Migliaia di persone si sono ritrovate a Punta Perotti
diventato parco dopo l’abbattimento dei grattacieli abusivi
Bari, Giornata della memoria
in centomila per le vittime di mafia
BARI - E’ diventata una grande e colorata festa la manifestazione di Bari in memoria delle vittime della mafia. Sono oltre 100mila secondo gli organizzatori le persone che hanno sfilato per le strade cittadine. Con striscioni, palloncini e volantini migliaia di adulti, ragazzi e bambini si sono radunati al parco Punta Perotti, l’area riqualificata dopo l’abbattimento dei palazzoni abusivi, scelto non a caso per la partenza del corteo della XIII Giornata per l’impegno contro la mafia e per la memoria delle vittime innocenti, organizzata da Libera e Avviso Pubblico.
Sugli striscioni le scritte: "Fuori le mafie dalle nostre vite", "Insieme per ricordare e cambiare", "La legalità non si predica, si pratica". Poi l’elencazione delle vittime delle mafie: ottocento nomi scanditi uno per uno dallo speaker con la gente che ascoltava commossa. A sfilare c’erano gonfaloni dei Comuni di numerose città d’Italia: molti quelli dalla Sicilia e tanti quelli dei Comuni del brindisino e del Salento, dove per lungo tempo ha dominato l’organizzazione di tipo mafioso Sacra corona unita. Tra i partecipanti istituzionali, il vicepresidente del Consiglio e ministro degli Esteri, Massimo D’Alema, e il ministro dell’Ambiente, Alfonso Pecoraro Scanio.
"Le mafie furono e sono un’ipoteca drammatica per lo sviluppo del Mezzogiorno, la compromissione della classe dirigente e l’inibizione delle libertà. Noi affidiamo a queste meravigliose generazioni il testimone di una battaglia fondamentale che tiene viva la memoria" ha detto il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola. "La memoria dei nostri martiri e dei nostri eroi è per noi anche la bussola per orientarci nel presente e nel futuro. Che Punta Perotti sia un simbolo della legalità - ha spiegato Vendola - è un fatto. Lo è perché l’illegalità non è soltanto violazione della legge ma anche del comune senso della bellezza. Il Sud è pieno di questo genere di stupri alla memoria collettiva, di violenze al bene comune. La nostra è una battaglia per ripubblicizzare questi beni".
"Ricordare e evitare che cali il silenzio" si legge in u n messaggio del ministro della Solidarietà sociale, Paolo Ferrero, inviato agli organizzatori, "sulle migliaia di vittime che la criminalità organizzata ha fatto dai tanti servitori dello Stato ai semplici cittadini, significa rinnovare l’impegno perché la mafia sia sradicata dalla società e perché le ragioni sociali e politiche che ne favoriscono lo sviluppo siano superate e risolte. Allo stesso modo si tratta, come Libera fa da sempre, di battersi per riconquistare alla società intera i beni, a cominciare dalle terra in Puglia come in Sicilia, che i mafiosi hanno sottratto alla collettività".
* la Repubblica, 15 marzo 2008.