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Se non ora quando?

L’ITALIA, L’AZIENDA DELLA MAFIA E LA POLITICA. RISARCIMENTI GIUDIZIARI AI FAMILIARI DI PAOLO BORSELLINO E A TUTTI I PARENTI DELLE VITTIME. Una nota di Alfio Caruso - a cura di pfls

Opposizione dell’Avvocatura dello Stato!!! Stupisce che il governo non colga l’importanza simbolica di tali condanne, perfino superiore alla confisca dei beni.
domenica 6 gennaio 2008 di Maria Paola Falchinelli
[...] In giudizio non si è costituita nessuna delle donne dei due capimafia, mentre si è presentata l’Avvocatura dello Stato che ha sostenuto l’insussistenza del danno biologico e opponendosi alla richiesta del risarcimento. Il tribunale, però, ha però respinto questa tesi, ritenendo che del danno esistenziale "sia stata data ampia prova", assieme al danno biologico e morale subito dal magistrato ucciso e dai familiari: "Non potrà mai rimarcarsi abbastanza - scrive il giudice Petrucci - che (...)

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> L’ITALIA, L’AZIENDA DELLA MAFIA E LA POLITICA. RISARCIMENTI GIUDIZIARI AI FAMILIARI DI PAOLO BORSELLINO E A TUTTI I PARENTI DELLE VITTIME. Una nota di Alfio Caruso - --- SICILIA, ULTIMATUM DI CONFINDUSTRIA. "Imprenditori chiarite o siete fuori"

lunedì 7 gennaio 2008


-  Convocate le aziende citate nei "pizzini" del boss Lo Piccolo
-  Lo Bello: chiarezza subito, troppo lunghi i tempi dei giudici

-  Sicilia, ultimatum di Confindustria
-  "Imprenditori chiarite o siete fuori"

dal nostro inviato EMANUELE LAURIA *

CATANIA - "È il momento della verità. Chi collabora resta dentro, chi tace va fuori". Per due mesi, dopo l’annuncio dell’esclusione da Confindustria di chi continua a pagare il pizzo a Cosa nostra, i vertici degli industriali hanno atteso di conoscere la reale entità del coinvolgimento della classe economica siciliana. Ma ora, davanti al silenzio assordante, allo "zero" assoluto di denunce e soprattutto davanti alle centinaia di nomi di imprenditori e commercianti sul libro mastro del boss Salvatore Lo Piccolo pubblicati la scorsa settimana da Repubblica, la Confindustria siciliana passa dalle parole ai fatti. Convocando, subito, davanti ai vertici di Assindustria Palermo gli imprenditori citati nei "pizzini" del capomafia. Una sfilata di titolari di aziende e imprese, alcune delle quali molto note e persino con cariche in Confindustria, chiamati a spiegare, chiarire la loro posizione, a scegliere, in sostanza, se rimanere dentro o fuori.

L’annuncio dato dal presidente degli industriali siciliani Ivan Lo Bello a Catania nel corso della cerimonia di consegna del premio intitolato al giornalista Giuseppe Fava, ucciso dalla mafia, ha scatenato una standing ovation nella platea. "Dobbiamo rompere gli indugi. Non è più il momento di attendere. Chi decide di collaborare è dentro, chi sceglie di restare dall’altra parte va fuori", dice Lo Bello dopo che nelle scorse settimane il presidente di Assindustria Palermo Nino Salerno aveva fatto sapere che già una decina di associati erano stati "invitati" a lasciare l’associazione vista l’incompatibilità a proseguire sul percorso segnato dai vertici di Confindustria con l’approvazione del nuovo codice etico. Ma allora il lungo elenco dei nomi segnati accanto alle cifre del pizzo pagato alla cosca di Salvatore Lo Piccolo non era ancora noto e adesso i vertici degli industriali non ritengono di poter attendere i tempi lunghi della magistratura.

"Ovviamente - spiega Lo Bello - il ritrovarsi citati in quei "pizzini" non equivale affatto ad una prova di responsabilità, ma noi dobbiamo sapere ora. Per questo abbiamo deciso di convocare tutti coloro che sono citati. Perché ci spieghino, perché non abbiano più alibi, perché diano prova di accettare nei fatti quel codice etico che ci siamo appena dati. Fino ad ora, per quel che abbiamo letto, il fenomeno ci tocca in minima parte. L’elenco è costituito per lo più da commercianti. Ma aspettiamo di sapere quali altre imprese sono coinvolte, a cominciare da quelle della zona industriale di Carini che ricadono in pieno nel territorio controllato da Lo Piccolo".

* la Repubblica, 7 gennaio 2008.


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