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Guerra, e ancora guerra.....

ISRAELE E LA "SHOAH" DEI PALESTINESI. BOMBARDAMENTI SU GAZA. Il viceministro israeliano della Difesa, Matan Vilnai, ha minacciato "una shoah"!!! - a cura di pfls

Il presidente palestinese Mahmud Abbas ha espresso preoccupazione per quello che ha definito ’’il pericolo di una escalation israeliana’’
mercoledì 27 febbraio 2008 di Maria Paola Falchinelli
[...] «Shoah», in ebraico, non significa necessaria­mente olocausto: indica anche rovina, distru­zione, catastrofe. Ed è probabilmente a questo che ha voluto fare riferimento Vilnay. Ma quel­la parola, difficilmente pronunciata senza rife­rimenti diretti al genocidio nazista, ha fatto il gi­ro dei media arabi. Gli stessi che da mercoledì mostrano le foto degli otto bambini palestine­si uccisi negli ultimi due giorni dai soldati i­sraeliani (insieme ad altre 23 persone). Vilnay ha cercato (...)

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> ISRAELE E LA "SHOAH" DEI PALESTINESI. BOMBARDAMENTI SU GAZA. --- E’ guerra aperta nel nord della Striscia di Gaza, dove dalla notte scorsa le forze israeliane stanno combattendo la loro più dura battaglia dai tempi del ritiro unilaterale del 2005 (Ansa)

sabato 1 marzo 2008

Ansa» 2008-03-01 21:30

STRAGE A GAZA, DONNE E BAMBINI TRA LE VITTIME

ROMA - E’ guerra aperta nel nord della Striscia di Gaza, dove dalla notte scorsa le forze israeliane stanno combattendo la loro più dura battaglia dai tempi del ritiro unilaterale del 2005. Il bilancio, che si è costantemente aggravato nel corso della giornata, quando è sera registra 49 palestinesi uccisi (tra cui nove adolescenti di età compresa fra 13 e 17 anni e almeno altri cinque civili adulti tre dei quali donne) e oltre 150 feriti, anche in questo caso con molti civili. Da parte israeliana si registrano due soldati uccisi e sei feriti, oltre a cinque civili (due dei quali bambini) feriti dai razzi caduti anche oggi sulla città di Ashkelon. Sebbene la vasta operazione militare condotta con aerei, elicotteri e carri armati israeliani intorno al campo profughi di Jabaliya avesse come obiettivo proprio quello di neutralizzare i lanci di Qassam, di razzi ne sono ugualmente caduti oltre 60. Decine di abitanti israeliani di Sderot di Ashqelon sono stati soccorsi in stato di shock. Fonti palestinesi hanno raccontato che la battaglia è iniziata poco dopo l’una della notte, quando unità speciali israeliane hanno tentato di penetrare nella periferia orientale di Jabaliya. Miliziani palestinesi li avrebbero individuati ed attaccati. A sostegno del commando israeliano sono così intervenuti prima elicotteri da combattimento e poi mezzi corazzati della brigata ’Givati’, che per ore hanno martellato le postazioni palestinesi.

La zona dei combattimenti si trova molto vicina al centro abitato di Jabaliya, e questo spiega il massiccio coinvolgimento dei civili. Il vice ministro della difesa israeliano, Matam Vilnai, parlando alla radio militare ha precisato che quella in corso "é solo una operazione allargata e non può essere considerata come l’inizio di una più vasta invasione". In realtà molti analisti sono convinti che l’incursione di oggi, sebbene abbia assunto dimensioni forse più ampie del previsto, costituisca una importante prova generale per i comandi dell’esercito chiamati a valutare i costi in termini di vite umane in vista di una eventuale rioccupazione parziale della Striscia dopo il ritiro del 2005. Proprio Vilnai ieri, in occasione di una contestata intervista, aveva preannunciato che "tanto più si intensifica il lancio di razzi contro le nostre città e tanto più la loro gittata si allunga, tanto più i palestinesi si espongono al rischio di una ’shoah’ ancora più grande". Il termine ’shoah’, interpretato da taluni come la minacciosa allusione ad un Olocausto, voleva in realtà alludere ad "una catastrofe" che, almeno in termini umanitari, è esattamente quanto si sta profilando. Ma la gaffe ormai era fatta, e oggi il pur moderato presidente palestinese Abu Mazen (Mahmud Abbas) non ha potuto fare a meno di ricitarla: "Quello che sta accadendo a Gaza è peggio di un Olocausto", ha dichiarato. Il capo dei negoziatori Ahmed Qureia (Abu Ala) ha poi fatto sapere che sia lui che Abu Mazen stanno vagliando la possibilità di congelare i negoziati di pace con Israele. "Credo che alla fine verranno bloccati" ha detto, dicendosi scioccato dal livello degli scontri in corso a Gaza, e dall’alto numero di vittime civili coinvolte. Abu Mazen ha anche chiesto l’immediata convocazione del consiglio di sicurezza delle Nazioni unite.

L’Autorità nazionale palestinese ha più volte condannato i lanci di razzi Qassam compiuti da Hamas contro le cittadine israeliane, ma al tempo stesso non ha mai mostrato di avallare le dure rappresaglie israeliane lanciate in risposta. Oggi tacere, o tornare ai tavoli dei negoziati mentre la media dei morti in battaglia in questa giornata di inferno è stata persino più alta della guerra nel Libano del sud, rischierebbe di far crollare definitivamente la credibilità di Abu Mazen presso l’opinione pubblica palestinese. La minaccia di bloccare i colloqui di pace almeno apparentemente non impensierisce il ministro degli esteri israeliano Tzipi Livni, che presiede il gruppo dei negoziatori: "Anche se i palestinesi desiderano sospendere i colloqui di pace - ha dichiarato in serata - ciò non avrà alcun effetto sulle decisioni di Israele a Gaza. La necessità di Israele di proteggere i suoi cittadini - ha aggiunto - è sempre stata una condizione di base nelle trattative tra noi e l’ Autorità palestinese".

ABU MAZEN FERMA NEGOZIATI CON ISRAELE TEL AVIV Il presidente palestinese Abu Mazen (Mahmud Abbas) ha deciso questa sera di fermare i negoziati di pace con Israele in seguito all’intensificarsi degli attacchi sulla Striscia di Gaza che hanno provocato nella sola giornata di oggi oltre 50 morti palestinesi: lo riferisce il sito del quotidiano israeliano "Haaretz". Non vi è al momento conferma da parte di altre fonti. Secondo il quotidiano, la decisione è stata già notificata dal capo dei negoziatori palestinesi, Ahmed Qurei (Abu Ala), al ministro degli esteri israeliano, Tzipi Livni. In precedenza lo stesso Abu Ala aveva riferito che l’ipotesi di congelare i negoziati sarebbe stata discussa oggi a Ramallah in un vertice fra i ledare dell’Autorità nazionale palestinese.


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