Nel mirino abitazioni, aziende, terreni e altro. Tutti riconducibili ai clan
di San Luca Nirta-Strangio e Pelle-Vottari, protagonisti di una faida infinita
’Ndrangheta, maxisequestro di beni
alle famiglie della strage di Duisburg
Un valore complessivo di oltre 150 milioni di euro. Trovato anche un bunker
nella palazzina dei familiari del boss latitante Antonio Pelle: "E’ stato usato recentemente"
REGGIO CALABRIA - Un’operazione dei carabinieri, in provincia di Reggio Calabria e in Lombardia, ha portato al sequestro di beni - per un valore di 150 milioni - di euro a cosche della ’ndrangheta. Secondo l’accusa, il patrimonio è riconducibile alle famiglie Nirta-Strangio e Pelle-Vottari, protagoniste della sanguinosa faida di San Luca culminata, nel giorno di Ferragosto dello scorso anno, nella strage di Duisburg, in Germania, nella quale vennero uccise sei persone.
E nel corso delle perquisizioni è stato scoperto a San Luca anche un bunker, nella palazzina in uso ai familiari del latitante Antonio Pelle, detto ’’’Ntoni Gambazza", il boss irreperibile dal 2000. E che deve scontare una condanna definitiva a 26 anni di reclusione. Nei giorni scorsi un altro bunker era stato trovato nello stesso edificio. Il nascondiglio trovato oggi, realizzato a piano terra e a cui si accede con un meccanismo telecomandato, sarebbe stato utilizzato recentemente.
Tra i beni sequestrati, invece, ci sono aziende, attività commerciali, abitazioni, terreni, polizze assicurative e auto di lusso. Il sequestro è stato disposto dal tribunale di Reggio Calabria su richiesta della Direzione distrettuale antimafia di Reggio e della Procura di Locri.
La faida di San Luca, che vede al centro le famiglie Nirta-Strangio e Vottari-Pelle, ha avuto inizio nel giorno della festa di carnevale del 1991. All’origine dello scontro un banale lancio di uova tra un gruppo di giovani. Quell’episodio portò al compimento di un agguato nel quale furono uccise due persone, e altre due rimasero ferite.
Col passare degli anni, però, la faida ha assunto altri connotati, e gli omicidi che si sono susseguiti hanno avuto come movente principale il controllo del traffico di droga e l’infiltrazione negli appalti pubblici. Lo scontro ha fatto registrare anche un lungo periodo di pausa, sino al Natale 2006 quando, in un agguato, tre persone, tra le quali un bambino, rimasero ferite e fu uccisa una donna, Maria Strangio, moglie di uno dei presunti boss, Giovanni Luca Nirta, considerato dagli investigatori il vero obiettivo dell’agguato.
La risposta a quell’agguato è stata la strage di Duisburg, con sei persone uccise a Ferragosto davanti al ristorante "da Bruno" di proprietà degli Strangio.
* la Repubblica, 4 marzo 2008