2008 !
biagio allevato