Ho letto attentamente l’articolo di E. Morrone. Ciò che si evince da notizie di questo genere è una riflessione attenta sulle reali cause di ripetute "esplosioni di rabbia" da parte dei molti disoccupati. Premetto che, a mio avviso, ogni manifestazione di rabbia debba essere contenuta nell’area della legalità e del buon senso comune, anche quando il livello di esasperazione è elevato, onde evitare che, oltrepassata quell’area, tali manifestazioni possano sortire l’effetto contrario a quello sperato. Ma ritorniamo al problema di cui in articolo. Dove ricercare le cause di tanta rabbia? La prima domanda che si pone chiunque si accinga a riflettere sulla "vexata quaestio" in maniera seria è: le miriadi di promesse sulla risoluzione, parziale o totale, dello stato di disoccupazione in capo a moltissime persone, hanno un riscontro realistico nel panorama delle possibili soluzioni? E’ giusto alimentare aspettative che possono risultare, per tutta una serie di motivi, disattese? Ecco, io penso che, con atto di estrema umiltà, molti degli amministratori dovrebbero porsele tali domande. Per ciò che concerne il problema/pericolo di un insediamento della criminalità organizzata nella nostra zona, ho sempre pensato che il terreno fertile, l’humus in cui può crescere e sviluppare la criminalità è da ricercare in quelle sacche di popolazione disperata, disoccupata e disillusa dalle amministrazioni locali e non, di qualsiasi schieramento politico esse siano. Questa è la realtà. Assurda, inconcepibile, ma è la relatà. Ergo...
Cordiali Saluti.