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2008. Lavoro insicuro? Vincano i diritti

MORTI BIANCHE. All’Italia il terribile primato europeo delle vittime sul lavoro. Messaggio del Presidente Napolitano al Presidente dell’Inca-Cgil - a cura di Federico La Sala

martedì 5 febbraio 2008 di Maria Paola Falchinelli
[...] La campagna di comunicazione che presenta oggi l’Inca-Cgil, importante componente del movimento sindacale e del mondo del lavoro, offre un prezioso contributo per la diffusione e l’affermazione di una radicata cultura sulla salute e sulla sicurezza nel lavoro. Auspico che lo slogan della vostra campagna ’Lavoro insicuro? Vincano i diritti’, il disegno strappato del bambino che trasmette con efficacia le tragiche conseguenze, anche familiari, del ’lavoro insicuro’, le varie iniziative (...)

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> MORTI BIANCHE. ---- Capua, la procura: "Lì non dovevano entrare". Verso l’iscrizione di una decina di indagati.

domenica 12 settembre 2010

MORTI BIANCHE

-   Capua, la procura: "Lì non dovevano entrare"
-  Verso l’iscrizione di una decina di indagati

Lavoratori in assemblea, rabbia e dolore. I vertici dell’azienda: "Un tragico evento". Domani sopralluogo con le telecamere nel silos dove ieri sono morti i tre operai, che secondo i primi accertamenti non dovevano essere autorizzati all’ingresso nella cisterna non bonificata *

Davanti all’azienda di Dsm la rabbia dei parenti dei tre operai morti ieri mattina si sente tutta. Urla la figlia di Giuseppe Cecere, uno dei tre operai morti ieri nello stabilimento Dsm di Capua, nel Casertano. Parole di disperazione sono voltate durante l’assemblea organizzata per protestare contro questi nuovi lutti, pianti di chi si sente abbandonato. "Li comandavate come schiavi", dice la figlia del 52enne. Il giorno dopo la morte di Giuseppe Cecere, Antonio Di Matteo e Vincenzo Musso alla Dsm di Capua, i dipendenti dell’azienda non hanno alcuna voglia di parlare. Le vittime lavoravano per una ditta esterna di Afragola e sono stati investiti dalle esalazioni. Per la loro morte la procura ipotizza l’iscrizione nel registro degli indagati di una decina di persone, mentre sulla dinamica dell’incidente c’è già quella che pare una certezza: gli operai lì non dovevano entrare.

Operai in assemblea, arrivano i vertici dell’azienda - Stavano lavorando in ore di straordinario e sono stati investiti dai fumi tossici provenienti dal silos, probabilmente dovuti ad un processo di fermentazione che si è innescato quando l’hanno aperto. Oggi tutti i dipendenti sono stati convocati per prendere parte ad un’assemblea alla quale hanno partecipato anche di alcuni vertici dell’azienda arrivati direttamente dall’Olanda e il sindaco della cittadina. La Dsm di Capua ha tutte le intenzioni di fare piena luce sull’incidente. A ribadirlo, più volte, è Luca Rosetto, responsabile sicurezza dell’azienda. Rosetto ha parlato di un "tragico evento", ma ha detto anche "è un dato che tutti gli incidenti possono essere evitati. La nostra attenzione sarà concentrata proprio su questo ci chiederemo tutti insieme cosa avremmo potuto fare per evitare una simile tragedia". A tal fine è stato istituito un comitato interno per ricostruire quanto successo. Ha partecipato all’assemblea anche il sindaco di Capua Carmine Antropoli. "I dirigenti dell’azienda sono mortificati - ha detto - e ritengono che quanto successo possa essere ricollegabile a un errore umano". Restano i dubbi però sul rispetto delle norme relative alla sicurezza all’interno della Dsm. Provando a chiedere agli operai, in tanti sono rimasti in silenzio. "Non vogliamo parlare", "ci hanno detto di non parlare". Questa mattina davanti ai cancelli dell’azienda del Casertano si è presentato anche un ex dipendente che ha lavorato qui per 40 anni, Giuseppe D’Este: "I lavoratori delle ditte esterne qui sono considerati di serie B, un po’ come una merce". Ma c’è stato anche chi, tra i dipendenti ha voluto precisare: "Qui la sicurezza è il fiore all’occhiello, quanto è successo è stato solo un brutto incidente".

La procura verso l’iscrizione di una decina indagati - Sul frotne delle indagini, secondo quanto si apprende dalla Procura di Santa Maria Capua a Vetere, la morte dei tre operai farà scattare l’iscrizione nel registro degli indagati di almeno una decina di persone. Si tratta di responsabili e rappresentanti delle quattro ditte coinvolte nell’incidente: la Dsm, la ditta Errichiello di Afragola per la quale lavoravano gli operai, la ditta Rivoira che si occupa della gestione dei gas liberi e di una quarta ditta che avrebbe dovuto effettuare la bonifica della cisterna, quest’ultima indicata da alcuni testimoni ai carabinieri. L’inchiesta sulla tragedia di Capua è affidata al pm Donato Ceglie. Si sta cercando di ricostruire quanto avvenuto e, soprattutto, quanto forse poteva essere evitato. Secondo le risultanze della Procura al momento viene confermato che le vittime stavano effettuando un’operazione di smontaggio e che "improvvidamente all’interno della cisterna c’era un grosso quantitativo di azoto oltre che di elio". Questo significa, secondo il ragionamento della Procura, che l’ingresso doveva essere vietato ai tre operai. Ma non è andata così: attaccati agli indumenti delle vittime sono stati infatti ritrovati i permessi di autorizzazione ad entrare nella cisterna dove la bonifica non è stata, quindi, mai effettuata. Domani sarà effettuato un esperimento per cercare di ricostruire la dinamica dell’incidente. Nello specifico all’interno della cisterna dove sono morti soffocati gli operai si caleranno carabinieri e vigili del fuoco che con telecamere riprenderanno l’interno del silos. Sempre domani dovrebbe essere decisa la data, di pensa a mercoledì, in cui sarà effettuata l’autopsia delle tre vittime. Nel collegio peritale ci saranno anche tre docenti e ci si avvarrà anche di esperti nazionali del settore.

Il responsabile della sicurezza in visita dai familiari - La famiglia di Giuseppe Cecere, uno dei tre operai morti, continua a chiedere giustizia. Oggi i parenti della vittima hanno ricevuto a casa loro, proprio di fronte allo stabilimento, la visita del sindaco e del responsabile sicurezza della Dsm, Luca Rosetto. "Sono molto addolorati e anche arrabbiati - ha riferito il sindaco al termine della visita - ciò che chiedono è soprattutto di fare giustizia e di capire cosa sia davvero avvenuto". Poi, il primo cittadino ricorda Giuseppe Cecere, di Capua. "Era un uomo casa e famiglia - dice il sindaco - aveva tre figli, guadagnava mille euro al mese ma nonostante questo non ha fatto mai mancare nulla alla sua famiglia". Il sindaco lo definisce un "eroe, perché è stato lui l’ultimo ad entrare nella cisterna nel tentativo di aiutare i suoi compagni". "Ieri era andato al lavoro per guadagnare 30 euro di straordinario - aggiunge - soldi che addirittura gli sarebbero stati dati a dicembre". Antropoli anticipa anche che si sta valutando l’eventualità di organizzare un funerale ufficiale per le tre vittime.

* la Repubblica, 12 settembre 2010


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