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EU-ROPA. ITALIA. La Legge dei nostri "Padri" e delle nostre "Madri" è la COSTITUZIONE

VISITA DEL PAPA ALL’UNIVERSITA’ DI ROMA. REVOCARE L’INVITO!!! BASTA CON GLI INCIUCI E LA CECITA’. LA "SAPIENZA" NON E’ LA CASA NE’ DI "MAMMASANTISSIMA" NE’ DI "BONIFACIO VIII" - di Federico La Sala

"già in novembre avevo rivolto al rettore della Sapienza una lettera aperta, nella quale esponevo le ragioni della mia indignazione per un invito a tenere una lectio magistralis che mi appariva del tutto inappropriata " (Marcello Cini)
giovedì 17 gennaio 2008 di Maria Paola Falchinelli


COSTITUZIONE ITALIANA E CHIESA CATTOLICO-ROMANA.
Per un ri-orientamento teologico-politico e antropologico!!!
di Federico La Sala (Libertà - quotidiano di Piacenza, 08.06.2006, p. 35)
Il 60° anniversario della nascita della Repubblica italiana e dell’Assemblea Costituente, l’Avvenire (il giornale dei vescovi della Chiesa cattolico-romana) lo ha commentato con un “editoriale” di Giuseppe Anzani, titolato (molto (...)

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> VISITA DEL PAPA ALL’UNIVERSITA’ DI ROMA. REVOCARE L’INVITO!!! BASTA CON GLI INCIUCI E LA CECITA’. LA "SAPIENZA" NON E’ LA CASA NE’ DI "MAMMASANTISSIMA" NE’ DI BONIFACIO VIII - ---- Sapienza, il Papa contestato decide di annullare la visita. I 67: da noi nessun intento censorio.

martedì 15 gennaio 2008


-  Sapienza, il Papa contestato decide di annullare la visita
-  I 67: da noi nessun intento censorio *

Clamoroso cambio di programma. Dopo giorni di polemiche, il Papa ha deciso: meglio «soprassedere all’evento». Niente più visita all’Università La Sapienza: «Il Santo Padre - dicono dal Vaticano - invierà, tuttavia, il previsto intervento». Insomma, sul dibattito sulla pena di morte - tema della lectio magistralis in programma - la voce cattolica ci sarà, ma è meglio non farsi vedere. Gli studenti, che martedì mattina avevano occupato il rettorato dell’Università, avevano ottenuto il permesso di manifestare: «Ci disporremo sotto la facoltà di Lettere, a ridosso della zona in cui passerà il Papa», minacciavano. Ora cantano vittoria fuori dall’Università. Giovedì il Papa avrebbe dovuto varcare la soglia dell’università e gli studenti, o almeno una buona parte di loro, volevano accoglierlo a modo loro. Tutto nasce da una lettera datata 10 gennaio. A scriverla, 67 docenti dell’Università La Sapienza che la indirizzano al Rettore, ma è evidente che è qualcun’altro che deve leggerla. È Benedetto XVI, papa Ratzinger, che giovedì 17 gennaio è stato invitato all’inaugurazione del nuovo anno accademico. Ma non per tutti è ospite gradito. Gli scienziati che insegnano a La Sapienza - e dietro di loro moltissimi studenti - ritengono «incongruo» l’arrivo del Papa nel più prestigioso degli atenei romani.

«In nome della laicità della scienza e della cultura - scrivevano una settimana fa - e nel rispetto di questo nostro ateneo aperto a docenti e studenti di ogni credo e di ogni ideologia, auspichiamo che l’incongruo evento possa ancora essere annullato». Ma il Vaticano non si è fatto mettere in crisi e da giorni va ripetendo che «il Papa è stato invitato, e la visita si terrà regolarmente».

Tra le cose che non vanno giù agli scienziati in cattedra alla Sapienza ce n’è una in particolare. «Il 15 marzo 1990 - ricordano nella lettera - ancora cardinale, in un discorso nella città di Parma, Joseph Ratzinger ha ripreso un’affermazione di Feyerabend: “All’epoca di Galileo la Chiesa rimase molto più fedele alla ragione dello stesso Galileo. Il processo contro Galileo fu ragionevole e giusto”. Sono parole - sottolineano i professori - che, in quanto scienziati fedeli alla ragione e in quanto docenti che dedicano la loro vita all’avanzamento e alla diffusione delle conoscenze, ci offendono e ci umiliano».

La lettera scatena il putiferio che ora conosciamo. Ma pochi istanti prima dell’annullamento ufficiale della visita, i professori avevano cercato di chiarire: «Nessuno - scrivono in una nota - tantomeno i docenti della Sapienza, vuole esercitare un arrogante diritto censorio sulla libertà di espressione del pensiero religioso, o politico che sia, in nome di un laicismo di Stato».

Gli scienziati vogliono precisare che il loro no alla presenza del Pontefice era strettamente limitato all’occasione, in questo caso l’inaugurazione dell’anno accademico dell’ateneo romano «cui partecipa un pubblico di docenti e studenti di diversa formazione politica e religiosa». Invitare il Papa alla cerimonia di inizio anno, invece, «propone un’interpretazione e lettura del mondo ben precisa, che pone la fede innanzi ad ogni percorso della conoscenza». Per questo, sottolineano ancora i docenti, «in un altro, diverso contesto la visita del Papa alla Sapienza sarebbe benvenuta, come qualsiasi forma di dialogo e confronto fra culture diverse».

I 67 professori ricostruiscono anche i dettagli della vicenda. Tutto è cominciato, tengono a dire, con una lettera inviata il 14 novembre scorso dal professor Marcello Cini al quotidiano Il Manifesto, in cui si esprimeva disappunto per l’invito del Papa a La Sapienza. Risale poi al 22 novembre (e non al 10 gennaio) l’appello sottoscritto dai 67, in cui «non c’era alcun intento censorio nei confronti del Papa, bensì il desiderio di una parte della comunità accademica di esprimere la propria opinione in merito alla decisione del Rettore».

La protesta di professori e studenti non era piaciuta, come prevedibile, al centrodestra ma nemmeno ad alcuni esponenti dell’Unione. Non gradiva il capogruppo del Pd alla Camera, Antonello Soro, secondo il quale «la pretesa di una minoranza dei docenti di impedire la presenza del Papa alla Sapienza è incomprensibile e deplorevole. È - diceva Soro - un ritorno di oscurantismo illiberale indegno di una università, luogo elettivo per sua natura del confronto di idee».

Non piaceva il clima nemmeno al segretario del Pd Walter Veltroni. «Tra la voce critica e l’intolleranza - aveva detto - c’è un confine che, per noi del Pd, non può essere varcato».

Era perplesso invece il capogruppo del Pdci alla Camera, Pino Sgobio, che si chiedeva se l’invito del Papa all’inaugurazione «accadrebbe mai nelle università pubbliche di Spagna, Francia, Inghilterra o degli stessi Usa» e che lo considera comunque «un segnale di regressione dei temi della civiltà in generale».

«Amarezza» per quanto è accaduto è era già stata espressa dalla Santa Sede, che comunque fino all’ultimo aveva confermnato la visita. A sostegno del Pontefice era intervenuto anche il ministro dell’Università Fabio Mussi che, insieme al Sindaco di Roma Walter Veltroni, giovedì prenderà parte all’inaugurazione dell’anno accademico. «Non si può negare ad un punto di vista autorevole come quello della Chiesa di esprimersi», aveva detto Mussi. E in merito alla lettera dei docenti di fisica, il ministro della Ricerca e dell’Università spiegava: «Posso condividere in parte o del tutto le loro posizioni, ma non posso condividere la richiesta che il Papa rinunci a parlare».

* l’Unità, Pubblicato il: 15.01.08, Modificato il: 15.01.08 alle ore 17.37


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