La città è in coma.
La vita scorre greve, vivacchiando di poco, perchè solo di quel poco ci si può accontentare.
La classe politica di San Giovanni è morta e noi ci limitiamo a registrare, come dei meschini notai, le fasi di un declino cui il territorio va incontro, inesorabilmente.
La città vive un pericoloso stato di oblìo amministrativo e sociale, dove chi ha le responsabilità maggiori fa finta di niente e tira a campare, dannosamente e impunemente.
Ci si contenta di qualche timido (...)

Le primarie non vogliono essere uno sturmento salvifico o panaceico, ma è indubbio che nel periodo storico che stiamo vivendo potrebbero contribuire a risolvere due problemi non proprio piccoli per la democrazia italiana: lo svecchiamento della poltica e l’oligarchia partitocratica. Il prossimo aprile saremo nuovamente chiamati ad eleggere un parlamento incostituzionale, attraverso una legge demo-killer, dove il suffraggio universale e diretto sancito dalla Costituzione è stato calpestato a vantaggio delle segreterie dei partiti. E’ stato consumato un golpe, solo che al posto dei carri armati hanno usato le penne. Ai partiti basta solo pescare, nella società civile, qualche specchietto per le allodole (De Sena-Serra-sopravvissuto Tyssen group e compagnia cantando) per poi imbottire le liste dei soliti boiardi di partito che andranno dopo a determinare le linee del futuro governo, relegando invece i grandi nomi della società civile ad un tombale silenzio; un film già visto diverse volte. Ti ricordo, Domenico, che grazie alle primarie aperte proprio due esponenti del partito della Rifondazione Comunista sono riusciti a ritagliarsi dei ruoli di primo piano, nonstante i pregiudizi politici da sinistra e da centro: Fausto Bertinotti, secondo dopo Prodi nell’ottobre del 2005, è dievntato presidente della Camera dei deputati; Nichi Vendola, alle amminsitrative del 2005, garzie alle primarie aperte è riuscito a starvolgere i pronostici che davano per vittorioso il candidato della Margherita ed è diventato così il candidato vittorioso del centro-sinistra e quindi governatore della Puglia, a quanto pare svolgendo tale compito anche con un discreto successo. In quest’ultima esperienza prezioso fu il contributo dell’associazionismo. I veri bisogni della gente, certo, sono altri ma non possiamo pensare di soddisfarlii se il sistema produce ancora questa risma di poltiici, distanti ormai anni luce dai problemi della gente. Sono del parere che in Italia è fondamentlale rivedere le regole, perchè uno stato di dirtto si fonda su di esse o meglio su delle regole giuste e condivise; solo così potranno dirsi democratiche. Cari saluti. Marco Militerno