La decisione ufficiale del Parlamento riunito in seduta straordinaria
Migliaia di persone, arrivate anche dall’Albania, festeggiano per le strade di Pristina
Il Kosovo proclama l’indipendenza
Serbia: "Non lo riconosceremo mai"
Il dipartimento di Stato Usa: "Prendiamo atto e facciamo un appello alla calma"
E Mosca, furiosa, chiede e ottiene la convocazione del Consiglio di sicurezza
PRISTINA - Il Parlamento kosovaro ha proclamato l’indipendenza unilaterale dalla Serbia. L’assemblea, riunita in seduta straordinaria, ha approvato con un’acclamazione la proposta letta in aula dal primo ministro Hashim Thaci: quella che era una provincia serba ha così scelto di staccarsi e diventare uno Stato "indipendente e sovrano" (il documento). Immediata la reazione di Belgrado: il presidente serbo Boris Tadic, appoggiato pienamente da Mosca, ha ribadito che il suo paese non riconoscerà mai l’indipendenza.
La votazione. Tutti i deputati - con l’eccezione dei pochi rappresentanti della minoranza serba, assenti per scelta - hanno firmato oggi il testo della dichiarazione di indipendenza. Dopo l’acclamazione e il voto per alzata di mano, la dichiarazione è stata sottoposta alla convalida del presidente Fatmir Sejdiu, del premier Hashim Thaci, del presidente dell’assemblea Jakup Krasniqi e di ciascun parlamentare, convocato nominalmente per la firma. Alla fine, in Parlamento è stata esposta la nuova bandiera: una sagoma gialla del nuovo Stato su uno sfondo blu scuro, insieme a sei stelle, che richiamano l’Europa.
I festeggiamenti. A Pristina si celebra l’evento da giorni. E dopo la proclamazione dell’indipendenza la gioia è esplosa. Sono arrivati anche pullman dall’Albania. Ovunque ci sono striscioni e poster con slogan patriottici e messaggi d’auguri (ma anche inviti alla moderazione), oltre che bandiere albanesi (rosse con l’aquila nera al centro) e americane. Qua e là spuntano anche vessilli dell’Ue e di qualche singolo paese europeo.
La reazione di Belgrado. Il presidente Tadic ha dichiarato che la Serbia "non riconoscerà mai l’indipendenza", e che il suo paese "ha reagito e reagirà con tutti i mezzi pacifici, diplomatici e legali per annullare quanto messo in atto". Poco dopo, anche il primo ministro Vojislav Kostunica ha espresso condanna, definendo il Kosovo "un falso stato" e accusando gli Usa per la loro disponibilità a "violare l’ordinamento internazionale per i loro interessi militari". Critiche anche alle Ue, che si sarebbe accodata alla posizione americana "in modo umiliante". Infine, Belgrado ha fatto sapere che richiamerà i proprio ambasciatori dai paesi che riconosceranno il Kosovo.
La Russia furiosa. La proclamazione dell’indipendenza, che può contare sul sostanziale sostegno degli Usa e di buona parte dei paesi europei, vede fermamente contraria la Russia, che oggi ha chiesto e ottenuto la convocazione del Consiglio di sicurezza dell’Onu (ore 13 ora di New York, le 19 in Italia). "Sosteniamo in pieno la reazione di Belgrado", ha fatto sapere il ministero degli Esteri. Mosca vuole da Nazioni Unite e Nato un’azione "immediata" per annullare la proclamazione di indipendenza.
Le altre reazioni internazionali. La Nato ha annunciato che continuerà a garantire la sicurezza del Kosovo e ha esortato tutte le parti in causa a muoversi con la massima cautela. Il dipartimento di Stato Usa, "preso atto" della dichiarazione di indipendenza: non è un riconoscimento formale del nuovo Stato, ma un appello alle parti "perchè esercitino la massima moderazione e evitino qualsiasi provocazione". Un invito invito alla moderazione, rivolto sia a Pristina che a Belgrado, è giunto poi dalla Santa Sede.
* la Repubblica, 17 febbraio 2008.