Striscia di Gaza, incursione di Israele: sono 33 le vittime
Altri tre bambini e molti civili uccisi *
È salito ad almeno 33 vittime il bilancio elle incursioni israeliane di questa mattina a Jebaliya, nel nord della Striscia di Gaza. Lo hanno riferito fonti sanitarie ocali, spiegando che almeno un centinaio le persone sono rimaste ferite. Tra le vittime ci sarebbero anche cinque esponenti di Hamas, il movimento islamico che controlla il territorio dal giugno 2007, e due membri della Jihad Islamica. Tra i civili, secondo quanto appreso dall’agenzia Apcom da fonti palestinesi sul posto, avrebbero perso la vita tre bambini. Almeno 63 sarebbero invece i feriti. I militari israeliani sono intervenuti, con aerei, unità di fanteria e mezzi blindati, alle prime ore del giorno, nella località di Jabaliya e nei dintorni di Al-Touffah. Secondo i testimoni, la grande maggioranza delle vittime è però legata alle operazioni di Tsahal a Jebaliya e Beit Hanoun.
Un portavoce dell’esercito israeliano ha precisato che secondo i soldati che partecipano ai combattimenti, «almeno 15» attivisti armati «sono stati colpiti». Tsahal, al momento, ha confermato solo che cinque soldati israeliani sono stati feriti in occasione dello scontro a fuoco. Da mercoledì sono state almeno 47 le vittime palestinesi.
Israele ha pianificato da giorni una vasta operazione militare nella Striscia di Gaza, in risposta al lancio di razzi Qassam palestinesi contro obiettivi dello stato ebraico. Ancora oggi l’esercito israeliano ha precisato che almeno sei razzi sono stati lanciati contro la città di Askelon, 17 chilometri a nord di Gaza, mentre 15 razzi e proiettili di mortaio hanno lambito il confine fra la Striscia e lo Stato ebraico. Ieri il vice ministro israeliano della Difesa, Matan Vilnai, aveva avvertito che Israele è pronto a utilizzare «tutti i mezzi necessari» per mettere fine agli attacchi palestinesi contro il suo territorio.
L’Egitto ha lanciato un appello alla moderazione a israeliani e palestinesi, accusando l’esercito dello Stato ebraico di «un eccessivo ricorso all’uso della forza» nella Striscia di Gaza, il ministro della Difesa dello Stato ebraico, Ehud Barak, ha scaricato sul movimento integralista Hamas la responsabilità dell’escalation di violenze nel sud di Israele. «Seguiremo la strada della resistenza e della lotta contro l’occupazione militare israeliana, non ci arrenderemo al nemico», ha dichiarato da parte sua Ibrahim Abul-Naja, membro del comando supremo del partito Fatah a Gaza.
* l’Unità, Pubblicato il: 01.03.08, Modificato il: 01.03.08 alle ore 14.27