Il Papa a La Sapienza, studenti occupano il rettorato *
La protesta si trasforma in occupazione. Sono solo una cinquantina, ma agguerritissimi, gli studenti che martedì mattina, a quarantott’ore dalla partecipazione del Papa all’inaugurazione dell’anno accademico dell’Università La Sapienza di Roma, hanno deciso di occupare il rettorato, la stanza dei bottoni, quelli che hanno deciso di invitare il Vaticano per l’anniversario di una ateneo laico. Gli studenti vogliono un incontro urgente con il Rettore, Renato Guarini, per concordare, dicono, «i nostri spazi per protestare»: «Non lasceremo l’aula del Senato accademico - fanno sapere - finchè non avremo la certezza che la nostra manifestazione si potrà svolgere dentro l’ateneo».
Giovedì, infatti, il Papa varcherà la soglia dell’università e gli studenti, o almeno una buona parte di loro, lo vogliono accogliere a modo loro. Tutto nasce da una lettera datata 10 gennaio. A scriverla, 67 docenti dell’Università La Sapienza che la indirizzano al Rettore, ma è evidente che è qualcun’altro che deve leggerla. È Benedetto XVI, papa Ratzinger, che giovedì 17 gennaio è stato invitato all’inaugurazione del nuovo anno accademico. Ma non per tutti è ospite gradito. Gli scienziati che insegnano a La Sapienza - e dietro di loro moltissimi studenti - ritengono «incongruo» l’arrivo del Papa nel più prestigioso degli atenei romani.
«In nome della laicità della scienza e della cultura - scrivevano una settimana fa - e nel rispetto di questo nostro ateneo aperto a docenti e studenti di ogni credo e di ogni ideologia, auspichiamo che l’incongruo evento possa ancora essere annullato». Ma il Vaticano non si è fatto mettere in crisi e da giorni va ripetendo che «il Papa è stato invitato, e la visita si terrà regolarmente».
Tra le cose che non vanno giù agli scienziati in cattedra alla Sapienza ce n’è una in particolare. «Il 15 marzo 1990 - ricordano nella lettera - ancora cardinale, in un discorso nella città di Parma, Joseph Ratzinger ha ripreso un’affermazione di Feyerabend: “All’epoca di Galileo la Chiesa rimase molto più fedele alla ragione dello stesso Galileo. Il processo contro Galileo fu ragionevole e giusto”. Sono parole - sottolineano i professori - che, in quanto scienziati fedeli alla ragione e in quanto docenti che dedicano la loro vita all’avanzamento e alla diffusione delle conoscenze, ci offendono e ci umiliano».
La protesta di professori e studenti non piace, come prevedibile, al centrodestra ma nemmeno ad alcuni esponenti dell’Unione. Non gradisce il capogruppo del Pd alla Camera, Antonello Soro, secondo il quale «la pretesa di una minoranza dei docenti di impedire la presenza del Papa alla Sapienza è incomprensibile e deplorevole. È - dice Soro - un ritorno di oscurantismo illiberale indegno di una università, luogo elettivo per sua natura del confronto di idee».
Perplesso invece il capogruppo del Pdci alla Camera, Pino Sgobio, che si chiede se l’invito del Papa all’inaugurazione «accadrebbe mai nelle università pubbliche di Spagna, Francia, Inghilterra o degli stessi Usa» e che lo considera comunque «un segnale di regressione dei temi della civiltà in generale».
* l’Unità, Pubblicato il: 15.01.08, Modificato il: 15.01.08 alle ore 13.52