Mi volevo riferire al commento di Lucetta Scaraffia facendo notare che anche se il papa intendeva antropologia nel suo significato piu` ampio e non come antropologia culturale, non di meno mi sembra ovvio che tale "antropologia" generale non possa prescindere dai fatti e i fatti, o almeno una parte di essi, viene proprio dall’antropologia culturale, per cui un’antropologia che non ne tenga conto e li elimini dal suo campo appare piu` che antiscientifica, vuota, con scarso significato in se` perche’ determinata a parlare dell’inesistente.
In particolare la cosiddetta famiglia naturale moderna, per venire al presente, sarebbe quella formata dal figlio/a e da 4,5,6 genitori, tali anagraficamente e per funzioni, a seguito di separazioni o divorzi? O sarebbe quella del padre, o piu` spesso della madre, single con bambino/a? Comunque non sembrerebbe piu` essere quella mononucleare di due genitori, maschio e femmina, sposati in chiesa (almeno le statistiche ci dicono questo). Fra l’altro da diversi studi che incominciano a comparire nel mondo anglosassone, parrebbe che statisticamente le migliori famiglie, con minor livello di stress e bambini piu` felici o almeno con migliore rendimento scolastico, siano quelle di genitori omosessuali; famiglie che pure non parrebbero rientrare nel novero di quelle naturali.
Perche’, in base a quali elementi una famiglia dovrebbe essere considerata piu` naturale dell’altra, da un punto di vista di antropologia generale, nel senso in cui ne parla il papa? Che vantaggi avrebbe, rispetto alle altre?