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CONTRO LA CIVILTA’ DELL’AMORE ("CHARITAS") DELL’EVANGELO, DI GIOVANNI XXIII, E DI GIOVANNI PAOLO II (Assisi, 1986) ....

LA TEOLOGIA DEL "LATINORUM" DELLA CHIESA CATTOLICO-ROMANA DI BENEDETTO XVI. CON QUESTO "LOGO" VINCERAI: DIO "LA ROBA" E’ ("Deus caritas est", 2006)!!! Una breve nota sulla catastrofe "unitaria" del Vaticano e dell’Italia - di Federico La Sala

LA "SACRA FAMIGLIA" DELLA GERARCHIA VATICANA E’ ZOPPA E CIECA: IL FIGLIO HA PRESO IL POSTO DEL PADRE DI GESU’ E DEL "PADRE NOSTRO" ... E CONTINUA A "GIRARE" IL SUO FILM PREFERITO, "IL PADRINO".
giovedì 21 febbraio 2008 di Maria Paola Falchinelli
Altro che la Chiesa di Maria e Gesù... - e Giuseppe!?
Questa è la Chiesa ... del “latinorum”, di "Mammona", di "Mammasantissima" e del Capitalismo!!!
FORZA “Deus caritas est”?! FORZA "DIO CARO-PREZZO"?!
Caro BENEDETTO XVI ...
Corra, corra ai ripari (... invece di pensare ai soldi)! Faccia come insegna CONFUCIO: provveda a RETTIFICARE I NOMI. L’Eu-angélo dell’AMORE (“charitas”) è diventato il Van-gélo (...)

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> LA TEOLOGIA DEL "LATINORUM" DELLA CHIESA CATTOLICO-ROMANA DI BENEDETTO XVI. ---- Perché la Chiesa non condanna don Verzè (risponde Corrado Augias)

domenica 4 dicembre 2011

Perché la Chiesa non condanna don Verzè

risponde Corrado Augias (la Repubblica, 04.12.2011)

-  Gentile Corrado Augias,

leggo di Don Verzè e della scandalosa gestione del San Raffaele. Oltre al delirio di onnipotenza che lo ha portato a commissionare una cupola in acciaio da milioni di euro, avere yacht, opzionare un’inutile flotta di aeroplani, tutte spese folli passate inosservate, univa questi comportamenti lussuosi ad un fare da vero capobastone mafioso. Un malinteso senso della missione ecumenica? Ne dubito fortemente. Quando si gestiscono conti correnti all’estero, misteriose società, e si riesce a comandare anche sulla finanza, organo statale, dirottandolo a proprio piacimento sui vicini che gli impediscono ulteriori acquisizioni (e sfracelli ?), siamo di fronte ad una vera associazione a delinquere. O no? Cosa attendono allora le alte gerarchie d’Oltretevere a sanzionare il ras del San Raffaele con una santa scomunica? La tristezza nel notare tanto garbato silenzio da parte della Chiesa dilapida ulteriormente quel poco di credibilità che stentatamente il Papa cerca di ritrovare. Come mai certi comportamenti laicamente inaccettabili sono religiosamente consentiti?
-  Marco Bernardi

Don Luigi Maria Verzè è nato nel 1920 e ha dunque superato i 90 anni di vita dando prova ininterrotta di un’energia e di una capacità di visione straordinarie. A mio parere bisogna partire da questo per tentare di spiegarsi la serie di catastrofici errori, compreso l’ultimo imperdonabile e ridicolo di paragonare le sue disavventure giudiziarie alla passione di Gesù.

Il signor Bernardi si chiede che cosa aspettino le gerarchie vaticane a scomunicarlo. Da osservatore esterno ricordo che il Vaticano, a prescindere da ogni effettiva dimostrazione di colpevolezza, procede sempre con prudenza in casi del genere, sulla base del noto principio "quietare sopire" che si è spesso rivelato il più efficace. I fatti si succedono velocemente, nuovi eventi fanno scomparire nell’oblio i precedenti.

Basta pensare a tutto ciò che non venne fatto quando scoppiò lo scandalo di monsignor Marcinkus nella gestione della banca vaticana (il famigerato Ior) o del tempo che è stato necessario perché il Papa si decidesse a intervenire di fronte all’altro scandalo mondiale dei preti pedofili.

O ancora del silenzio prudente con cui giorni addietro è stata accolta la notizia che il boss mafioso calabrese Giulio Lampada era stato nominato cavaliere dell’Ordine di san Silvestro papa.

Ciò che a noi maggiormente interessa non è però l’eventuale scomunica di don Verzè ma i comportamenti di stampo mafioso di un uomo che aveva dato vita ad un ospedale e ad un’università di ottimo livello, e che si è perso dietro la sua megalomania, causando immenso dolore e la morte di un suo collaboratore. Di questo don Verzè dovrebbe chiedere perdono invece del suo vaniloquio su Gesù.


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