Eseguiti dalla polizia provvedimenti restrittivi per 55 affiliati
In manette i presunti autori di alcuni omicidi. Scoperti tre arsenali
’Ndrangheta, blitz nel Crotonese
Decapitati i vertici di alcune cosche
CROTONE - Duro colpo alla ’ndrangheta in provincia di Crotone. Questa mattina una vasta operazione antimafia della polizia ha permesso di eseguire 55 ordini di arresto nei confronti di appartenenti alle famiglie mafiose più influenti della zona. Tra le persone arrestate ci sono anche i presunti autori di alcuni omicidi.
L’operazione, denominata "Eracles 2", costituisce la seconda tranche di un’indagine conclusasi all’inizio di aprile con il fermo di 39 persone legate alle cosche crotonesi. Oggi, grazie a un provvedimento emesso dal gip distrettuale di Catanzaro Tiziana Macrì, quei fermi sono stati confermati e sono stati sottoposti a misura cautelare altri 16 presunti affiliati alla ’ndrangheta. Si tratterebbe di esponenti della cosca Vrenna-Bonaventura-Corigliano, ai quali si aggiungono degli affiliati delle famiglie Russelli e Megna, che rappresentano "la diramazione papaniciara" che fa capo a Grande Aracri nel Crotonese.
Le attività investigative hanno consentito di delineare le strutture e le strategie operative dei gruppi criminali, decapitandoli dei vertici. Oltre ai presunti capi delle cosche, sarebbero finiti in manette gli esecutori materiali di alcuni omicidi. Tra le persone coinvolte ci sarebbero anche gli assassini di Francesco Gallo e Leonardo Covelli, uccisi a Crotone nel 2000 per contrasti interni alla cosca dei Vrenna-Corigliano-Bonaventura. Sono state scoperte, dicono gli investigatori, numerose estorsioni che le organizzazioni mafiose locali esercitavano, anche in forma violenta, nei confronti di imprenditori del settore edile e di titolari di esercizi commerciali. Sono stati inoltre individuati tre depositi dove erano custoditi esplosivi, pistole e fucili mitragliatori.
Gli arrestati dovranno rispondere di numerose accuse, tra le quali associazione per delinquere di stampo mafioso, estorsione, detenzione di armi e traffico di sostanze stupefacenti. "Sia i due gip di Crotone che ora il gip di Catanzaro hanno dimostrato che l’impianto accusatorio sembra sia corretto", ha commentato il pm della procura distrettuale antimafia di Catanzaro Pier Paolo Bruni, uno dei coordinatori dell’inchiesta, aggiungendo che anche le persone arrestate oggi sono "soggetti di primo piano".
* la Repubblica, 28 aprile 2008.