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Memoria di guerra e di morte.....

GERUSALEMME. Ha provocato nove morti e sette feriti un attacco terroristico contro il Merkaz Harav Yeshiva

venerdì 7 marzo 2008 di Maria Paola Falchinelli
[...] L’attentatore, travestito da studente, ha raggiunto l’ingresso del collegio e si è diretto verso la biblioteca, in quel momento affollata di giovani studenti intenti alla lettura. "Ho sentito le prima raffiche di mitra, poi urla di panico e ho capito cosa stava accadendo" racconta il rabbino David Simchon, direttore del liceo. "Ho visto due dei miei ragazzi morti riversi sul pavimento dell’ingresso, allora ho urlato a tutti di correre verso i dormitori e di chiudersi nelle camere" (...)

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> GERUSALEMME. Ha provocato nove morti e sette feriti un attacco terroristico ---- I FUNERALI - La cerimonia religiosa si è tenuta nel cortile dello stesso collegio rabbinico Merkaz ha-Rav di Gerusalemme ovest.

venerdì 7 marzo 2008


-  la strage al seminario di GERUSALEMME

-  Tensione ai funerali, forse mano di Hamas

-  Rabbia durante le esequie degli otto studenti uccisi.
-  Bandiere di Hamas sulla casa dell’attentatore palestinese

GERUSALEMME- Clima di rabbia, dolore ma anche compostezza a Gerusalemme durante i funerali degli otto studenti religiosi assassinati giovedì sera da un attentatore palestinese. Dietro la strage c’è forse la mano di Hamas che dopo le esequie ha rivendicato la strage (alla Reuters ha detto che si attribuisce «la piena responsabilità» della strage) salvo poi fare dietrofront poche ore dopo. Il portavoce dell’ala armata di Hamas, Abu Obeida, ha detto che il gruppo non si assume la responsabilità dell’attacco, almeno per il momento. «Potrebbe esserci un annuncio più tardi, ma non ci attribuiamo ancora questo onore».

I FUNERALI - La cerimonia religiosa si è tenuta nel cortile dello stesso collegio rabbinico Merkaz ha-Rav di Gerusalemme ovest, teatro del sanguinoso attacco, compiuto esplodendo centinaia di colpi di mitragliatore all’indirizzo dei giovani ebrei intenti nella lettura dei libri sacri. Le salme delle vittime erano deposte su catafalchi e avvolte nei loro talled, il manto di preghiera degli ebrei: cinque degli uccisi non avevano ancora compiuto 18 anni, uno ne aveva appena 15. Alla cerimonia funebre, che si è aperta come tradizione con la lettura di testi biblici, sono intervenuti i dirigenti del collegio, importanti rabbini e i familiari delle vittime.

ASSENTE OLMERT - Nelle strade vicine si sono assiepate migliaia di persone. Assenti invece il primo ministro Ehud Olmert e gli altri più importanti rappresentanti del governo, odiati per il dialogo con i palestinesi specialmente da questa parte più integralista del sionismo religioso che l’attentatore ha deciso deliberatamente di colpire. «Quel terrorista - ha affermato il rabbino Eitan Eisman - non ha scelto per caso di compiere qui il suo crimine: qui viene istruita la generazione della fede, qui si instilla l’amore per la Terra d’Israele, qui è iniziata la grande rivoluzione spirituale» del sionismo religioso nazionalista. Al termine della cerimonia ciascuna famiglia ha preso in consegna la salma del proprio congiunto e a bordo di autobus si è diretta verso i diversi cimiteri di sepoltura. Cinque degli studenti uccisi vivevano all’interno di colonie ebraiche in Cisgiordania, uno ad Ashdod (a sud di Tel Aviv) e due a Gerusalemme. Per questi ultimi i funerali si concluderanno nel cimitero sul Monte degli Ulivi, a breve distanza dalla Spianata delle Moschee dove migliaia di palestinesi prendono parte alle preghiere islamiche del venerdì. La polizia mantiene lo stato di allerta in tutta la città Santa, dove la tensione oggi è altissima. Chiusi per motivi di sicurezza i valichi di uscita dalla Cisgiordania.

BANDIERE DI HAMAS - A Gerusalemme est sono state arrestate oggi una decine di persone, tutte in qualche modo collegate all’attentatore, identificato con il nome di Ala Hisham Abu Dheim, 25 anni, ufficialmente autista. Secondo fonti non confermate il giovane aveva lavorato per un breve periodo, in passato, proprio come autista presso il collegio rabbinico dove poi ha compiuto il massacro. Secondo il racconto dei vicini di casa, l’attentatore era stato arrestato quattro mesi fa dalla polizia israeliana, ed era ritornato in libertà da poche settimane. La sua abitazione si trova nel quartiere di Jabel Mukaber, nella zona orientale di Gerusalemme. I familiari hanno eretto davanti alla casa la tradizionale tenda funebre per ricevere le condoglianze e sulla quale hanno messo a sventolare le bandiere verdi di Hamas.

DOCUMENTO DI CONDANNA ONU: LA LIBIA SI OPPONE - Nel frattempo il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, che nella tarda serata di ieri si è riunito per una sessione urgente, non è riuscito a trovare l’accordo su un testo di condanna dell’attentato di Gerusalemme L’ambasciatore americano all’Onu, Zalmay Khalilzad, ha indicato nella Libia il Paese che ha di fatto bloccato l’approvazione di una dichiarazione, e la stessa accusa è stata mossa alla Libia da Israele. Un delegato libico che ha voluto mantenere il riserbo sulla propria identità ha riferito ai giornalisti che «quattro o cinque» membri del Consiglio - ma non ha specificato quali - hanno chiesto di menzionare nella dichiarazione al vaglio dell’esecutivo Onu anche gli attacchi israeliani sulla Striscia di Gaza. Dopo la fine della riunione, l’ambasciatore israeliano all’Onu, Dan Gillerman ha condannato l’opposizione della Libia all’approvazione della dichiarazione, dicendo ai giornalisti che il «Consiglio di Sicurezza è infiltrato da terroristi». «Si tratta di un paese che ha prodotto Lockerbie», ha aggiunto, riferendosi all’abbattimento nel 1989 del volo PanAm 103 sui cieli della Scozia, che fece oltre 200 morti. Gillerman ha quindi deplorato il fatto che la Libia sia nel Consiglio e l’ha definita «un paese terrorista per molti anni». «Non abbiamo bisogno di un certificato di buona condotta da un paese terrorista» gli ha fatto eco il delegato libico.

* Corriere della sera, 07.03.2008


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