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In memoria di Bartolomeo de las Casas. Per la democrazia e il dialogo, quello vero....

CUBA E CHIESA CATTOLICA. UNA OPPORTUNITA’ STORICA, PER L’UNA E PER L’ALTRA. Una nota di Filippo Di Giacomo - a cura di pfls

Dopo-Castro, la mediazione della Chiesa: «Il caso» ha voluto che il segretario di Stato vaticano prendesse l’aereo per Cuba ...
sabato 23 febbraio 2008 di Maria Paola Falchinelli
[...] Nel novembre 2005, dopo una visita del cardinale Bertone, Fidel ha avuto un lungo incontro con i vertici dell’episcopato cubano. Quest’anno, agli inizi di aprile, per celebrare Bartolomeo de las Casas, nel XVI secolo uno dei fondatori della riflessione giuridica sui diritti dell’uomo, il dialogo diventerà nazionale e metterà a confronto gli accademici marxisti cubani con gli storici e gli intellettuali di parte opposta. I cattolici dell’Avana, sperando in un prossimo presidente Usa (...)

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> CUBA E CHIESA CATTOLICA. UNA OPPORTUNITA’ STORICA, PER L’UNA E PER L’ALTRA. --- Cuba a Bertone: aspettiamo Benedetto XVI.

sabato 23 febbraio 2008

Cuba a Bertone: aspettiamo Benedetto XVI

DA ROMA SALVATORE MAZZA (Avvenire, 23.02.2008)

La preghiera, intensa e costante, per «collaborare, dall’intimo del chio­stro, alla costruzione di un’auten­tica società, molte volte ferita e privata di valori, senza identità, smarrita, con poca fede e lontana da Dio». È l’invito che il cardinale segretario di Stato vati­cano, Tarcisio Bertone, ha rivolto ieri mattina alle religiose, durante la Messa celebrata nel monastero di Santa Teresa delle Carmelitane Scalze, a L’Avana, al­l’inizio del suo secondo giorno di visita nell’isola caraibica.

«Vi esorto vivamente - ha detto il por­porato - a essere artefici, in questo mo­do a volte incompreso, di una nuova u­manità ». Così, ha aggiunto, le religiose potranno «essere esempio, modello e i­spirazione per tutti i cubani, aiutandoli in ogni momento a dare vigore al loro profondo spirito religioso, e al contem­po sostenendoli nelle loro aspirazioni, gioie e sofferenze». Di qui l’invito a pre­gare «costantemente affinché il Signore illumini le coscienze di quanti hanno nelle mani la responsabilità di offrire u­na vita degna ai cittadini, di instaurare la pace e la giustizia, promuovendo la solidarietà a favore soprattutto dei più bisognosi».

In particolare il cardinale Bertone ha e­sortato a pregare «affinché si favorisca lo sviluppo dei valori umani, etici e reli­giosi, la cui assenza colpisce in partico­lare i giovani», senza dimenticare «mai le famiglie, affinché continuino a essere depositarie di un ricco patrimonio di virtù cristiane e trasmettano la fede e i grandi valori che scaturiscono dal Van­gelo ».

La Messa nel convento delle carmelita­ne, come detto, ha aperto la seconda giornata a Cuba di Bertone, il quale la sera precedente aveva celebrato nella Cattedrale della capitale l’Eucaristia con tutti i vescovi dell’isola. In quella sede, nel porgergli il saluto a nome dell’epi­scopato, il cardinale Jaime Ortega y Ala­mino, arcivescovo dell’Avana, aveva e­spresso la speranza che «la visita di que­sti giorni possa essere un augurio per u­na visita del nostro amato Benedetto X­VI ». E rispondendogli a braccio, in spa­gnolo, il segretario di Stato aveva detto, tra gli applausi degli oltre tremila fedeli presenti: «Credo che il Santo Padre ab­bia sentito molto bene l’invito del car­dinale Ortega di venire a Cuba. Anch’io nel 2005 avevo portato al Papa l’invito del presidente della nazione cubana. Speriamo che in futuro il Santo Padre possa visitare Cuba».

La Messa in Cattedrale, durata oltre due ore, s’era poi conclusa con la consegna da parte di Bertone di un dono imprevi­sto al cardinale Ortega y Alamino: una casula appartenuta a Giovanni Paolo II, che Papa Ratzinger ha voluto espressa­mente regalare alla Chiesa di Cuba.

Anche questo gesto è stato accolto dagli applausi dei presenti, fedeli, religiose, sacerdoti, rappresentanti di altre con­fessioni cristiane e delle autorità cuba­ne. In piazza anche un gruppo di Damas de blanco, madri, mogli, sorelle e figlie vestite di bianco dei 75 prigionieri poli­tici arrestati nel marzo del 2003, di cui 20 sono stati liberati per motivi di salute ma 55 sono ancora in carcere, a scontare pe­ne intorno ai 20 anni. «Siamo qui perché il cardinale Bertone e il Papa interceda­no presso il governo per la liberazione dei nostri familiari - hanno detto le loro rappresentanti Miriam Leiva e Laura Pollàn - in carcere da anni solo per aver espresso le proprie opinioni».


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