La città è in coma.
La vita scorre greve, vivacchiando di poco, perchè solo di quel poco ci si può accontentare.
La classe politica di San Giovanni è morta e noi ci limitiamo a registrare, come dei meschini notai, le fasi di un declino cui il territorio va incontro, inesorabilmente.
La città vive un pericoloso stato di oblìo amministrativo e sociale, dove chi ha le responsabilità maggiori fa finta di niente e tira a campare, dannosamente e impunemente.
Ci si contenta di qualche timido (...)
Innanzitutto un saluto a Marco, scrivo queste poche righe non meditate, di getto, magari si potrebbe discutere meglio in seguito su sito de la Voce. Vado al punto:ma siete certi che le primarie siano questo strumento miracoloso utile a cambiare le sorti di un paese, una regione, un popolo, una nazione?non ne metto in dubbio l’importanza e credo davvero che possano innovare il dibattito pubblico e politco italiano, ma a me sembra che vengano "caricate" troppo, venga attribbuito loro una capacità salvifica e rigeneratrice che non hanno. Le primarie, e qui faccio un ragionamento molto semplice forse anche superficiale ma credo logico, possono dare nuova linfa alla vita dei partiti, possono migliorare e di molto la qualità democratica di queste organizzazioni, possono dare il via ad un ripensamento della poltica e del suo rapporto con altre forze presenti nella società, ma non incidono nella realtà, nelle paure, nelle speranze delle persone, nei loro bisogni collettivi. il piano su cui possono agire è limitato, ne esistono altri, urgenti necessari vitali, a cui nulla portano le primarie. Il sud ha bisogno di tante cose, anche delle primarie evidentemente, ma le forze che possono risollevarlo non si trovano, e non si troveranno, nei partiti qualunque forma essi assumano e non è la politica la forza su cui far leva per risollevarlo.
Domenico Barberio
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