Sottoscrivo in toto il contenuto dell’articolo.
Una classe dirigente politica capace di ingenerare (e porre in essere atti o fatti a che ciò venga preso per vero: manovra autodistruttiva da evitarsi nella maniera più assoluta, prassi che può porre in essere solo un dilettante della politica... fa parte dell’ A B C del buon amministratore evitare che ciò avvenga.) in una fascia debole di popolazione false (e pericolose!) aspettative di assistenza che non avranno mai luogo, può provocare nel medio/lungo termine una cancrena sociale che può sfuggire di mano e la quale, onde evitare proteste sfocianti nella violenza, ha come unico rimedio il perpetrarsi di ulteriori nuove promesse che ingenerano a loro vota aspettative che saranno disattese... si entra cosi in un circolo vizioso che, come poc’anzi facevo presente, alimenta il fuoco della protesta e conseguentemente della disperazione di quelle fasce deboli che si vedranno costrette all’uso della violenza. E’ il cane che si morde la coda. Risultato: la cancrena avrà un processo di metastasi che riguarderà tutto il sistema e non solo, si badi, la parte inerente la piaga della disoccupazione.
Sconsiglierei vivamente la classe politica a intraprendere a priori certe linee di (pseudo) risanamento che tanto sbandiera (solo con l’intento, a ben vedere, di fare breccia nelle coscienze dei disperati e non).
Il problema è (anche) culturale, come molto acutamente si fa riferimento nell’articolo di cui sopra. Ecco perchè spero in (e mi auguro una) presa di coscienza collettiva che possa servire, mi si passi l’ennesima metafora, ad estirpare la parte di classe politica incancrenita da una patologia tra le più invalidanti e pericolose: L’incompetenza interessata (quanti interessi e scelte politiche ad personam!) mascherata, farisaicamente, da scelte/soluzioni politiche che sfociano nell’assurdo.
Cordiali Saluti