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Pollitica

Calabria citra: il sindaco di San Giovanni in Fiore chiama bugiardo e falso Emiliano Morrone, accusandolo d’essere stato smentito dalla magistratura ordinaria. Roberto Saviano, intanto, conferma le tesi di Morrone

Inutile difesa del primo cittadino di San Giovanni in Fiore, la verità è nei fatti
mercoledì 12 marzo 2008 di Emiliano Morrone
“Siamo davvero arrivati al ridicolo. Si chiede addirittura lo scioglimento della giunta comunale e lo si fa adducendo fatti privi di fondamento, usando argomenti come slogan e non fondati su elementi concreti : si parla di mancata trattativa con gli operai del fondo sollievo dimostrando che non vi è il minimo interesse a sapere come vanno le cose qui. Forse dipende dal fatto che chi si erge a paladino dei cittadini, per propria affermazione, conferma di non vivere in città”. Non (...)

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> OPERAI DELL’EX FONDO SOLLIEVO DI SAN GIOVANNI IN FIORE: IL PUNTO DI VISTA DI UN LEGALE

domenica 9 marzo 2008

OPERAI DELL’EX FONDO SOLLIEVO DI SAN GIOVANNI IN FIORE: IL PUNTO DI VISTA DI UN LEGALE

Mi rammarica apprendere dalla stampa locale o leggere dai vari blog sulla rete, le ripetute inesattezze su una questione che, ormai da troppo tempo, tiene banco nelle cronache locali: quella degli operai dell’ex Fondo Sollievo di San Giovanni in Fiore. Mai come in questi giorni di confusione si avverte il bisogno di parole chiare, nette, inequivocabili. . Negli ultimi mesi il Sindaco, insieme a qualche assessore, con buona dialettica e proclamazione di intenti, “informano” la cittadinanza di tutti i loro “propositi” per scongiurare il dissesto finanziario del Comune che, si prospetta all’orizzonte, a causa delle numerose vertenze instaurate e VINTE innanzi al Tribunale di Cosenza, dagli operai idraulico - forestali per ottenere le differenze retributive, negategli negli anni passati, quando erano ancora alle dipendenze comunali. “Siamo sulla buona strada,” - fa sapere il Sindaco di San Giovanni in Fiore, Antonio Nicoletti - “stiamo conducendo una trattativa molto delicata che cerca di mettere insieme il diritto maturato dai lavoratori con quello dei cittadini di non subirne le conseguenze... non servono proclami ma fatti!” ( dal TGSila del 07.03.2008) Ma andiamo per ordine. Da tempo si sta cercando di far figurare i poveri operai e ancor di più, i loro legali, come gli unici capri espiatori di una situazione che, sin dall’inizio, è stata trattata con sufficienza ed indifferenza da chi di dovere, accusandoli, ingiustamente, di essere l’unica causa del probabile dissesto finanziario. Sono troppi gli interrogativi a cui qualcuno dovrà rispondere. Come mai dal lontano 2005, anno in cui sono piovuti davanti alla scrivania del Sindaco Nicoletti numerose istanze di conciliazione relative alle prime vertenze contro il Comune, innanzi alla Commissione della Direzione Provinciale del Lavoro di Cosenza, nessun legale dell’Ente si è presentato innanzi ad essa? (A dover di cronaca si precisa che, per poter instaurare una vertenza di lavoro, è obbligatorio, ai sensi dell’art. 410 c.p.c., esperire preventivamente, il tentativo di conciliazione innanzi alle competenti commissioni). Come mai, nelle more del giudizio, anche dietro suggerimento dei magistrati, di trovare un accordo bonario, l’amministrazione ha preferito proseguire nelle vertenze con il risultato finale, di condanna? Ed ancora, come mai a seguito delle prime sentenze di condanna contro il Comune a risarcire gli operai (per quanto mi riguarda le prime sentenze che riguardavano alcuni dei miei assistiti sono state emesse nel mese di maggio 2007), lo stesso ente, invece di attivarsi seriamente per cercare una transazione, ha impugnato le predette sentenze, davanti alla Corte di Appello di Catanzaro, con ulteriore aggravio di spese? Più ardua, è invece, l’individuazione della logica dello schema di transazione, sottoposto al vaglio degli operai dell’ex Fondo Sollievo. Al di là di inutili disquisizioni nozionistiche, ogni transazione che si rispetti, deve essere discussa da tutte le parti che intendono addivenire ad un accordo (Aliquid datum, aliquid retentum), e non certo essere stilata unilateralmente e sottoposta senza possibilità di trattazione, all’altra parte. L’amministrazione comunale che, da alcuni mesi, come più volte ha riferito il Sindaco Nicoletti, sta conducendo una trattativa molto delicata, ha però, distrattamente, omesso di interpellare in questa fase transattiva, i legali degli operai, ovvero coloro, tra cui il sottoscritto, che hanno ricevuto specifico mandato di rappresentanza e difesa nel giudizio. Non ha sentito, neanche la necessità di invitare gli stessi avvocati, alla riunione del 29 febbraio scorso, per discutere insieme a loro del contenuto della transazione. Ma è appunto su quest’ultimo che, in qualità di avvocato, mi sento di chiarire la mia posizione. Nello schema distribuito agli operai, oltre alle modalità di rimborso, su cui di per sé non si avrebbe nulla da ridire trattandosi di proposta transattiva, si legge che “.. l’avvocato rinuncia alla liquidazione ottenuta nella sentenza” ed inoltre che “ il presente atto viene sottoscritto dall’avvocato anche in segno di rinuncia al beneficio della solidarietà di cui all’art. 68 della Legge Professionale”. Tradotto in altri termini, l’avvocato non ha diritto ad alcun compenso retributivo, in barba ad ogni principio deontologico e professionale verso la categoria a cui appartengo. Lo schema di transazione appare caratterizzato da una palese balbuzie giuridica. Stante alla lettera della proposta, i legali dovrebbero non solo rinunciare a quanto legittimamente liquidato dal Giudice del Lavoro nelle sentenze, ma anche al beneficio dell’art. 68 della legge professionale: in altri termini di rinunciare a qualsiasi compenso per l’incarico ed il lavoro professionale prestato. La cosa, quindi, desta una certa perplessità anche alla luce del principio di correttezza tra colleghi di cui all’art. 22 del Codice Deontologico degli Avvocati, poiché ogni buona Pubblica Amministrazione, ha a disposizione un proprio ufficio legale addetto, tra l’altro, alla consulenza legale dell’Ente. Non servono proclami ma fatti, ripete il Sindaco. Ebbene, se questi sono i fatti, preferisco i proclami più digeribili in questo contesto di campagna elettorale.


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