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Europa. Italia....

Calabria: ’Ndrangheta. Allarme altissimo. Appello del presidente della Commissione Antimafia Francesco Forgione lanciato alla politica e allo Stato, con la sua Relazione - a cura di pfls

I partiti dovranno fare delle scelte oculate su ogni singolo candidato oppure la Calabria non ce la farà.
sabato 23 febbraio 2008 di Maria Paola Falchinelli
[...] ’’Dagli industriali calabresi non abbiamo raccolto alcuna denuncia. Vi sono solo 8 associazioni antiracket nella regione e la cosa grave è che nessuno invita a denunciare. Il vertice della Confindustria della regione è commissariato per altre ragioni e il vicepresidente ha patteggiato per concorso in associazione mafiosa". E’ questo il duro giudizio espresso dal presidente dell’Antimafia, Francesco Forgione, presentando la relazione dedicata alla presenza della ’ndrangheta in Italia e (...)

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> Calabria: ’Ndrangheta. Allarme altissimo. Appello del presidente della Commissione Antimafia ---- "Il contagio delle ‘ndrine da Limbadi e Rosarno all’Australia. Da San Luca a Duisburg. Molecole criminali che schizzano, si diffondono e si riproducono nel mondo. Una mafia liquida, che si infiltra dappertutto, riproducendo, in luoghi lontanissimi da quelli in cui è nata, il medesimo antico, elementare ed efficace modello organizzativo".

mercoledì 20 febbraio 2008

’Ndrangheta, l’Antimafia: «È più viva che mai»

di Massimo Solani *

"Il contagio delle ‘ndrine da Limbadi e Rosarno all’Australia. Da San Luca a Duisburg. Molecole criminali che schizzano, si diffondono e si riproducono nel mondo. Una mafia liquida, che si infiltra dappertutto, riproducendo, in luoghi lontanissimi da quelli in cui è nata, il medesimo antico, elementare ed efficace modello organizzativo". E’ una fotografia viva e spietata la relazione della Commissione parlamentare Antimafia approvata martedì e trasmessa alle Camere: un affresco dettagliato di quello che è la ‘Ndrangheta, con la sua tradizione di riti arcaici e brutali abbinata alla modernità globalizzata delle holding economiche.

Un’azienda moderna e strutturata, capace di infiltrarsi in ogni aspetto della vita pubblica: dagli appalti alla sanità, dal traffico internazionale degli stupefacenti (le cosche calabresi siedono fianco a fianco coi grandi cartelli sudamericani e "muovono" tonnellate di roba in giro per l’Europa) al riciclaggio del denaro sporco dietro le facciate pulite di ristoranti e imprese edili. «Alla maniera di Al Qaida - si legge nella relazione - con un’analoga struttura tentacolare priva di una direzione strategica, ma caratterizzata da una sorta di intelligenza organica, di una vitalità che è quella delle neoplasie, e munita di una ragione sociale di enorme, temibile affidabilità». E per questo oggi la ‘ndrangheta è diventata «l’organizzazione più moderna, la più potente sul piano del traffico di cocaina, la più stabilmente radicata nelle regioni del centro e del nord Italia oltre che in numerosi paesi stranieri».

Un’organizzazione capace di fare affari con la politica e col mondo dell’imprenditoria. Di dettare leggi, condizionare elezioni e stabilire i prezzi degli appalti. Dai lavori per la realizzazione della "Salerno-Reggio Calabria" agli appalti delle Asl Calabresi. Perché è la Sanità il nuovo grande affare, insieme alla spartizione dei finanziamenti europei. «La sanità - è scritto nella relazione - è il buco nero della Calabria, il segno più evidente del degrado, la metafora dello scambio politico-mafioso e del disprezzo delle persone e del valore della vita». «La forza della ‘Ndrangheta - si legge nel documento della Commissione di palazzo San Macuto - è l’altra faccia della debolezza della politica. Ma le ragioni di questa non possono essere cercate fuori da sé. La debolezza è l’elemento centrale di un sistema clientelare di potere che per riprodurre consenso e voti non può essere messo in discussione, pena la crisi della sua presa sociale. È così che questo meccanismo produce anche la passivizzazione dei cittadini, pronti ad accettare corruzione e mediazione mafiosa in assenza di diritti esigibili, opportunità garantite dai concorsi pubblici agli appalti e trasparenza delle scelte politiche e della pubblica amministrazione».

Per questo ha sottolineato in una conferenza stampa il presidente della Commissione Antimafia Francesco Forgione, in una Calabria in cui le inchieste giudiziarie e i blitz della polizia hanno alzato il velo su quella zona grigia di commistione fra criminalità e poltica, «la questione morale riguarda tutti e tutti gli schieramenti politici. Se i partiti non hanno la forza di eliminare ogni zona d’ombra noi non ce la faremo - ha proseguito -. Per questo serve una opera di pulizia, a partire dalle candidature per le prossime elezioni». Un tema che la commissione aveva già sottolineato in passato approvando nei mesi scorsi un codice di autoregolamentazione, approvato da tutti i partiti, con l’impegno di non presentare chi sia rinviato a giudizio per tutti i reati di mafia, di racket e usura, di traffico di droga o di rifiuti e di riciclaggio. «Ma i partiti - ha concluso il presidente - riescono autonomamente a farla questa scelta, questa opera di moralizzazione e trasparenza?».

* l’Unità, Pubblicato il: 20.02.08, Modificato il: 20.02.08 alle ore 17.28


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