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Per una nuova antropologia e una nuova teologia. A Sigmund Freud, gloria eterna........

LO SPIRITO DI ASSISI: AL DI LA’ DELLE PERFIDIE IN-CROCIATE. LA LEZIONE DI GIOVANNI PAOLO II SULLA DONNA E SULL’UOMO E SU DIO. L’attualità della "Mulieris Dignitatem"(1988) non sta nel testo (come pensano e celebrano nel Vaticano di Ratzinger) ma nella testa e nel cuore dell’uomo Wojtyla - a cura di pfls

LA "SACRA FAMIGLIA" DELLA GERARCHIA CATTOLICO-ROMANA E’ ZOPPA E CIECA: IL FIGLIO HA PRESO IL POSTO DEL PADRE DI GESU’ E DEL "PADRE NOSTRO". E’ ORA DI RESTITUIRE "L’ANELLO DEL PESCATORE" A GIUSEPPE, PER AMARE BENE MARIA!!!
domenica 10 febbraio 2008 di Maria Paola Falchinelli
“DUE COLOMBI”, “DUE SOLI”. A KAROL J. WOJTYLA - GIOVANNI PAOLO II, in memoriam (03.04.2005)
Karol J. Wojtyla ha compreso il "segreto" delle due persone che gli hanno dato la vita (il padre di religione cattolica e la madre di religione ebraica) e, al di là della loro identità e differenza, ha ritrovato l’Arca dell’Alleanza d’Amore ("Charitas") dei "due cherubini". Per questo ha potuto ri-illuminare il mondo e ri-unificare l’intera umanità intorno a sé, non per altro (...)

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> WOJTYLA SULLA DONNA E SULL’UOMO E SU DIO CONTINUA A DARE LEZIONI A RATZINGER. ..... La rivincita delle mistiche cristiane (di Silvia Ronchey).

sabato 9 febbraio 2008

La rivincita delle mistiche cristiane

di SILVIA RONCHEY (La Stampa, 9/2/2008)

Mai come in questo periodo di opposti integralismi un nuovo medioevo sembra avere calato le sue tenebre su quella che fino a poco tempo fa non si dubitava fosse l’unica definitiva conquista del Novecento: l’emancipazione femminile. Mai come in questo periodo i pronunciamenti delle autorità religiose hanno colpito la donna: in particolare quelli provenienti dalla Chiesa cristiana, che pure dovrebbe essere interprete e anzi ispiratrice di quella che chiamiamo civiltà occidentale. I fondamentalisti cattolici tentano di rimettere in discussione l’autonomia della donna in più sfere della sua vita, la sua libertà di scelta e perfino il suo diritto all’habeas corpus. Affermazioni strumentalmente amplificate dai media e assecondate anche da esponenti della scienza, come i primari romani firmatari della petizione di diritto dei medici a decidere sul feto contro la volontà della madre, malgrado le obiezioni degli esperti di bioetica sull’impossibilità di escludere i genitori dalla decisione sul proprio figlio.

Se già quattro anni fa, nella famosa «Lettera ai vescovi», l’allora cardinale Ratzinger contrapponeva una discriminazione deterministica del ruolo della donna alla libertà di far prevalere nelle scelte di vita la parte maschile o femminile di sé, e sentenziava che la sua vocazione prioritaria è la famiglia, nei recenti portati del suo magistero papale l’opzione di scelta della donna è arretrata ulteriormente rispetto alle posizioni assunte dai teologi del Novecento. Se un ritorno di spiritualità pervade la società orfana di ideologie secolari di salvezza, tanto più le gerarchie cattoliche e i teocon dovrebbero ricordare che è proprio dal seno della Chiesa cristiana che la scrittura e la riflessione femminili sono emerse e si sono manifestate al mondo. Nell’età aurea del cristianesimo, nel pieno del «tenebroso» medioevo, un esercito di donne colte e forti, dallo spirito libero e dalla prosa superba, aveva già sfidato le oppressioni della cultura dominante. E l’aveva fatto dall’interno della Chiesa cattolica. In una prospettiva rigorosamente storica, l’attività e la scrittura delle mistiche cristiane è la più grande se non forse l’unica vera traccia femminile impressa alla storia universale della letteratura e del pensiero.

Da quell’inestimabile tesoro non può non partire oggi una Gendered History della nostra letteratura. Una consapevolezza fino a poco tempo fa privilegio di pochi iniziati - da Giovanni Pozzi a Elémire Zolla - ma oggi riconosciuta anche dalla nostra istituzione universitaria più prestigiosa, il Sum, l’Istituto Superiore di Scienze Umane, che oggi inaugura a New York, con la New York University, il più grande convegno scientifico mai organizzato sulla letteratura italiana femminile. E lo apre proprio con le mistiche: da Chiara di Assisi a Angela da Foligno, da Caterina da Siena a Brigida di Svezia, i massimi studiosi mondiali riscriveranno la storia della scrittura femminile, estirpando convenzioni, correggendo definizioni, riequilibrando il peso della più fortunata scrittura delle donne contemporanee con quello delle antiche, straordinarie voci di donne per cui il non sposarsi, il non essere madri, l’isolarsi nel nubilato era stato l’equivalente di quella «stanza tutta per sé» che Virginia Woolf avrebbe eletto a simbolo della possibilità stessa di pensare, inventare, scrivere. Lo storico convegno di New York celebra donne che elaborarono, come Ildegarda di Bingen, una scienza da cui avrebbero da imparare i medici di oggi. Donne che furono giudicate anoressiche, isteriche, forse epilettiche, ma attraverso le quali l’intelligenza e l’indipendenza femminile fecero breccia all’interno stesso di quella Chiesa cattolica oggi così avara di riconoscimenti all’identità femminile.


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