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Cultura e Politica. Storia e Memoria....

L’ITALIA: "L’ONORE E L’INDECENZA STRETTI IN UN SOLO PATTO". SERGIO SOLMI, MONTALE E "LE STALLE DI AUGIA". Una testimonianza personale di Renato Solmi - a cura di pfls

domenica 27 gennaio 2008 di Maria Paola Falchinelli
Solmi, Montale e le "stalle di Augìa"
di Renato Solmi
Alla redazione della rivista “Una città”
Sarei lieto di mettere a disposizione della vostra bella rivista il testo dell’intervento da me tenuto il 21 maggio 2001 presso l’Archivio di Stato di Torino in occasione della giornata dedicata alla figura di mio padre, Sergio Solmi, nel quadro di un ciclo di relazioni e di dibattiti svolto in diversi tempi e in diverse località, a cura del Centro Studi Piero Gobetti di Torino, sul (...)

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> L’ITALIA: "L’ONORE E L’INDECENZA STRETTI IN UN SOLO PATTO". --- Il genio di Montale conquista New York. Jonathan Galassi: tra gli immortali come Baudelaire (di Alessandra Farkas).

venerdì 18 febbraio 2011

Il genio di Montale conquista New York

Galassi: tra gli immortali come Baudelaire

di Alessandra Farkas (Corriere della Sera, 18.02.2011)

NEW YORK - «Eugenio Montale appartiene alla ristretta cerchia di poeti come Baudelaire, Valéry o T. S. Eliot. È uno dei grandissimi che non verranno mai dimenticati» . Reduce dal Convegno e Reading su Eugenio Montale organizzato dall’Istituto italiano di cultura in collaborazione con l’American Academy di Roma e la Fondazione Rizzoli Corriere della Sera, Jonathan Galassi parla con insaziabile entusiasmo del grande scrittore premio Nobel di cui è uno dei più raffinati traduttori, insieme a Charles Wright e William Arrowsmith. -, ma a trent’anni dalla sua morte, l’America rischia di dimenticare Montale.

«Purtroppo oggi anche lui è vittima dell’oblio che dopo la morte sembra colpire tutti i grandi della letteratura» , spiega Galassi, che oltre a essere presidente e publisher della Farrar, Straus and Giroux, è anche uno degli intellettuali più colti e raffinati degli Stati Uniti. E punta il dito contro «il bisogno quasi fisiologico di prendere le distanze dai mostri sacri» . -, ma in questa sponda dell’Atlantico negli anni 60 e 70 la sua influenza era straordinaria. Al punto da ispirare le celebri «imitazioni» di Robert Lowell, il grande poeta statunitense, considerato il fondatore della Poesia confessionale, che nel 1961 pubblicò Imitations, un volume di libere traduzioni di Montale e altri poeti europei (vincitore del Bollingen Poetry Translation Prize nel ’ 62). Un tema, quello delle «imitazioni montaliane» esplorato da Fabio Finotti, docente all’Università della Pennsylvania. «Montale resta il poeta italiano più tradotto del XX secolo - incalza Galassi -, ha ispirato generazioni di poeti americani, da Charles Wright a Robert Lowell a Mark Strand» .

Rebecca West, docente all’università di Chicago e autrice di Eugenio Montale: Poet on the edge, ha sottolineato come «negli ultimi 20 anni la lingua inglese non ha prodotto nessuna nuova opera su Montale» . Eppure secondo Riccardo Viale, direttore dell’Istituto italiano di cultura newyorchese, la sua poesia resta attualissima. «Eugenio Montale, frequentatore di Gobetti, credeva in una dimensione morale della poesia che alla fine assumeva significato politico» , ha spiegato Viale. «Era la forte decenza della vita quotidiana, il silenzioso, ma fermo non scendere a compromessi il filo conduttore della sua poesia come della sua opposizione al fascismo e la sua lontananza dalla politica del dopoguerra».

Anche la sua attività di giornalista per il «Corriere della Sera» è definita «straordinaria e moderna» da Galassi, che racconta di aver conosciuto Montale a Forte dei Marmi nel 1979. «Stavo lavorando alla traduzione di uno dei suoi libri e nella casa sul mare c’era anche la sua governante toscana Gina Tiossi, eroina di tanti suoi versi. Fu uno degli incontri più formativi della mia vita - aggiunge -. Da allora Montale è uno dei miei eroi e una delle mie ossessioni» . Scindere il Montale uomo dal Montale scrittore è per lui impossibile. «Tutta la sua opera parla della sua vita, dell’amante Irma Brandeis, soprannominata Clizia, e della moglie Drusilla Tanzi, "Mosca". Della guerra e della sua difficile vita durante il fascismo» .

Nel 2006 Mondadori pubblicò le sue Lettere a Clizia: «Un volume in un certo senso scioccante - incalza -, perché rivelò al mondo il suo comportamento non certo esemplare nei suoi confronti» . In America ci fu un piccolo scandalo «quando si apprese che alcune delle traduzioni firmate da Montale erano in realtà opera di una donna: Lucia Rodocanachi» . Secondo Galassi non c’è niente di scandaloso, invece, nella relazione tra Montale e l’allora 28enne Annalisa Cima che dopo la sua morte ha pubblicato un volume di poesie che lui le aveva dedicato. «Escludo che siano stati amanti, anche perché lui non era molto sessuale come individuo» . Potrebbero, in futuro, emergere nuovi inediti? «Forse l’unico resta il carteggio pluridecennale con il caro amico Gianfranco Contini- risponde Galassi -, ma l’interesse di tale opera è secondario: sarebbe più importante ritradurre Montale e pubblicare nuovi saggi di analisi sul suo lavoro» . La lacuna sarà presto colmata: «Sto lavorando a un nuovo libro: una collezione di poesie scritte negli ultimi anni della sua vita» .


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