DANTE È IL FARMACO
di Emiliano Antonino Morrone *
Buongiorno per tutto il giorno. Più o meno il tempo del nuovo coronavirus si può al momento riassumere con i seguenti elementi: pubblicità gratuita di pizza e pasta; auspici vari; ironia (non solo su "chillu ’e Castiellu") e satira; curve di contagio e relativi aggiornamenti (intanto del prof. Francesco Aiello); i dati dati da Borrelli e le attese dichiarazioni del professor Brusaferro; le dirette di Conte e il dibattito su "mago" Casalino; previsioni; le acute riflessioni di Andrea Colombo e Alfonso Maurizio Iacono; lo stato di avanzamento dei vaccini; la tensione parlamentare di Ciccio Sapia; i filmati di Scanzi e il travaglio di Travaglio; la scomparsa di Majorana-Bellantoni; il prezioso Overlook di Pablo; Sergio (dei Servizi) che cita Borges; Biagio (Simonetta) su Cina e resto del mondo; Giletti che diventa Gillette; Cacciari adirato e la nuova "Krisis"; le "strofe" piatte di Angela Dorothea Merkel; i moniti di Gratteri; il vangelo secondo Draghi; la bella letteratura social di Alfonso B.; i caffè intercontinentali di Franco Laratta; le bordate fisse di Carchidi e polemiche universali sulla didattica a distanza.
Con mia figlia Emiliana ho rivisto tutto "Harry Potter" e quasi per intero "Il Signore degli Anelli", che non è Gerardo Mario. Mi sono allora chiesto perché non esista un film completo sulla "Divina Commedia" di Dante, di cui l’anno prossimo ricorrerà - non so come - il 700 anniversario dalla morte.
L’unica risposta possibile è che Dante sia ancora incompreso dagli stessi italiani, pure perché a scuola si studia pappagallescamente, come mi ha suggerito mia moglie Giuliana, la quale ne sa molto più di me. Alla "grande stampa" Dante interessa poco, fa più notizia la ministra Azzolina, in linea con la "tradizione" trasversale anti-gentiliana. Eppure Dante è un farmaco potentissimo, capace di sconfiggere il più pericoloso dei virus: la ciotìa. Sul punto converrebbe senz’altro il mio severissimo, amato cugino Luigi Morrone.
Luigi Morrone L’Italia se n’è strasbattuta del 750° anniversario della nascita di Dante (2015). Il 2° millennio dalla morte di Ovidio e di Livio (2017) è stato ricordato solo a Sulmona e a Padova, come se si trattasse di glorie locali. -E ora, in quarantena, vuoi che pensino a Dante? Gli inglesi hanno organizzato 3 anni di continue manifestazioni per "legare" il 450° anniversario della nascita di Shakespeare con il 500° della morte (dal 2014 al 2016). Si vuole estirpare la nostra memoria di popolo.
*Fonte: Facebook, 08.04.2020.