Il premio Nobel per la Pace è stata scortata da uomini armati
Misteriosa esplosione a Naypyidaw, la nuova capitale del Paese
Birmania, San Suu Kyi esce di casa
Colloquio con un membro del regime
RANGOON - L’hanno prelevata dalla villetta dove è costretta a vivere. Portata a colloquio con un esponente del governo. Aung San Suu Kyi, la leader dell’opposizione birmana che ha trascorso agli arresti domiciliari la maggior parte degli ultimi dieci anni, è ha lasciato la sua casa all’alba, scortata da uomini armati.
Il premio Nobel per la Pace 1991 è stata condotta da un convoglio militare a una vicina foresteria dell’esercito. Un luogo utilizzato per incontri ufficiali. Ad attenderla c’era il ministro del Lavoro, il generale a riposo Aung Kyi, rappresentante della giunta al potere. Tocca a lui tenere i contatti con Suu Kyi.
L’incontro rientra negli impegni concordati dall’inviato speciale delle Nazioni Unite, Ibrahim Gambari, con il capo della giunta, generale Than Shwe. In realtà, però, l’impegno è stato rispettato soltanto di rado. Dopo una serie di faccia a faccia iniziali, infatti, l’appuntamento è spesso saltato. Il colloquio di oggi, su cui viene mantenuto il più stretto riserbo, sarebbe il quarto. Impossibile, però, conoscerne i contenuti.
Esplosione, un morto. Stamattina una donna è morta a causa dello scoppio di una bomba all’interno della toilette della stazione ferroviaria di Naypyidaw, la nuova capitale (precedentemente era Rangoon, 380 chilometri più a sud). In Birmania gli attentati sono in realtà piuttosto frequenti, e i militari spesso ne attribuiscono la responsabilità agli attivisti dei gruppi di opposizione che lottano per l’introduzione della democrazia nel Paese asiatico.
* la Repubblica, 11 gennaio 2008.