Prima il presidente di Confindustria, poi mons. Betori, infine Sangalli
E il terzetto Bossi-Fini-Berlusconi, che punta tutto sulle urne, rischia l’isolamento
Montezemolo, la Cei, Confcommercio
Si allarga il fronte del no alle elezioni
di MARCO BRACCONI *
ROMA - Luca Cordero di Montezemolo è stato il primo. Definendo addirittura "disperata" la sua richiesta di fare una nuova legge elettorale prima di tornare alle urne. Poi è arrivata la Chiesa, con le parole di monsignor Betori. E quindi la Confcommercio, con la presa di posizione del suo leader Sangalli. Nel Paese, sullo sfondo delle consultazioni al Quirinale, si allarga il fronte del ’no al voto’. E il terzetto dei pasdaran delle elezioni anticipate Bossi-Fini-Berlusconi, pur se fortissimo in termini di peso politico e numeri in Parlamento, rischia di restare isolato.
Tra i leader politici è Veltroni quello più impegnato nella ricerca di una strada che porti ad un governo per le Riforme. Che sia "minimo" (solo la legge elettorale e a voto a giugno) o "massimo" (un programma di riforme più vasto e alle urne nella primavera del 2009). Ma oltre alle alleanze trasversali in Parlamento (Casini e Bertinotti su tutti), su questo tema specifico il capo del Pd può contare sull’appoggio esplicito di pezzi da novanta come Vaticano, Confindustria, Confcommercio. Poteri che pesano in una partita delicata - e ancora apertissima - come quella che si va giocando in queste ore.
Colpisce, nelle dichiarazioni delle ultime ore, la inequivocabilità. Non sono frasi a mezza bocca, né ammiccamenti. Sono discese in campo. Sangalli, presidente di Confcommercio: "Serve governabilità reale, pensiamo che la riforma della legge elettorale sia importante e che il confronto debba arrivare a compimento". Betori, segretario della Cei: "Vorrei esortare tutti i soggetti politici a mettere sempre davanti il bene comune rispetto agli interessi di parte. La soluzione alla crisi di governo dovrebbe nascere da un accordo fra le parti e deve avere come proprio orizzonte il rispetto dell’autentica democrazia".
Di Montezemolo s’è detto, e volendo si possono mettere nel conto anche le parole pronunciate alcuni giorni fa dal commissario Ue Almunia ("Serve una prospettiva di stabilità"). Ce n’è abbastanza per poter dire che le elezioni anticipate hanno tanti nemici, troppi. Almeno abbastanza da poter dire che l’esito di questa crisi non è affatto scontato.
* la Repubblica, 29 gennaio 2008.