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Civiltà dell’amore??!!! Ri-pensare il cristianesimo!!! Al di là della tragedia del cattolicesimo-romano e della concezione edipica del tempo....

DANTE E L’ITALIA, OGGI. USCIRE DALLO STATO DI MINORITÀ: LA DIVINA COMMEDIA E L’ETA’ DELLO SPIRITO - IL "PADRE NOSTRO", L’AMORE ("CHARITAS"). Una proposta di ri-lettura e un contributo - di Federico La Sala.

Solo con Giuseppe, Maria è Maria e Gesù è Gesù. Questa la fine della "tragedia", e l’inizio della " Divina Commedia"!!! LA "SACRA FAMIGLIA" DELLA GERARCHIA CATTOLICO-ROMANA E’ ZOPPA E CIECA: IL FIGLIO HA PRESO IL POSTO DEL PADRE "GIUSEPPE" E DELLO STESSO "PADRE NOSTRO" ... E CONTINUA A "GIRARE" IL SUO FILM PRE-ISTORICO PREFERITO, "IL PADRINO"!!!
lunedì 3 marzo 2008 di Maria Paola Falchinelli
[...] Io non Enëa, io non Paulo sono. Per chi è diventato come Cristo, un nuovo re di giustizia e un nuovo sacerdote, non resta che denunciare tutta la falsità (con CATONE, "Cristo" del Logos antico - oltre: non della donazione, ma) delle fondamenta stesse dell’intera costruzione teologico-politica della Chiesa di Costantino - e ri-indicare la direzione eu-angélica a tutti gli esseri umani, a tutta l’umanità!!! Per tornare a casa, alla casa del "Padre Nostro", l’Amore - lo Spirito Santo (...)

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> DANTE E L’ITALIA, OGGI. USCIRE DALLO STATO DI MINORITA’: LA DIVINA COMMEDIA E L’ETA’ DELLO SPIRITO - IL "PADRE NOSTRO", L’AMORE ("CHARITAS"). --- la cosiddetta «civiltà occidentale» ha anche in parte tradito la sua ispirazione evangelica (il discorso di Benedetto XVI in occasione della VI Giornata europea degli universitari).

lunedì 3 marzo 2008

il discorso di Benedetto XVI

«I giovani da sempre portatori di spinte evangeliche e costruttori di una convivenza gioiosa nelle città»

Pubblichiamo il testo del discorso pronunciato ieri da Benedetto XVI durante la veglia di preghiera che si è tenuta nell’Aula Paolo VI, in occasione della VI Giornata europea degli universitari. (Avvenire, 02.03.2008).

Cari giovani universitari! Al termine di questa veglia mariana, con grande gioia rivolgo il mio saluto a tutti voi, a quanti siete qui presenti e a quanti partecipate alla preghiera mediante i collegamenti via satellite. Saluto con riconoscenza i venerati cardinali e vescovi, in particolare quelli che hanno presieduto la recita del Rosario nelle sedi collegate: Aparecida in Brasile, Avignone in Francia, Bucarest in Romania, Città del Messico in Messico, L’Avana a Cuba, Loja in Ecuador, Minsk in Bielorussia, Napoli in Italia, Toledo in Spagna e Washington negli Stati Uniti d’America.

Cinque sedi in Europa e cinque nelle Americhe. Infatti questa iniziativa ha per tema: « L’Europa e le Americhe insieme per costruire la civiltà dell’amore ». E proprio su questo tema si è svolto in questi giorni presso l’Università Gregoriana un convegno, ai cui partecipanti rivolgo un cordiale saluto. È felice la scelta di evidenziare di volta in volta il rapporto tra l’Europa e un altro continente, in una prospettiva di speranza. Due anni fa Europa e Africa; l’anno scorso Europa e Asia; quest’anno Europa e America. Il cristianesimo costituisce un legame forte e profondo tra il cosiddetto vecchio continente e quello che è stato chiamato il «nuovo mondo».

Basta pensare al posto fondamentale che occupano la Sacra Scrittura e la Liturgia cristiana nella cultura e nell’arte dei popoli europei e di quelli americani. Purtroppo però la cosiddetta «civiltà occidentale» ha anche in parte tradito la sua ispirazione evangelica. Si impone pertanto un’onesta e sincera riflessione, un esame di coscienza. Occorre discernere tra ciò che costruisce la «civiltà dell’amore», secondo il disegno di Dio rivelato in Gesù Cristo, e ciò che invece ad essa si oppone.

Mi rivolgo ora a voi, cari giovani. I giovani sono sempre stati, nella storia dell’Europa e delle Americhe, portatori di spinte evangeliche.

Pensiamo a giovani come san Benedetto da Norcia, san Francesco d’Assisi e il beato Karl Leisner, in Europa; come san Martín de Porres, santa Rosa da Lima e la beata Kateri Tekakwitha, in America. Giovani costruttori della civiltà dell’amore! Oggi, voi, giovani europei e americani, Iddio vi chiama a cooperare, insieme con i vostri coetanei del M mondo intero, perché la linfa del Vangelo rinnovi la civiltà di questi due continenti e di tutta l’umanità. Le grandi città europee e americane sono sempre più cosmopolite, ma spesso manca in esse questa linfa, capace di far sì che le differenze non siano motivo di divisione o di conflitto, bensì di arricchimento reciproco.

La civiltà dell’amore è «convivialità», cioè convivenza rispettosa, pacifica e gioiosa delle differenze in nome di un progetto comune, che il beato Papa Giovanni XXIII fondava sopra i quattro pilastri dell’amore, della verità, della libertà e della giustizia. Ecco, cari amici, la consegna che oggi vi affido: siate discepoli e testimoni del Vangelo, perché il Vangelo è il buon seme del Regno di Dio, cioè della civiltà dell’amore! Siate costruttori di pace e di unità! Segno di quest’unità cattolica, cioè universale e integra nei contenuti della fede cristiana che tutti ci lega, è anche l’iniziativa di consegnare a ciascuno di voi il testo dell’enciclica Spe salvi su un cd in cinque lingue. La Vergine Maria vegli su voi, sulle vostre famiglie e su tutti i vostri cari.

Vorrei ora salutare nelle diverse lingue quanti sono uniti a noi dalle altre città attraverso i collegamenti radiotelevisivi ( A questo punto il Papa rivolge alcune parole ai giovani collegati via satellite in spagnolo, inglese, francese, portoghese, bielorusso e romeno).

E infine saluto voi, che siete nel Duomo di Napoli! La vostra città e l’Italia intera hanno bisogno di ritrovare il gusto dell’impegno condiviso per una società più giusta e solidale.

Siate di esempio anche in questo, nutrendovi di preghiera e lasciandovi guidare dalla luce e dalla forza del Vangelo. Ringrazio il cardinale Ruini e monsignor Leuzzi e quanti hanno collaborato all’organizzazione di questo incontro. Ringrazio il coro e l’orchestra che hanno sostenuto la nostra preghiera, come pure il Centro televisivo vaticano, la Radio Vaticana e Telespazio per i collegamenti. A voi, cari giovani, auguro un sereno e proficuo lavoro e una buona Pasqua, e a tutti imparto di cuore la benedizione apostolica.

Benedetto XVI


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