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CALABRIA. A SAN LUCA, OPERAZIONE ANTI ’NDRANGHETA DEI ROS E DEI CARABINIERI. Scoperti i bunker dei latitanti

sabato 9 febbraio 2008 di Maria Paola Falchinelli
’NDRANGHETA: I ROS A SAN LUCA, TROVATO UN BUNKER
SAN LUCA (REGGIO CALABRIA) - Si fa sempre piu’ intensa l’azione per la ricerca dei latitanti compiuta da polizia e carabinieri che stamani hanno scoperto due bunker, in distinte operazioni fatte a San Luca e Rosarno.
A San Luca la scoperta è stata fatta nell’abitazione di un familiare di Francesco e Giuseppe Nirta, ricercati dall’agosto scorso perché destinatari di un provvedimento restrittivo nell’ambito di una inchiesta sulla faida di (...)

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sabato 1 marzo 2008


-  La lotta alla ’ndrangheta: Giuseppe Nirta è latitante
-  Arresti fra Montecatini e Lima, individuato deposito di coca

-  Duisburg, individuato l’altro killer
-  Traffico di coca Perù-Calabria

di GIUSEPPE BALDESSARRO *

REGGIO CALABRIA - Ha un nome il secondo killer della strage di Duisburg. Si tratta di Giuseppe Nirta, cognato di Giovanni Strangio, già ricercato da mesi proprio per l’agguato di ferragosto davanti al ristorante "Da Bruno". L’uomo è stato individuato grazie alle impronte digitali rilevate in un’abitazione di Duesseldorf, affittata dal commando prima di eseguire la strage.

A rivelarlo è stato il settimanale "Focus", secondo il quale la polizia belga aveva anche rintracciato fin dallo scorso ottobre in Belgio la Renault Clio nera usata dagli assassini per fuggire dopo il massacro. La segnalazione era arrivata da un cittadino di Gand, che aveva notato l’auto sospetta e con le chiavi ancora inserite nel cruscotto. Secondo la ricostruzione delle forze di polizia, dopo l’agguato costata la vita a 6 persone tutte originarie della Locride e legate al clan Vottari-Pelle, i killer delle famiglie Nirta-Strangio avrebbero attraversato la frontiera belga, per poi rientrare molto probabilmente in Italia.

Il procuratore di Duisburg, Detlef Nowotsch ha confermato che nell’auto sono state rinvenute "numerose tracce", ma non ha voluto aggiungere particolari. Secondo alcune fonti, sul sedile accanto al posto di guida della Clio sarebbero state rinvenute tracce di Dna che non appartengono a Strangio e che devono dunque essere attribuite al suo complice. Le autorità ritengono che si tratti del cognato di Strangio, Giuseppe Nirta, ricercato con un mandato di cattura internazionale. Gli inquirenti si dicono anche convinti che le tracce di dna rinvenute nella Renault nera usata per la fuga appartengono proprio a Nirta, come quelle reperite nell’abitazione di Duesseldorf.

Gli inquirenti tedeschi hanno presentato una richiesta di rogatoria per poter confrontare il Dna ritrovato con quello dei familiari di Giuseppe Nirta. Che la faida di San Luca non fosse determinata solo da dissapori tra famiglie mafiose rivali è da tempo più di un semplice sospetto. Di recente tuttavia si va consolidando l’idea che la guerra di ’ndrangheta abbia come ragione fondamentale il controllo di interessi criminali in Germania. Primi tra tutti il riciclaggio e il traffico internazionale di droga.

A dimostrare che i clan dell’Aspromonte siano impegnati nel narcotraffico c’è anche l’operazione portata a compimento nei giorni scorsi dagli uomini della Questura di Reggio Calabria.

La Polizia ha arrestato a Montecatini Terme (Pistoia) due persone, accusate di essere affiliate ad una cosca della Locride, per traffico internazionale di sostanze stupefacenti. Altri tre arresti, nell’ambito della stessa operazione, condotta dalla sezione antidroga della Squadra mobile di Reggio Calabria, sono stati fatti a Lima, in Perù.

L’operazione, fatta in collaborazione con la Polizia peruviana, ha consentito di bloccare l’importazione in Italia di 40 chilogrammi di cocaina. La droga, che è stata sequestrata, era in possesso dei tre corrieri stranieri bloccati nei pressi dell’aeroporto di Lima. Le due persone arrestate a Montecatini sarebbero affiliate alla cosca della ’ndrangheta Sergi-Marando-Trimboli di Platì, particolarmente attiva nel traffico internazionale di cocaina.

Secondo quanto appreso, la polizia, a Montecatini, ha sequestrato anche sette chilogrammi di cocaina e 40 mila euro in contanti. L’operazione, denominata "Zappa 3" è stata coordinata dalla distrettuale antimafia di Reggio Calabria e portata a termine dalle questure di Pistoia e Reggio Calabria.

Nel corso di una conferenza stampa, a cui hanno preso parte il questore Santi Giuffrè, il capo della mobile Renato Cortese e della narcotici Diego Trotta, è stato spiegato che una villetta di Montecatini Terme sarebbe stata utilizzata come deposito della cocaina. Le due persone arrestate a Pistoia sono Franco Biagini, sorvegliato speciale, e Franco Pellegrini, anch’egli con precedenti penali. Entrambi toscani. In Perù sono finiti in manette i corrieri Ondrej Kelemen, di nazionalità ceca, Sarda Dalloeshingh, olandese, e Jorge Daniel Acosta Reyes, uruguaiano.

* la Repubblica, 1 marzo 2008


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